Proprio nel “Tag der Deutschen Einheit” – 3 ottobre, giorno in cui si celebra la riunificazione tedesca – un sondaggio della Bild rivela che, nei fatti, l’unità tra l’Est e l’Ovest della Germania non si è ancora compiuta completamente.
Secondo i dati raccolti dal quotidiano, infatti, il 21 per cento dei Wessis, i tedeschi dell’ovest, non ha mai visitato la parte orientale del Paese. Uno su cinque. Più aperti sembrano invece gli Ossis, i tedeschi dell’est: soltanto il 9 per cento di loro è rimasto confinato nella propria metà.
Go West, per dirla con i Pet Shop Boys, sembra dunque più facile che andare ad Est. E più in generale, lo scambio tra i due vecchi “settori” tedeschi appare ancora tutt’altro che fluido. Una questione legata anche alla mentalità, secondo l’emittente televisiva nazionale ZDF.
Tre quarti dei tedeschi, ad oltre due decenni di distanza dalla riunificazione, vedono ancora profonde differenze nel modus pensandi ed operandi degli abitanti delle due metà del Paese. Tanti i vecchi pregiudizi duri a morire: per i Wessis, gli Ossis sono eccessivamente nostalgici, si lamentano troppo, si aspettano tutto dallo Stato.
Quest’ultimo punto apre una delicata questione politica: fino al 2019, infatti, la Germania continuerà a finanziare (tramite le “tasse di riparazione” raccolte tra i cittadini dell’Ovest) la parte Est del paese. Da lì in poi, quando saranno scoccati i trent’anni dalla riunificazione, i tedeschi orientali dovranno sapersela “cavare” da soli.
Per gli Ossis, viceversa, i Wessis sono attaccati al denaro, tracotanti e colonizzatori. Generalizzazioni, certo, ma pur sempre con un fondo storico di verità. Soltanto su una cosa tutti i tedeschi sono d’accordo: all’Ovest ci sono più soldi, più opportunità lavorative e si vive meglio.