Nelle stesse ore in cui Berlusconi parlava a Villa Gernetto, Maroni discuteva con le categorie di avvocati e ingegneri all’Hotel Meliá di Milano, seconda tappa di confronto con le professioni dopo gli Stati Generali al Lingotto di Torino.
Sono gli attacchi a Monti, quella minaccia di votare la fiducia già dalla prossima settimana a essere musica per le orecchie di Maroni. «Mi fa piacere che Berlusconi se ne sia accorto, noi lo diciamo da un anno», chiosa l’ex ministro dell’Interno, confermando poi di avere un filo diretto con il Cavaliere. «Ci sentiamo spesso», abbozza Bobo. È il segnale che l’inverno tra Pdl e Lega Nord è finito. La Lega lo ha ripetuto fino allo sfinimento, con Maroni stesso o con il presidente Umberto Bossi: «Torneremo con il Pdl se staccheranno la spina a Monti». I presupposti ci sono tutti. Anche perché un’altra clausola posta da Maroni a una riedizione di una coalizione di centrodestra era il ritiro di Berlusconi da possibili candidature a premier: aspetto che il Cavaliere ha confermato annunciando che però si impegnerà politicamente per la prossima campagna elettorale.
Non solo. L’avvicinamento di oggi arriva all’indomani della sentenza di quattro anni per frode fiscale a Berlusconi («Non ho voglia di commentarla», taglia corto Maroni) e soprattutto dopo la caduta della giunta di Roberto Formigoni in Lombardia. Del resto Bossi lo aveva predetto due giorni fa: «Berlusconi si ritira? Non credo, ha troppi processi». Sono settimane che Lega e Berlusconi hanno iniziato a porre le basi della nuova alleanza. È una riedizione dell’asse del Nord che passa dalle prossime elezioni regionali in Lombardia e da quelle politiche.
Sul primo versante, è noto da tempo l’accordo tra Angelino Alfano, segretario del Pdl, e Maroni, con la candidatura di quest’ultimo a governatore. È un accordo che ha già ricevuto il benestare di Berlusconi, che coronerebbe il sogno della macroregione padana, conquistando la terza regione chiave, dopo Veneto e Piemonte. L’ostacolo qui potrebbe arrivare da un Formigoni più’ che mai battagliero, pronto a sostenere la candidatura dell’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini per aprire la coalizione ai moderati.
Di riflesso, proprio questo scontro lombardo tra moderati dell’Udc, Lega e Pdl, potrebbe farsi sentire a livello nazionale. Maroni candidato con il centrodestra in Lombardia assicurerebbe l’appoggio della Lega al candidato premier su cui vuole investire Berlusconi nel 2013. Ma su questo fronte resta un’incognita la questione primarie, che il Cavaliere e Alfano assicurano “saranno aperte”, ma su cui Maroni vuole vederci chiaro. A quanto pare ci sarebbe la tentazione da parte del segretario federale di candidarsi, ma ci vorrà del tempo per capirlo. In ogni caso, a un anno distanza Berlusconi e Maroni sembrano andare d’amore e d’accordo, con buona pace dei militanti o degli ex esponenti del cerchio magico di Bossi che chiedono da tempo a Bobo chiarezza sulle alleanze politiche.