Cari Bersani, Renzi e Vendola, ma questa carta d’intenti a cosa serve?

Cari Bersani, Renzi e Vendola, ma questa carta d’intenti a cosa serve?

Oggi era l’ennesima tappa intermedia di un centrosinistra in faticoso cammino verso le primarie, passaggio propedeutico alla nuova complessa sfida di un’incerta campagna elettorale. Per preparasi al meglio alla sfida delle primarie, i tre big che si sfidano (Bersani, Renzi e Vendola) si sono dati una carta d’intenti che contiene – dovrebbe contenere – principi e valori di alleanza “non negoziabili”. Se la volete leggere tutta, prego. La nostra lettura veloce, ci ha permesso di scorgere un fiume di parole – tantissime – e neanche un dato di analisi quantitativa minima. Ovviamente, dire che un documento del genere può essere un “patto vincolante” per qualcuno quando si parla di fisco, regole sul lavoro, vuol dire semplicemente prendere chi ascolta per i fondelli, ma fa nulla. Vincolante sarà senz’altro invece la fondamentale esplicazione di principi come libertà, democrazia, diritti, sviluppo sostenibile, uguaglianza, così come il ferreo patto finale che chiede, a chi parteciperà alle primarie, di non tradire gli alleati, dopo, una volta al governo.

Dalle cronache si capisce che, nel circolo stretto di chi sta attorno al Pd, si è lungamente discusso se inserire il distico “agenda Monti” o no nel testo. Lì si sarà andati a maggioranza – possiamo immaginare – con Renzi che avrà detto “meglio sì”, e Bersani e Vendola avran detto “per noi no”. È così, alla fine niente Agenda Monti ma molte dichiarazioni sui principi della dignità umana. Sul quelli, tutti d’accordo; su tutto il resto, si riparlerà dopo le primarie. 

Tutto bene, tutto legittimo. La domanda però sembra legittima: ma questa carta d’intenti a cosa serve?

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