Ventiquattro anni dopo la condanna a morte lanciata dall’ayatollah iraniano Khomeini dopo la pubblicazione dei Versetti satanici, lo scrittore di origine indiana Salman Rushdie è ancora nel mirino dell’Islam radicale. Secondo quanto rivela il tabloid inglese Sun, il magazine qaedista Insipire, edito dalla Al malahem media foundation, il braccio mediatico di Al Qaeda, avrebbe scritto un articolo dal titolo “Wanted vivo o morto per crimini contro l’Islam”. Nella lista dei ricercati ci sarebbe anche il reverendo Usa Terry Jones, che bruciò una copia del Corano l’11 settembre 2010, anniversario dell’attentato alle Twin Towers.
La fatwa, la sentenza di condanna a morte nei confronti di Rushdie è stata reiterata nel 2008, mentre lo scorso settembre l’iraniana 15 Khordad Foundation – nome che richiama il giorno in cui Khomeini fu arrestato e mandato in esilio forzato, il 5 giugno 1963 – ha alzato a 3,3 milioni di dollari la ricompensa per chi ucciderà lo scrittore. Per il quotidiano iraniano Jomhoori Eslami, l’aumento della taglia è stato deciso dall’ayatollah Hassan Saneii, che guida la 15 Khordad Foundation.