C’è il tipo educato, la spigolosa, il poliglotta, lo snob, l’autoreferenziale, l’amante della musica, il simpatico. Abbiamo esaminato i profili Twitter di ventitré politici a partire dalla loro iscrizione al social network a oggi e scoperto che i loro cinguettii raccontano vita privata, tifo calcistico, schermaglie, ma, soprattutto, la sproporzione tra followers e following, costante quasi per tutti a favore dei followers. Come dire: “Io so’ io e voi non siete un cazzo”.
Chi sono i prescelti? Gianni Alemanno, Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani, Rosi Bindi, Pierferdinando Casini, Guido Crosetto, Luigi De Magistris, Antonio Di Pietro, Anna Finocchiaro, Roberto Formigoni, Maurizio Gasparri, Beppe Grillo, Antonio Ingroia, Ignazio La Russa, Roberto Maroni, Giorgia Meloni, Mario Monti, Corrado Passera, Matteo Renzi, Francesco Rutelli, Giulio Tremonti, Walter Veltroni e Nichi Vendola. I dati raccolti sono aggiornati alla mattina di domenica 13 gennaio.
Il più “anziano” in ordine di arrivo è Matteo Renzi, attivo su Twitter dal 9 gennaio 2009, seguito da Rosi Bindi, che ha cinguettato per la prima volta il 29 agosto dello stesso anno. Ultimo arrivato Corrado Passera, iscritto dal 7 gennaio scorso; prima di lui c’è Antonio Ingroia, il cui sbarco sulla piattaforma risale al 1° gennaio. Il 2012 sembra essere l’anno che ha registrato il maggior afflusso di politici su Twitter. Arrivano alla spicciolata: gennaio è il mese dell’esordio di Pier Luigi Bersani, a marzo arriva Casini, a maggio Angelino Alfano, a luglio Maroni, ad agosto, col caldo, De Magistris, in novembre Gasparri e Tremonti, a dicembre La Russa e Monti. Anna Finocchiaro e Walter Veltroni occupano il loro spazio da novembre 2011, preceduti, ad agosto, da Francesco Rutelli. Il 2010 è l’anno di Roberto Formigoni, a gennaio, e di Giorgia Meloni a settembre.
Quello che cinguetta di più è Gianni Alemanno, che in quattro mesi (dal 15 settembre scorso) ha prodotto 10.639 tweet, seguito a ruota da Guido Crosetto, che da ottobre 2010 a oggi ha cinguettato 9.607 volte. Gli ultimi arrivati sono naturalmente più indietro, ma Passera si dimostra sicuramente più tonico di Ingroia: 41 tweet contro 13, pur avendo un distacco temporale di soli sei giorni tra i rispettivi esordi. Attivissimi anche Di Pietro, Grillo e Vendola che, iscrittisi tutti e tre tra settembre e novembre 2012, hanno un distacco di poche unità, rispettivamente 7.370, 7.245 e 7.170 tweet.
Parlano, cinguettano, raccontano, litigano, ma con pochi. Hanno un pubblico ridotto e selezionato. Sono seguiti tantissimo ma seguono poco. Hanno una scarsa apertura al mondo reale, insomma. Quelli che hanno un rapporto più o meno normale tra followers e following sono Bersani e Vendola: il primo è seguito da 223.076 persone e ne segue 53.502, mentre il secondo ha 281.662 followers e 30.722 following. Per gli altri la sproporzione è netta e i numeri parlano chiaro. Il più seguito è Beppe Grillo, con 811.176 followers: lui ne segue, invece, solo 259. Renzi ha 324.358 followers e solo 487 following; De Magistris è seguito da 167.546, mentre lui ne segue solo 71;i cinguettii di Monti sono letti da 172.309 persone mentre lui ne legge solo 23; Di Pietro ha 153. 716 followers e 2.195 following. Casini è seguito da 95. 027 persone e ne segue 230; Alfano e Formigoni hanno, rispettivamente, 61.549 e 51.787 followers e, come following, 221 e 133; Giorgia Meloni è letta da 47.560 persone e ne legge 251; Veltroni ha 38.251 followers e 1.069 following; la Bindi è seguita da 32.877 lettori e ne segue solo 63; Alemanno ha 26.700 followers e 2.952 following; la Finocchiaro viene letta da 25.859 persone e ne legge 2.283; Crosetto è seguito da 22.597 persone e ne segue 842; Maroni ha 15.342 followers e 211 following; Passera e Gasparri hanno rispettivamente 13.199 e 10.954 folowers e 217 e 109 following; poco sotto i 10.000 followers Ingroia, La Russa e Rutelli, quello che ha più following dei tre è quest’ultimo (949), mentre La Russa ne segue 55 e Ingroia 13; Tremonti ha 6.451 followers e soltanto 22 following.
Dai cinguettii dei nostri politici c’è molto da imparare. Maroni, tanto per cominciare, segue solo gente da Bologna in su: il Sud non esiste. Lo prova la lettura accurata dei suoi following. L’unica eccezione è Nicola Porro, del Giornale, romano di nascita, pugliese di famiglia e milanese per lavoro. Il segretario della Lega Nord condanna i cori razzisti nei confronti del Milan e polemizza con Monti sugli auguri di Natale perché pare li abbia fatti a tutti meno che a lui. Il suo primo tweet, l’11 luglio scorso, fu: “Ecco il mio primo tweet… È per voi.. . Per i nostri diamanti! I militanti. Avanti tutta! Prima il Nord”: una dichiarazione di intenti niente male.
