1) Papa Clemente I (in carica dal’88 al 97 ). Rinunciò alla carica a favore di Evaristo perché, arrestato ed esiliato, non voleva che i fedeli rimanessero senza una guida spirituale.
Nella lista dei vescovi di Roma fornita da Ireneo di Lione, C. (o Clemente Romano) è considerato il terzo successore degli apostoli dopo Lino e Anacleto. Ireneo afferma che C., non unico nella sua epoca, era stato a contatto con gli apostoli, tanto che la loro predicazione risuonava alle sue orecchie e la loro tradizione era davanti ai suoi occhi, e ricorda che durante il suo episcopato la Chiesa di Roma inviò ai Corinzi una lettera per farli riconciliare, rinnovando la fede e la tradizione apostolica da poco ricevuta. Eusebio di Cesarea conferma questi dati aggiungendo altre notizie: sarebbe succeduto ad Anacleto nel dodicesimo anno di Domiziano, cioè nel 92 (Historia ecclesiastica III, 15; cfr. Chronicon, ad a. 92, dove si afferma che fu a capo della Chiesa di Roma per nove anni), sarebbe stato compagno di Paolo (Historia ecclesiastica III, 4, 9) – con un probabile riferimento all’omonimo personaggio citato in Filippesi 4, 3 – insieme ad altri collaboratori dell’apostolo. Clicca qui per leggere tutto sull’Enciclopedia dei Papi Treccani
2) Papa Ponziano (in carica dal 230 al 235). In esilio in Sardegna, con la Chiesa divisa, lasciò per rendere possibile l’elezione di un nuovo Papa. Si dimise il 28 settembre del 235. Il Catalogo Liberiano usava le parole discinctus est. Al suo posto fu eletto papa Antero. Poco prima di questo avvenimento o immediatamente dopo, Ippolito, che era stato deportato in Sardegna con Ponziano, si riconciliò con la Chiesa di Roma e lo scisma che aveva causato ebbe termine.
La data di inizio dell’episcopato si deve fissare per congettura al 230, in quanto la fonte migliore, il Catalogo Liberiano, presenta indicazioni contraddittorie. Esso stabilisce la durata dell’episcopato in cinque anni, due mesi e sette giorni e lo fa decorrere dal consolato di Pompeiano e Peligniano, cioè dal 231. Le due circostanze menzionate nel catalogo appaiono incompatibili, tenendo conto di quanto dice appresso, ricordando le circostanze della fine di Ponziano. Questi fu deportato insieme con il presbitero Ippolito in Sardegna, e la durezza del provvedimento è chiarita nel testo dalla specificazione: “in insula nociva”, con la quale si vuole probabilmente intendere il clima insalubre e la condanna ai lavori forzati nelle miniere. L’anno dell’esilio è fissato al consolato di Severo e Quintiano, cioè al 235. Il catalogo ricorda quindi la data della rinuncia di P. alla carica, rinuncia espressa con il termine tecnico “discinctus est” (cfr. Thesaurus linguae Latinae […], V, 1, Lipsiae 1909-34, col. 1316), avvenuta in Sardegna (“in eadem insula”) il 28 settembre e l’ordinazione, come successore, di Antero il 21 novembre. Tali eventi, in assenza di ulteriori specificazioni, debbono intendersi avvenuti nello stesso 235. Calcolando a ritroso sulla base del lasso di tempo indicato nel testo per l’episcopato di P., si giunge a porne la data di inizio al 21 luglio del 230 e non al 231. L’anticipazione al 230 potrebbe essere corroborata da Eusebio di Cesarea che parla di un episcopato lungo sei anni (Historia ecclesiastica VI, 29, 1), ma non si può insistere troppo su questo, perché per la Sede di Roma nel III secolo le cronologie di Eusebio sono largamente deficitarie. Da notare che il catalogo non dice nulla sulla data della morte di Ponziano. Clicca qui per leggere tutto sull’Enciclopedia dei Papi Treccani
3) Papa Silverio (in carica dal 536 al 537) Vittima di un complotto, fu portato in Licia, dove si stabilì a Patara. Rientrato in Italia, probabilmente a Napoli, Vigilio, suo successore non fu disposto a tollerare il ritorno del suo predecessore illegalmente deposto lo fece portare sull’isola di Palmarola, un isolotto vicino a Ponza. Lì, l’11 novembre, Silverio fu costretto ad abdicare firmando un documento in cui rinunciava al ministero di vescovo di Roma in favore di Vigilio. Fu su quest’isola che il Papa morì a causa delle dure privazioni e del trattamento subito.
