«Risposte serie, con persone serie». Su questo slogan Luca Cordero di Montezemolo ha costruito Italia Futura, l’associazione che da più di due anni muove i fili per l’entrata in politica del presidente Ferrari. Lcdm ci sta provando. Vuole trovare un modo per dire la sua nel Paese, risollevarlo, ma il caos intorno alla politica italiana non gli ha ancora permesso di esprimersi al meglio. Ma oltre alle problematiche esterne, tra alleanze con Silvio Berlusconi o ragionamenti sul Monti bis, Montezemolo deve fare anche i conti in casa sua. A Bologna, dove nacque nel 1947, dove vive e dove iniziò la sua lunga carriera di manager di successo. E da dove vuole che parta la riscossa di una «nuova classe dirigente e politica».
Qui, all’ombra della Torre degli Asinelli cerca di farsi spazio da qualche mese la sede distaccata di Italia Futura Emilia Romagna, capitanata dal presidente e fondatore Massimo Bucci, ex presidente della Confindustria emiliano romagnola, fondata nel maggio del 2012. Montezemolo – insieme con i suoi soci e quadri dirigenti – ha deciso di dare «un’accelerata» in vista delle prossime elezioni politiche del 2013, cercando di coinvolgere più persone possibile: fino adesso di risposte ne stanno arrivando poche.
Al suo interno annovera esponenti del mondo della finanza, delle banche, delle cooperative rosse, della massoneria, di studi legali di spessore, ginecologi e dentisti, persino esponenti in fuga del Partito Democratico locale. Un bell’incrocio di interessi diffusi, non c’è che dire. Tanto che si mormora che qualcuno in città abbia iniziato a storcere il naso vedendo i nomi della struttura e abbia chiesto maggiore chiarezza sui soci.
Del resto, Bucci, amico di lunga data di Montezemolo, vero e proprio magnate dell’industria, vanta nel suo curriculum un posto nel consiglio di amministrazione di Ber, ex private bank della «Bologna vip», nata nel 1999 e poi commissariata dal ministero dell’Economia sei anni dopo «per gravi irregolarità gestionali» e un buco di 170 milioni di euro. E’ una vicenda che si concluse con un intervento di salvataggio di Banca Intesa San Paolo, tra licenziamenti e più di 1500 clienti inferociti che si videro bloccare qualsiasi operazione bancaria pochi giorni prima del Natale 2010. Partì pure un ricorso del Codacons e Bucci pagò una multa di 60mila euro alla Banca d’Italia.
Negli anni l’ex numero uno degli industriali ha saputo spesso appoggiare i candidati politici più disparati, come nel 2010 a Faenza – la sua città dove ogni volta che si pronuncia il suo nome la gente scatta sugli attenti – diede una mano a Giancarlo Minardi, storico patron della scuderia di Formula 1, candidato a sindaco dalla Lega Nord di Umberto Bossi. Non solo. Anche se Montezemolo continua a sostenere che la classe dirigente va creata con il merito e l’etica, Bucci nella sua sfida con Italia Futura ha deciso di coinvolgere anche la famiglia, portando con sè anche il fratello Stefano e il cognato Antonio Cibotti. Quest’ultimo è il segretario di Italia Futura Romagna, mentre Stefano Bucci è il vicepresidente.
Altro fondatore e dirigente dell’associazione di Montezemolo a Bologna, è Sebastiano Pantaleoni, dentista odontoiatra, direttore e tesoriere di If Emilia Romagna. Pantaleoni è figlio del più noto Nerio Pantaleoni, «Veneratisimo Fratello Deputato e Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia», l’unica a essere riconosciuta sul nostro territorio dalla Gran Loggia d’Inghilterra, massone di lunghissima data, conosciuto nell’ambiente che persona stimabile e rispettata.
«È finita l’epoca dei partiti», continua a ripetere Montezemolo nelle sue apparizioni televisive. Simone Montermini, sindacato di Castelnovo di Sotto in provincia di Reggio Emilia, è uscito dal Partito Democratico appena due settimane fa: nonostante l’uscita con tanto di lettera di addio, i democratici del comune hanno deciso di appoggiarlo lo stesso. Promotore dell’associazione di cultura politica «Riformisti Insieme», varia le sua conoscenza da Bruno Tabacci, assessore al Bilancio del Comune di Milano, fino a Verso Nord di Massimo Cacciari: Montermini fece scalpore quando propose di celebrare i matrimoni gay in comune.
E poi ci sono le cooperative. Luigi Marino, presidente nazionale di Confcooperative, è dato in dialogo col progetto di Italia Futura da tempo. Come pure Fabrizio Davoli di Coopsette, il raggruppamento di imprese travolto dagli scandali nella stagione di Tangentopoli, vincitore dell’appalto per la realizzazione della nuova sede del Palazzo della Regione Piemonte progettato dall’architetto Massimiliano Fuksas, ora al centro di un’indagine della Corte dei Conti. Coopsette, invece, ha tra i fiori all’occhiello gli appalti per la costruzione dell’Alta Velocità Ferroviaria. Ma non di Italo, ma di Italia Futura si parla, stavolta, con Montezemolo.