Mentre la nuova gestione di Impregilo, sotto l’egida dell’azionista Salini, finisce al centro di un’indagine della Procura di Milano per un’ipotesi di conflitto di interessi, il dossier sulla cessione di Ecorodovias continua ad essere il principale catalizzatore borsistico per Impregilo. Le azioni del gruppo di costruzioni hanno infatti chiuso la seduta di ieri in rialzo del 3,6% (a 3,32 euro), miglior titolo del listino principale di Piazza Affari, dopo che la società ricevuto una nuova proposta vincolante dalla Primav, società che fa capo alla famiglia brasiliana Almeida.
Offerta più alta per il 19% di Ecorodovias. La famiglia Almeida si offre di acquistare per circa 770 milioni il 19% della concessionaria autostradale brasiliana Ecorodovias, di cui Impregilo detiene una quota complessiva del 29,24 per cento. Dallo scorso giugno è la terza offerta avanzata dalla Primav, che è già azionista di Ecorodovias con il 45% ed è legata da patto di sindacato a Impregilo. Il prezzo offerto, 19 reais per azione, è superiore del 6% alla seconda offerta (17,90 reais, per un controvalore di 763 milioni di euro), mentre la prima proposta era di 16,59 reais (controvalore in euro: 690 milioni). A causa dell’indebolimento della valuta brasiliana contro euro (vedi grafico), il maggior prezzo, spuntato dopo circa un mese di serrate trattative condotte dal presidente di Impregilo Claudio Costamagna e dall’a.d. Pietro Salini, si è tradotto però in un incremento di soli 7 milioni di euro rispetto al controvalore in euro della seconda offerta degli Almeida, al cambio del 9 luglio. Non si risulta, per ora, che ci sia stata un’asta formale con la valutazione di offerte concorrenti.
L’offerta ha offerto il destro al gruppo Gavio, spodestato dalla gestione del gruppo nell’assemblea del 17 luglio, per attaccare nuovamente Salini. Non senza ragioni, proprio Salini aveva parlato di «offerta opaca nella genesi», in quanto non risultante «da un processo competitivo e trasparente», a proposito della prima proposta arrivata dagli Almeida lo scorso 21 giugno, a valle di un rapido negoziato fra i brasiliani e il vecchio vertice Impregilo, assistito per l’occasione da Mediobanca e Morgan Stanley. Secondo lgli, società del gruppo Gavio che detiene il 29% di Impregilo, la nuova offerta «è nel complesso peggiorativa rispetto ai termini complessivi dell’offerta negoziata dalla precedente amministrazione».
Gavio, inoltre, evidenzia che il prezzo della seconda offerta incorporava un premio del 12,3% sul prezzo di Borsa di Ecorodovias, mentre con quella arrivata ieri il premio si riduce al 5,4 per cento. In realtà, da inizio luglio il titolo Ecorodovias ha continuato a salire e oggi viaggia ai massimi storici (vedi grafico), il che spiega la riduzione del premio. L’offerta, ha aggiunto Igli, è «lontana anni luce dalla mirabolante cifra promessa da Salini al mercato prima dell’assemblea di luglio e pari a 1.500-1.600 milioni di euro». Nella valutazione dell’offerta va comunque considerata la previsione di un nuovo patto parasociale che, oltre a permettere la nomina di amministratori e il potere di veto su decisioni strategiche, consentirebbe «maggior flessibilità alla trasferibilità delle azioni rispetto al patto esistente con Primav». Quest’ultima clausola è funzionale alla cessione del residuo 10,24% che Impregilo detiene in Ecorodovias. Resta confermata l’alleanza strategica tra il gruppo italiano ed il gruppo Almeida in tutto il Sud America.
Analisti e mercato positivi. Oltre l’apprezzamento della Borsa, comunque, la terza offerta di Primav ha ricevuto l’ok degli analisti finanziari. Banca Akros ha aumentato il giudizio sul titolo (da hold ad accumulate) con prezzo obiettivo salito da 3,4 a 3,7 euro. Ma ci sono anche altri fattori che hanno giocato a favore del rialzo. Nella bozza della legge di stabilità predisposta dal governo, infatti, sono stati stanziati 300 milioni per far fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Secondo gli analisti di Intermonte, Impregilo potrebbe incassare fino a 150 milioni per le penali a carico del governo Monti che ha revocato il progetto varato dall’esecutivo Berlusconi.
L’indagine della Procura di Milano. A seguito di un esposto presentato da Bruno Binasco, amministratore unico di Igli e storico esponente del gruppo Gavio, la Procura di Milano ha aperto un’indagine su Impregilo. Viene ipotizzata l’omessa dichiarazione di conflitto di interessi in relazione alla partecipazione a una gara, suddivisa in quattro distinti lotti, per la costruzione di un’autostrada in Romania. A seguito delle perquisizioni disposte ieri nelle sedi di Salini e Impregilo, sono stati indagati l’amministratore delegato di Salini e di Impregilo Pietro Salini, e altri due dirigenti del gruppo Salini che sono anche consiglieri di amministrazione e membri del comitato esecutivo di Impregilo, Massimo Ferrari e Claudio Lautizi.
Secondo un comunicato della società diffuso il 12 settembre dopo un’intervista rilasciata da Binasco, Impregilo «disponeva dei requisiti richiesti dal bando di gara esclusivamente per partecipare a due lotti»: e così ha fatto, concorrendo all’assegnazione dei lotti 3 e 4. Salini, invece, si è presentata alla gara per il lotto 2. Le valutazioni, secondo Impregilo, sono state condotte autonomamente dal management, assistito dalla Sina, una società di progettazione anch’essa oggetto di perquisizione. La Sina è una società del gruppo Gavio (via Astm) e tra i suoi consiglieri figura lo stesso Binasco. La scelta del management è stata poi ratificata dal comitato esecutivo presieduto da Costamagna, al quale partecipano anche l’ad Salini e i consiglieri Ferrari e Lautizi, nella riunione del 27 luglio. Ossia appena dieci giorni dopo l’assemblea che ha insediato il nuovo cda proposto dall’azionista Salini (titolare di una partecipazione del 29% in Impregilo).
Conflitti di interesse e accordo strategico. Secondo Binasco, invece, Impregilo aveva maggiori possibilità di vincere nei primi due lotti anziché in quelli per cui ha partecipato, classificandosi al sesto posto, mentre Salini avrebbe ancora chances di vincere nella gara per il lotto 2. Ieri sera, Costamagna ha ribadito «l’assoluta infondatezza delle accuse formulate [da Binasco], la correttezza dell’operato del management e degli esponenti aziendali». L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Isidoro Palma dovrebbe perciò sciogliere i dubbi sulla vicenda, nata prima che venisse firmato l’accordo strategico-commerciale di compartecipazione paritaria alle gare d’appalto (subordinato comunque a una decisione caso per caso). Accordo appositamente pensato per dare una risposta strutturale ai rischi di conflitto di interesse fra le due società. Tuttavia, anche qualora Pietro Salini e gli altri due indagati venissero prosciolti, la nuova gestione Impregilo a guida Salini resta potenzialmente esposta ad accuse, a prescidere che siano fondate o strumentali. Situazione superabile in modo definitivo solo procedendo a una fusione che per ora trova uno scoglio insuperabile nell’ostilità combattiva di Gavio.