Figlio di papa Ormisda, Silverio nacque a Frosinone. Alla morte del padre, nel 523, ne compose l’epitaffio, oggi perduto, che celebrava la ricomposizione dello scisma fra gli ultimi sostenitori di Lorenzo e quelli di Simmaco, i tentativi di riconciliazione con l’Oriente e il ritorno dell’Africa alla libertà. Non è noto se all’epoca S. fosse già entrato nel clero, poiché sull’iscrizione non porta alcun titolo, ma quando giunse la notizia della morte di Agapito, avvenuta a Costantinopoli il 22 aprile 536, era suddiacono della Chiesa di Roma. Il pontificato di S., seppur breve, pone particolari difficoltà nell’uso delle fonti. Gli storici concordano nel riconoscere l’apporto di almeno due autori (L. Duchesne), forse tre (F. Savio, H. Hildebrand), nella notizia del Liber pontificalis dedicata a questo papa. Il primo, contemporaneo agli eventi narrati, è fortemente ostile al papa, portato al pontificato dal potere goto, e ripercorre la vita di S. fino alla sua deposizione. Il secondo ha composto presumibilmente il suo testo sotto il pontificato di Vigilio (L. Duchesne) o di Pelagio I (F. Savio), in una prospettiva di distanza temporale dagli eventi e nel contesto della controversia dei Tre Capitoli: trapela un violento astio nei confronti di Vigilio che l’indurrebbe a presentare S. come una sua vittima. Clicca qui per leggere tutto sull’Enciclopedia dei Papi Treccani
4) Papa Benedetto IX (1032-1045) Divenne Papa giovanissimo, probabilmente a 11 anni. Dapprima rinuciò a favore di Silvestro III. In seguito riprese la carica per poi venderla a Gregorio VI, dopo aver abdicato il 1º maggio, forse per il desiderio di sposarsi, vendendo il suo ufficio al prete Giovanni “Graziano” de’ Graziani, suo padrino (probabilmente per oltre 650 kg d’oro). Tale procedimento venne definito simonia, parola che si riferisce a Simon Mago, che offrì denaro agli Apostoli per ricevere i doni dello Spirito Santo. Graziano fu incoronato con il nome di papa Gregorio VI il 5 maggio 1045. A Benedetto era stata promessa la figlia di Gerardo di Galeria (già promotore assieme ai Crescenzi, quattro mesi prima, dell’elezione di Silvestro III). Probabilmente, fu solo un’esca per invogliarlo a lasciare il papato e liberarsi definitivamente di lui. Evidentemente Benedetto si pentì presto della vendita, forse perché non gli fu più concessa la mano della fanciulla.
A Teofilatto, figlio di Alberico III, conte di Tuscolo, terzo di una serie di tre pontefici appartenenti alla famiglia tuscolana – Benedetto VIII e Giovanni XIX -, è toccato di rappresentare, nel valore emblematico più significativo e con una peculiarità di motivazioni, in un contesto unico, forse, in tutta la storia del papato altomedievale, il segno della assoluta mondanizzazione e strumentalizzazione del potere papale, contro la quale si sarebbe levata, nella seconda metà di quello stesso sec. XI che aveva visto la sua elezione, la sua espulsione, il suo rientro in Roma, la sua definitiva sconfitta, la reazione della Riforma gregoriana. Quadro a tinte decise, questo, lasciatoci da tutta una storiografia eccezionalmente concorde nella caratterizzazione dei tratti morali ed umani del pontefice tuscolano… Clicca qui per leggere tutto sull’Enciclopedia dei Papi Treccani
5) Papa Celestino V, detto il Papa del Gran rifiuto (rimase in carica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294). A seguito della sua rinuncia fu eletto Papa Bonifacio VIII, mentre lui si ritirava a vita eremitica sino alla morte.
