Virginia Ohio e Florida, il presidente lo decidono loro

Virginia Ohio e Florida, il presidente lo decidono loro

Ormai è questione di ore. In mezzo ai sondaggi e ai dibattiti, sono tre i punti da tenere ben saldi per seguire le elezioni americane. Innanzi tutto, il risultato finale: vince chi raggiunge il numero magico di 270 voti, raccogliendoli dai grandi elettori degli stati americani.

Poi, in seconda battuta, i protagonisti dell’ultima corsa, cioè gli “swing state”, cioè gli stati il cui voto non è ancora chiaro. Sono nove: Virginia, Ohio, Florida, i principali. E poi Iowa, New Hampshire, Nevada, North Carolina, Colorado e Wisconsin. Ognuno di loro ha un “peso”, diverso, a seconda del numero di grandi elettori che può portare ai due candidati. Il numero dei “grandi elettori”, cioè quelli che di fatto decidono chi dovrà occupare la Casa Bianca, è proporzionale alla popolazione degli stati. Per questo motivo la Florida, che conta 29 grandi elettori, ha un’importanza maggiore rispetto al New Hampshire, che invece ne conta quattro. Come si regolano, allora, Obama e Romney?

Infine, il timing. Lo spoglio dei voti sarà uno stillicidio: all’una cominceranno ad arrivare i primi risultati di Georgia e South Carolina. Per tradizione, sono roccaforti repubblicane. Insieme a loro arriveranno quelli del Vermont, che invece dovrebbe essere democratico, e della Virginia, che è, invece, uno “swing state”: conta 13 grandi elettori, e secondo i sondaggi dovrebbe finire nelle mani di Romney. Ma se vincesse Obama, allora la partita comincia a diventare più difficile per i repubblicani.

Sarà una questione di tempo: decisivi saranno i risultati successivi, quelli dell’Ohio, ad esempio, che conta 18 grandi elettori. Insieme, ci saranno quelli di North Carolina e West Virginia, che dovrebbero votare per Romney. A seconda dei risultati, si potrà intravedere chi governerà gli Usa: l’Ohio è una tessera fondamentale, e chi vince lì sarà, secondo le stime, il prossimo presidente. Ma non è detto: ogni voto va pesato con la bilancia, e le geometrie possibili sono infinite. Se, ad esempio, Romney vincesse sia in Ohio che in Florida (insieme fanno 47 voti), non sarebbe impossibile la rimonta di Obama, vincendo in Pennsylvania (20 voti), Wisconsin (10 voti), Colorado (9 voti) Nevada (6 voti) e Vermont (3 voti).

Si tratta allora di aspettare, e guardare. Le previsioni sembrano propendere per una rielezione di Obama, ma le sorprese sono dietro all’angolo. E Romney non sembra ancora darsi per sconfitto. Vedremo. 

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