Annunziata, parte “Leader” ma la prima puntata finisce in caciara

Annunziata, parte “Leader” ma la prima puntata finisce in caciara

Prima puntata di Leader, la nuova trasmissione di Lucia Annunziata. Studio claustrofobico, ma non è un problema. Farebbe presagire un clima da salotto, ma nel senso buono: niente urla, clima disteso, la possibilità di chiacchierare.

La trasmissione parte bene, fatto salvo qualche azzardo della regia e una telecamera a tratti ballerina, la prima ora scorre tranquilla. Poi ecco lo scoglio contro il quale la nave di Lucia si schianta: il provocatore.

No, non è Paolini che ci ha abituato alle sue scorribande televisive, a infastidire gli inviati dei Tg. È Alessandro Sallusti! Che con una serie d’interventi a raffica e con domande un po’ retoriche, surriscalda il clima: per noi da casa è anche divertente, è l’occasione per ringalluzzirsi e per ravvivare anche twitter fino a quel momento un po’ moscio. Ma da lì si perde il controllo. L’Annunziata è assente. Completamente. Lo studio è lasciato in balia di se stesso. Ingroia si altera un bel po’, minacciando querele: “Io la querelo” , è la sua risposta a Sallusti che lo incalza: una frase molto da politico. Si è ambientato subito. Tra l’altro, è la prima volta, a mia memoria, che lo si vede così arrabbiato.

Sallusti ha il merito di aprire una breccia poiché gli altri interventi del pubblico sono veramente aggressivi, da quel momento ogni domanda è motivo di voci alte e screzi: il pubblico è cattivissimo! Sanguinario! Televisivamente parlando, s’intende. In tutto questo, s’inserisce anche lo psicodramma di tutte le associazioni che negli anni hanno sostenuto il lavoro del procuratore, e che ora si sentono  (sedotte ed) abbandonate.

È un crescendo, ma del peggio: comincia un’ora di ordinario casino, in cui la conduttrice non conduce; nel frattempo, nel  claustrofobico studio, cresce l’autogestione urlata, gli interventi improbabili, le non domande lunghissime. Sallusti, che aveva lanciato il sasso, appare placato: osserva il teatrino oramai fuori controllo.

Non pervenuto Tommaso Labate. Vederlo all’inizio aveva fatto ben sperare bene: un giornalista mai banale nei suoi interventi ma che stavolta è rimasto incagliato nei problemi tecnici del collegamento. Speriamo nella prossima puntata.

Nel casino qualcosa è emerso: sì ai matrimoni tra persone dello stesso sesso; no TAV e grandi opere; l’appoggio alla magistratura nella vicenda ILVA. Si poteva approfondire un po’ in più e capire meglio: sicuramente la lista Rivoluzione civile ha tra i candidati persone serie e civili, appunto. Dall’altra, non si può negare, che in seconda e terza fila ci sono dei relitti della vecchia politica che cercheranno di riciclarsi sfruttando la faccia pulita dei capilista. Staremo a vedere.

Con Leader anche staremo a vedere nelle prossime puntate. Annunziata torni a bordo, cazzo! potrebbe riassumere la trasmissione, dalla conduzione un pò latitante: Lucia Annunziata forse abituata alla calma e ai tête-à-tête di “In 1/2 ora”, non si è mossa molto bene questa sera. 

Speriamo di avere dei cambiamenti la prossima volta ma non nell’attitudine del pubblico, vero peperoncino della serata, che si spera aggressivo anche con gli altri ospiti: con Monti o Berlusconi ad esempio; sarebbe veramente interessante vedere la loro reazione ad un pubblico così sanguigno e polemico. Almeno prendiamoci qualche soddisfazione! Sempre meglio che vedere il Cav su Canale 5, a casa sua, intervistato dai suoi, due ore di sorrisi e pacche sulle spalle. Cose che neanche Lukašenko in Bielorussia!

C’è da dire che la campagna elettorale è ben avvelenata (e incasinata) e sa di già visto. Ma purtroppo non c’è limite al peggio.
In bocca al lupo, Italia.
 

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