Portineria MilanoUnioni civili al via a Milano: le coppie etero sono tre volte quelle omosessuali

Unioni civili al via a Milano: le coppie etero sono tre volte quelle omosessuali

Una piccola stanza all’anagrafe di via Larga a Milano. Un computer. Due firme. E la vita può cambiare, tra grandi sorrisi e soddisfazioni. Aria di festa questa mattina nel capoluogo lombardo per il primo giorno di registro delle Unioni Civili, nato fra le proteste del centrodestra meneghino e nazionale. Alle 8.45, presso l’ufficio 231 al secondo piano dell’Anagrafe di via Larga, si è registrata la prima coppia: l’ex consigliere comunale Paolo Hutter con Paolo Oddi. Verso le dieci è stato il turno di Maria Beatrice e Carlo; a seguire Miriam e Andrea, Simona e Massimo, Tebana e Daniele, Ruffina e Ivan. Da oggi chi è iscritto al registro potrà accedere ai sussidi anticrisi varati da palazzo Marino, avere gli stessi diritti di chi è sposato per iscrivere i bambini a scuola e negli asili nido, iscriversi alle graduatorie per avere una casa popolare: ed è solo l’inizio. 

In totale, 14 coppie eterosessuali e 4 omosessuali si erano prenotate nei giorni scorsi per iscriversi oggi al Registro. In tutto sono 105 le coppie che si sono registrate e solo un terzo è omosessuale. Tra loro anche qualche vip, come Francesca Vecchioni, la figlia del cantautore Roberto, che si è unita con la sua compagna Alessandra con cui ha due gemelline. E anche il fratello di Gad Lerner con la sua compagna. 

«È una giornata importante per Milano» ha dichiarato l’assessore Daniela Benelli, che ha predisposto la realizzazione dell’ufficio del Registro delle Unioni civili «perché una realtà della nostra città trova un riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale: tante coppie riceveranno adesso un’attenzione e una risposta in termini di diritti e di servizi che finora non era prevista». Le coppie sperano di migliorare la loro esistenza, dal punto di vista dei diritti e anche da quello fiscale. «Siamo insieme da 18 anni e ha fatto tutto lei», ci spiega Ruffina. «Abbiamo due gemelle e speriamo che per davvero cambi qualcosa».  

«L’esito positivo di oggi» ha commentato la Presidente della Commissione Affari istituzionali Marilisa D’Amico, promotrice della delibera d’iniziativa consiliare sulle Unioni civili « è il risultato dell’intenso lavoro svolto in Commissione e in Consiglio comunale, dove siamo riusciti a superare forti barriere ideologiche». Secondo il centrodestra l’iniziativa arancione, controfirmata da una penna dello stesso colore della vittoria di Pisapia, non servirà a molto. Marco Mori presidente del Cig Arcigay Milano dichiara: «si sciolgono come neve al sole le bugie di Lega e Pdl: questo strumento parla alla città e tanti cittadini in pochi giorni hanno chiesto di registrarsi, forse in numero superiore ad alcuni comuni dove esiste da 10 anni. Ma non è questione di quantità, un diritto in più ad uno non toglie diritti a nessuno. Inoltre, non è uno strumento solo per le coppie gay, è uno strumento valido per tutti. Se fosse solo rivolto alle coppie omosessuali sarebbe un matrimonio di Serie B. Serve una legge nazionale».
 

«Quello che ci aspettavamo è puntualmente accaduto – afferma Riccardo De Corato, vice-presidente del Consiglio Comunale di Milano – una Carnevalata laicista degna di miglior causa in via Larga voluta e imposta da Pisapia per un registro che non serve a nulla, se non alla propaganda del Sindaco e della sua maggioranza. Una gazzarra che costerà al cittadino visto che ci sarà del personale, a spese del Comune, non solo al registro ma anche per le successive fasi. Una gazzarra laicista che vede muti il candidato cattolico alle primarie del Pd, l’assessore Tabacci, come muti e silenziosi rispetto a questa carnevalata anche la vice sindaco Guida, l’assistente sociale della Caritas e assessore alla Sicurezza Granelli e tutti i consiglieri cattolici raccolti in un muto silenzio anch’esso laicista».  

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