Grillo ora teme di non farcela a partecipare alle elezioni: “Quasi impossibile raccogliere le firme”

Grillo ora teme di non farcela a partecipare alle elezioni: “Quasi impossibile raccogliere le firme”

Beppe Grillo ora ha paura di non farcela. I tempi per la raccolta delle firme si fanno risicatissimi. E lui lo ammette, lanciando l’allarme sul blog: «Il tempo per raccogliere le firme diventa per il Movimento 5 Stelle quasi impossibile. Pochissime settimane per decine di migliaia di firme. Per i partiti il problema non si pone. Loro, in quanto già in Parlamento, non devono autenticarne neppure una di firma e le liste dei candidati le faranno come sempre a tavolino, in un paio d’ore, tra un marsala e un caffè. Alla faccia della democrazia».

E spiega: «Fate attenzione ai tempi. Giovedì 6 dicembre il M5S, dopo le votazioni online, il Movimento 5 Stelle riesce a predisporre le liste per il Parlamento in tutta Italia e può iniziare il processo di raccolta delle firme nelle diverse circoscrizioni. Nella stessa settimana la Commissione Affari Costituzionali alza bandiera bianca per modificare la legge elettorale attuale e ridurre il peso del M5S, o addirittura eliminarlo con regole ad hoc (come l’esistenza obbligatoria di uno Statuto a immagine e somiglianza di quello dei partiti). Esiste ancora un modo però per bloccare il M5S: il tempo. Va quindi in onda la manfrina del pdl contro la politica del governo appoggiata a 90 gradi per più di un anno, dall’Imu, all’aumento dell’Iva, all’aumento delle tasse. Rigor Montis, offeso, si dimette da solo, senza essere sfiduciato dalle Camere, in modo assolutamente irrituale (forse anche incostituzionale). Invece di andare in Parlamento va da Napolitano. La data delle elezioni deve essere quindi fissata il più presto possibile per evitare l’innalzamento dello spread (?!). Al voto, al voto! All’inizio si anticipa a marzo, poi, perso ogni senso del pudore, a febbraio. Per la prima volta l’Italia va a votare anticipatamente senza che il governo in carica sia stato sfiduciato dal Parlamento e ci va sotto la neve, come per centomila gavette di ghiaccio, come se fossimo in guerra». 

Il comico genovese, che ha espulso dal Movimento i due ribelli emiliani Federica Salsi e Giovanni Favia, lancia così due “Firma Day”. E conclude: «Io non mi arrendo, ma ho bisogno di tutto l’aiuto possibile. Abbiamo il dovere di provarci. Se poi non ci riusciremo e resteremo fuori dal Parlamento, la responsabilità sarà dei partiti, del Governo, delle Istituzioni. Dovranno assumersi ogni responsabilità di aver impedito con un colpo di mano la partecipazione del M5S e aver fatto eleggere un Parlamento totalmente delegittimato con un’astensione superiore al 60%. Ci vediamo in Parlamento, o dentro o fuori. Sarà un piacere».

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