Portineria MilanoLa lunga notte dei riformisti habitué del Meeting Cl

Lupi, Letta, Alfano e lo stesso Bersani hanno fatto parte dell’Intergruppo

Passa attraverso l’Intergruppo per la sussidiarietà della scorsa legislatura, il “progetto” del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di creare un nuovo governo di larghe intese tra Partito democratico e Popolo della Libertà. Piano che il Capo dello Stato ha spiegato ai partiti durante le consultazioni, ma che non vede ancora la “luce” per alcune resistenze all’interno del Pd, con alcuni tutt’ora convinti di poter recuperare il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.

Eppure, l’ipotesi di un governo di larghe intese tra democratici, pidiellini, montiani e leghisti, prende ora dopo ora consistenza a Montecitorio. L’apertura da parte di Bersani a un “governo di tutti”, dove ognuno si prenderà le proprie responsabilità, è il segnale che al momento è in corso una trattativa tra le anime “cosiddette” riformiste di Pd e Pdl. Del resto, Berlusconi avrebbe spiegato al Capo dello Stato di essere persino disposto a ragionare su una legge per il conflitto di interesse per trovare il modo di varare un governo.

E per capire chi sono gli attori di questa trattativa – e soprattutto quali potrebbero essere i prossimi ministri (o comunque gli attori principali) di questo governo – bisogna appunto andare a riprendersi i nomi di quel gruppo bipartisan dove Maurizio Lupi, oggi nominato vicepresidente della Camera, e Enrico Letta, vicesegretario del Pd, sono sempre stati i punti cardine.

Ci sono due fotografie a cui molti deputati di centrodestra e centrosinistra stanno guardando in queste ore così concitate, dove sarà deciso il destino della diciassettesima legislatura. La prima porta la data del 21 agosto del 2011, quando Napolitano visitò gli stand del Meeting di Rimini, il raduno di Comunione e Liberazione, per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. In quell’occasione, insieme con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, si ricordarono gli anni in cui l’Italia, aveva saputo rialzarsi dalle difficoltà economiche, facendo emergere il meglio della propria società.

La seconda fotografia porta invece la data di oggi, 21 marzo 2013. È una foto presa nel Transatlantico di Montecitorio, a pochi minuti di distanza dal discorso di Bersani nella sala stampa del Quirinale. Gli unici presenti, in un corridoio quasi deserto, con le votazioni ormai concluse per i vicepresidenti e vicesegretari, sono alcuni esponenti del Popolo della Libertà.

C’è Angelino Alfano, il segretario, che sorride con alcuni deputati, fra cui Fabrizio Cicchitto e Renato Brunetta. Ma a parte questi, a spiccare sono soprattutto alcuni proprio di quell’Intergruppo per la Sussidiarietà. Ci sono Lupi, fondatore dell’Intergruppo, Elena Centemero, Barbara Saltamartini, Paolo Vella, Raffaello Vignali e Mariastella Gelmini. Del Pd non c’è nessuno ma la voce che corre per tutte le camere porta un nome e un cognome: Enrico Letta.

Il vicesegretario del Partito Democratico non si fa vedere, ma sarebbe proprio lui in queste ore il primo interlocutore di Alfano per trovare la soluzione alle richieste di Napolitano. E con lui hanno lavorato in questi giorni a una soluzione anche Vannino Chiti, anche lui dell’intergruppo, ex vicepresidente del Senato.

Ma a far parte dell’intergruppo è stato soprattutto Vasco Errani, il potente presidente della regione Emilia Romagna, che si è mosso a 360 gradi, anche con Grillo, ma concentrandosi soprattutto sulla Lega Nord di Roberto Maroni. E poi ancora Lapo Pistelli, responsabile esteri del Pd, antirenziano di ferro. Ma il nome del Pd di quel gruppo, uno dei più grandi sostenitori della sussidiarietà è sempre stato proprio Bersani, che ora potrebbe ricevere un incarico esplorativo di governo.

Tra i montiani basta dare un’occhiata al Senato e si trova Mario Mauro, ex europarlamentare del Pdl, ma sostenitore strenuo della sussidiarietà e membro di Comunione e Liberazione. Non solo. Si ritorna a parlare anche di Corrado Passera, attuale ministro per lo Sviluppo Economico, ma in buoni rapporti con quel mondo, tanto da essere sempre presente ai Meeting di Rimini. Ma in serata, forse, la considerazione più pesante è arrivata da un altro amico del Meeting, Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria che mette fretta ai vari interlocutori: «Ci auguriamo di avere un governo in tempi ristretti, che possa mettere mano a quei provvedimenti che sono assolutamente necessari e prioritari per l’economia reale».

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