Angelino Alfano è il più educato di tutti. Dà il buongiorno spessissimo. Anzi, ci sono giorni in cui non dice altro che “buongiorno”. Ai suoi followers augura buon compleanno, buona domenica, buon lavoro, e si congratula per le nascite di bambini. Annuncia quando parte per le vacanze con moglie e figli. Su Twitter, il 28 maggio 2010, esordisce così: “Eccomi, sono appena arrivato su Twitter!!”. Un entusiasta.
Anche Gasparri risponde con cortesia a tutti, fa gli auguri e, soprattutto, ringrazia spesso: per il resto, solo politica e solo partito. Bersani è un ecumenico. Racconta soprattutto i suoi impegni politici, intervallandoli con un pensiero alla birra bevuta con i militanti a Modena e ricordando che “ovunque sia stato ho sempre cambiato le cose”.
Casini si lascia andare anche a particolari di vita. Racconta il carbone zuccherato messo nelle calze della befana per i bambini, la colazione con la mamma nel giorno della sua festa e l’amore smisurato per il suo Bologna, senza tralasciare, a proposito del calcio, anche la Nazionale. Vendola e Grillo non fanno alcun accenno alla loro vita privata. Renzi sì. Racconta dei 21 minuti ininterrotti di pianto della figlia Ester, alle prese con la prima elementare, oppure le partitelle di calcio del figlio alle otto del mattino della domenica e le sue colazioni solitarie con i giornali mentre lo aspetta, scrive tweet per la sua Fiorentina, usa Twitter mentre è sul palco durante i comizi oppure ospite a trasmissioni televisive e radio. Racconta del dentista alle 7,30 del mattino, dei ritardi dei treni e persino che, per la festa del papà, ha ricevuto tre biglietti e una crostata alla marmellata.
Giorgia Meloni è ostinata, cocciuta, spigolosissima. Intavola accese discussioni con tutti: non lascia passare nulla sotto silenzio. E commenta Sanremo, come Veltroni. Quest’ultimo esordisce su Twitter brioso e simpatico, poi, col passare dei mesi si fa serioso. Molto pacato, anche troppo, ringrazia sempre con “Grazie. Davvero”, guarda contemporaneamente la Juve e Sanremo inneggiando ai Crawnberries, e gli piacciono Arisa e Nina Zilli.
Guido Crosetto è il più simpatico. Gioca molto sulla sua altezza, sul peso e sulla sua provenienza dalla provincia. Prova a rispondere a tutti ma si dichiara spesso vinto dalla velocità del mezzo che lo costringe in ritardo sulle risposte. Ride spesso, usa termini come “azz”, “merda”, “coglione” assolutamente vietati per gli altri. È caustico e ironico ma con garbo. Spesso twitta a favore della Juve e si dispera per avere un figlio torinista. Ringrazia chi gli dà una pacca sulla spalla ma anche chi gli dà uno schiaffo perché, dice, nella vita serve tutto. Dichiara di somatizzare e poi di esplodere. Annuncia quando, al termine di un’orribile giornata, chiude in bellezza finendo le sigarette. Conclude quasi sempre i suoi tweet con le faccine.
La Bindi per lo più rimanda alla sua pagina Facebook, Alemanno spesso ritwitta. Formigoni è fantastico: si diletta con tweet sul Milan, sull’operato del governo, sui mezzi pubblici cittadini e sull’attacco cibernetico subito dal suo sito. Ma, soprattutto, da settembre 2010 a gennaio 2012 vive una fase “english”: tutti i suoi tweet sono in inglese. Vai a capire perché.
Il più introspettivo è De Magistris. I suoi tweet sono straordinari. Si passa dal “Fischia il vento infuria la bufera, scarpe rotte e pur bisogna andare a conquistare la rossa primavera dove sorge il sol dell’avvenire” a “Buongiorno a chi ci mette la faccia, a chi cercherà di rispettare un orario, a chi aiuterà un collega indeciso”.
Sono abbastanza chiusi nel loro mondo, i nostri politici. Seguono quasi tutti giornali, giornalisti e altri politici, tranne Grillo, che non ne segue nessuno, in compenso legge gli aggiornamenti dell’associazione delle vittime della caccia. Poca gente comune, tra i following, tranne delle eccezioni. Bersani ne segue moltissimi, per esempio, un po’ meno, ma ci sono, tra quelli di Di Pietro, Vendola, Giorgia Meloni, Crosetto, Finocchiaro e Alemanno. Il Papa è seguito da Maroni, Alfano, Tremonti, Gasparri, Rutelli, Veltroni e Alemanno.
Dai following si scoprono anche tanti interessi musicali. Vendola segue Daniele Silvestri, Subsonica, Fiorella Mannoia e Elisa. Crosetto ha tra i following Emma Marrone. De Magistris segue Caetano Veloso e pure Veltroni che segue anche Federica Cambia, Adriano Celentano, Roberto Vecchioni, Paul Mc Cartney, Bruce Springsteen, Arisa, Luca Carboni, Malika Ayane, Jovanotti, Dolcenera, Ornella Vanoni e X-Factor. La Finocchiaro segue Marco Mengoni, mentre Alemanno legge i tweet di Renato Zero, Eros Ramazzotti, Max Pezzali e Anna Tatangelo. Ah, Alemanno ha tra i following anche Raffaella Fico e Anna Tatangelo.
Il calcio è presente negli interessi di Renzi, che segue diversi giocatori della Fiorentina, di Anna Finocchiaro, con la Società calcio Napoli, e soprattutto di Veltroni: tra i suoi following ci sono Ciro Immobile, Marchisio, Chiellini, e Tutti pazzi per la Juve.
E Berlusconi? Anche Silvio è su Twitter, non è dato sapere da quando. Ha 3.113 followers, che crescono di giorno in giorno. Ma lui non segue nessuno. E neppure ha mai scritto un tweet. Proprio non ne ha bisogno.