Risveglio amaro per Roma, i turisti preferiscono Berlino

Risveglio amaro per Roma, i turisti preferiscono Berlino

Se una volta tutte le strade portavano a Roma, da tempo le vie del turismo internazionale hanno preso altre direzioni. L’ultimo smacco all’orgoglio capitolino arriva dal Wall Street Journal. Secondo il quotidiano statunitense, la capitale italiana ha perso il suo terzo posto fra le città più visitate d’Europa. Ironia della sorte, in tempi di crisi e di “ce lo chiede l’Europa”, a scalzare Roma dal podio è un’altra capitale assai poco benvoluta nel Mediterraneo: Berlino.

Secondo i dati forniti dal Wall Street Journal, il numero dei turisti che ogni anno affluiscono nella città tedesca è in crescita costante: nel solo 2011, le presenze registrate negli hotel cittadini sono state pari a 22,3 milioni, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Non solo, quarantacinque nuovi alberghi sono in costruzione, e l’occupazione nel settore alberghiero è cresciuta – nella prima metà del 2012 – del 4 per cento. Eppure, sono in pochi a festeggiare. A scatenare la protesta degli albergatori è la concorrenza agguerrita degli appartamenti vacanze, che li costringerebbero a mantenere tariffe troppo basse (a fronte di costi e restrizioni maggiori, rispetto ai proprietari delle abitazioni). Si tratta di un fenomeno che negli ultimi cinque anni ha conosciuto una forte espansione: solo nel 2011, cinque milioni di persone hanno preferito le case vacanze agli hotel.

E a Roma? Tommaso Tanzilli, direttore generale di Ferderalberghi Lazio, commenta così a Linkiesta la notizia del Wsj: «La competizione non ci interessa. Quello che ci interessa è fornire un servizio di qualità, e i dati ci dicono che stiamo lavorando bene». Secondo le cifre fornite dall’osservatorio della federazione, infatti, non solo il settore alberghiero non attraversa una fase di crisi, ma si trova anzi in crescita. A Roma e provincia, nel 2010 si sono registrate 23,745 milioni di presenze alberghiere, che nel 2011 sono salite a 25,633 milioni. Nei mesi di luglio e agosto 2012, l’incremento è stato circa del 6% rispetto all’anno precedente.

Questa, però, è soltanto una faccia della medaglia, e quando si guarda ai bilanci il tono non è molto diverso dai colleghi tedeschi. «Se da una parte aumentano le presenze – spiega Tanzilli -, dall’altra abbiamo politiche tariffarie orientate al ribasso, con un conseguente decremento nei fatturati. Tra il 2011 e il 2012, il calo è stato in media del 15-20 per cento». La crisi si fa sentire anche qui, e i turisti sono sempre più orientati a soluzioni low cost, dagli appartamenti vacanze al cosiddetto turismo all’aperto (campeggi e roulotte). Da qui, la necessità per gli hotel di mantenere prezzi contenuti per le camere. Non si tratta però soltanto di un problema di concorrenza, secondo Tanzilli l’incidenza dei costi gioca un ruolo non indifferente: «Al primo posto mettiamo ovviamente la pressione fiscale. Si pensi soltanto alla stangata dell’Imu, che per chi gestisce interi stabili è stata notevole». Strano a dirsi, non finisce nel mirino la tassa sul soggiorno, che è a Roma è entrata in vigore nel gennaio 2011. Per quanto osteggiata dagli esponenti del settore, infatti, non si può parlare di un’effettiva incidenza sulle presenze alberghiere.

Al Wall Street Journal risponde anche Antonio Gazzellone, delegato al Turismo di Roma Capitale, che per il 2010/2011 parla di «anni d’oro del turismo». Nel solo 2011, secondo i dati dell’Ebtl (Ente bilaterale del turismo), nella capitale si sono registrate oltre 28 milioni di presenze, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. «Anche nel 2012 – spiega Gazzellone – Roma ha mantenuto un trend positivo, registrando nei primi sette mesi dell’anno un incremento delle presenze del 5 per cento». Sotto il Cupolone, insomma, non sembrano preoccupati per la concorrenza tedesca, che Gazzellone descrive come «un turismo low cost mordi e fuggi». Il numero uno del turismo di Roma non ha dubbi: «La città eterna continua a essere competitiva al massimo livello». Ma intanto i dati dicono altro. Come ha rimarcato oggi il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, dall’inizio dell’anno il calo delle presenze in Italia è del 2,6 per cento. Questo significa, ha sottolineato Bocca, che il fatturato del settore alberghiero si è contratto del 10% su base tendenziale. Roma sarà anche eterna, il resto d’Italia forse un po’ meno.  

Twitter: @ChiaraPanzeri

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter