Portineria MilanoIn Lombardia si vota a febbraio (e le primarie si fanno come dice Ambrosoli)

In Lombardia si vota a febbraio (e le primarie si fanno come dice Ambrosoli)

Tre mesi al voto in Lombardia, Lazio e Molise. E per i partiti meno di novanta giorni per costruire candidature credibili da offrire ai cittadini. La decisione del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri di andare al voto il 10 e 11 febbraio ha ricadute sulle coalizioni del centrodestra e del centrosinistra lombardo, in vista della campagna elettorale. Le liste devono essere presentate entro il 10 gennaio, cioè 30 giorni prima del voto. Per questo motivo, la sensazione è che le primarie di Pd, Sel e Idv, come quelle del Pdl possano saltare. Ma democratici e pidiellini non sembrano dell’idea di voler rinunciare. In particolare i primi, impegnati da giorni in una serrata trattativa con Ambrosoli per stabilire le modalità in cui saranno fatte.

Proprio di questo si è parlato durante la direzione regionale del Pd di martedì 13 novembre a Milano. E il Pd ha accettato le condizioni di Ambrosoli. «Il Pd della Lombardia», si legge in una nota, «è disponibile a primarie indette non dai partiti ma dal comitato promotore del patto civico. La decisione è stata ratificata con un documento alla fine della direzione regionale in cui la disponibilità a candidarsi di Umberto Ambrosoli è definita l’occasione per far compiere alla proposta del Patto Civico un salto di qualita».

Insomma, non sono bastate le parole di Alessandra Kusterman, ginecologa che rappresenta i medici di base, che continua a spingere affinché l’avvocato alla fine partecipi a primarie di centrosinistra e non civiche. «Ti chiedo di schierarti con chiarezza a favore delle primarie in Lombardia o, se questo nome ti disturba, di schierarti per una consultazione civica che permetta a ogni cittadino di esprimere la propria preferenza secondo il principio democratico “una testa, un voto”», questo il messaggio che la Kusterman ha lanciato ad Ambrosoli.

Ma è ormai troppo tardi. La data delle primarie ci sarebbe già: il 15 dicembre. E saranno proprio come vuole Ambrosoli.  «La sua candidatura», scrivono i democratici, «può consentire infatti al centrosinistra di unirsi e aprirsi come mai è accaduto nelle competizioni elettorali regionali in un progetto che innanzitutto dovrà essere un’alleanza tra donne e uomini della Lombardia. In questo quadro riconosce e valorizza i profili femminili che contribuiranno alla sfida».

Al segretario regionale, Maurizio Martina, è affidato poi il compito di «proseguire il lavoro in questo senso, unitariamente alle altre forze del centrosinistra e a tutti i soggetti interessati, promuovendo gli approfondimenti e le iniziative necessarie. In particolare, sollecitando la definizione di un percorso di Primarie rivolto a tutti gli elettori interessati e organizzato dal Comitato promotore del Patto Civico entro il 15 dicembre».

Nel centrodestra il discordo è diverso. Le primarie dovrebbero essere fatte insieme con quelle nazionali, ma – sostengono fonti autorevoli – «diventa complicato». Il Pdl è ancora a caccia di un candidato. Roberto Formigoni, presidente di Regione Lombardia, ha da tempo iniziato a lavorare su Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, un passato da amministratore quindi, che potrebbe rappresentare un’offerta affidabile per i pidiellini. Ma dall’altra parte c’è la Lega Nord di Roberto Maroni, che ha già annunciato la sua candidatura dopo il federale di lunedì scorso. I giochi sono tutti lì sulla carta. C’è persino chi nelle ultime ore ha fatto il nome di Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia, come punto di raccordo tra la Lega e il Pdl. Ipotesi molto improbabile, anche perché “Giulio” non è ben visto né tra le maglie del Carroccio né in quelle pidielline, soprattutto quelle vicine alla vecchia amministrazione Formigoni.

Silvio Berlusconi, fondatore e padre del partito, ormai più in Kenya che in Italia, pare abbia già un accordo con il segretario Angelino Alfano e con Maroni. Ma non è detto che all’ultimo possa sparigliare le carte. Del resto, la Lega sta già lavorando con il Pdl per una lista civica. Non è un caso che proprio Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera leghista, abbia voluto pizzicare il segretario federale proprio su questo punto. Come si fa a pensare di fare un’alleanza con quelli che abbiamo appena mandato a casa? La Lega correrà da sola. Se non è cosi – conclude Reguzzoni – allora abbiamo capito male e Maroni deve chiarire con urgenza».  

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