Pietro del Morrone, il futuro papa, nacque nel 1209 o all’inizio del 1210: la fonte più sicura in proposito, la Vita Coelestini (pubblicata negli “Analecta Bollandiana”, 16, 1897, p. 431), racconta che aveva ottantasette anni al momento della morte avvenuta il 19 maggio 1296. Era originario della Contea di Molise, allora, insieme con la Terra di Lavoro, una provincia del Regno di Sicilia, ma non si è potuto stabilire con piena certezza il luogo di nascita. Sono stati indicati a favore di Isernia due documenti che lo qualificano come cittadino di quella città, ma la loro autenticità è piuttosto dubbia. Ci sono invece più indizi a favore della tradizione raccolta per la prima volta nella Vita in volgare di Stefano Tiraboschi di Bergamo, dell’inizio del sec. XV, che lo vuole nato nella località di Sant’Angelo Limosano (Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. it. cl. V. 68 [= 5619], c. 31v: “[…] in uno castello che si chiama Sancto Angelo nasce lo gratioso Celestin […]”). Questa tradizione è avvalorata soprattutto dalla circostanza che il giovane Pietro entrò nel vicino monastero benedettino di S. Maria di Faifula (presso Montagano) separato da Sant’Angelo Limosano solamente dalla valle del Biferno (Vita Coelestini, p. 404). Clicca qui per leggere tutto sull’Enciclopedia dei Papi Treccani
6) Papa Gregorio XII (in carica dal 1406 al 1415). È il periodo dello scisma d’occidente nel quale regnavano contemporaneamente ben tre Papi (Gregorio XII – Papa di Roma, Benedetto XIII – Papa di Avignone e l’antipapa Giovanni XXIII). La situazione viene risolta con il Concilio di Costanza. Gregorio nominò Carlo I Malatesta e il cardinale Giovanni Dominici di Ragusa come suoi delegati. Il cardinale convocò il concilio e autorizzò i suoi atti di successione, preservando così le formule del primato papale. Quindi Malatesta, agendo in nome di Gregorio XII, pronunciò l’abbandono di Gregorio, che i cardinali accettarono, ma in base a precedenti accordi, accettarono anche di mantenere tutti i cardinali che questi aveva creato, dando così soddisfazione alla famiglia dei Correr, e nominando Gregorio vescovo di Frascati e legato pontificio ad Ancona. Il concilio mise inoltre da parte anche l’antipapa Giovanni XXIII (1415) succeduto ad Alessandro V e lo Scisma d’Occidente giunse a conclusione. Gregorio spese il resto della sua vita, due anni, in una tranquilla oscurità ad Ancona.
Angelo Correr, appartenente al patriziato veneziano, figlio di Niccolò di Pietro e di una Polissena di cui non si conosce la famiglia, si ritiene solitamente nato verso il 1335 in Venezia. Alla data di nascita si risale in via induttiva per il fatto che, quando fu eletto papa nel 1406, sulla base del suo aspetto fisico si disse che aveva settant’anni ed oltre, ma è condivisibile la proposta di posticipare la nascita fin verso il 1345. In ogni caso la prima data sicura di cui disponiamo è quella del 23 marzo 1377, quando il Consiglio dei Pregadi, ossia il Senato veneziano, lo raccomandò a papa Gregorio XI perché gli affidasse il decanato della chiesa di Corone allora vacante, decanato mantenuto poi fino al 1390, ben oltre il momento della nomina a vescovo. Indicato in quell’occasione come “sacre pagine professor”, i suoi studi si erano svolti presso la facoltà teologica dell’Università di Bologna, sulla cui matricola figura come “magister Angelus de Venetiis, secularis, papa Gregorius XII”. Verso la fine del 1379 o (più probabilmente) l’inizio del 1380 era eletto vescovo della diocesi veneziana di Castello, ricevendone le congratulazioni da parte di Caterina da Siena. Clicca qui per leggere tutto sull’Enciclopedia dei Papi Treccani