Ma non basterà Monti a trasformare questa destra in qualcosa di moderno

Ma non basterà Monti a trasformare questa destra in qualcosa di moderno

È davvero straordinaria l’enfasi con cui da più parti Mario Monti viene sollecitato a trasformarsi da tecnico “super partes” in leader politico dei moderati. Per il prestigio di cui gode a livello internazionale, egli viene invocato alla stregua di una figura salvifica.

Una figura che dopo anni di tentativi fallimentari sarebbe finalmente in grado di realizzare il sogno di un partito “europeo” della borghesia italiana. Quel sogno, cioè, infrantosi con inesorabile puntualità ogni qual volta al cospetto s’è dovuto misurare con i vizi storici, economici e culturali della classe dirigente chiamata a farsene protagonista.

L’attuale reincarnazione di tale progetto dovrebbe vedere la luce nell’ambito del Partito Popolare Europeo, cioè la famiglia politica che nel 1998 accolse nelle sue file il movimento fondato da Berlusconi e ora lo riconosce con imbarazzo come un corpo estraneo.

“La partecipazione di Mario Monti al vertice del Ppe a Bruxelles è uno di quei dettagli suscettibili di cambiare la storia di una nazione”, ha scritto – niente meno – il solitamente compassato Sole 24 Ore. Con entusiasmo pari al quotidiano della Confindustria, anche Avvenire, il giornale dei vescovi, annucia che “il Ppe ’convince’ Monti”.

Ohibò. Siamo davvero in presenza di una svolta storica?

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*tratto da Repubblica, 15-12-2012, pag. 1

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