Prima sembrava tentato dal ritorno in politica, rincuorato dal crollo nei sondaggi del successore François Hollande. In realtà, Nicolas Sarkozy – col beneplacito di Carlà – starebbe imboccando la strada dell’alta finanza, secondo quanto ha anticipato il Financial Times (in un articolo cofirmato dal direttore Lionel Barber) giovedì 8 marzo. Sarebbe corteggiato come gestore di diversi fondi sovrani, ma l’offerta più concreta l’avrebbe ricevuta dal Qatar: una dote di 500 milioni di dollari. Un fatto che sta facendo riaffiorare molti dubbi nella vicenda dell’affidamento del mondiale di calcio 2022 al Qatar, un affaire su cui il settimanale sportivo transalpino France Football batte da tempo. Troppo sospetto il grande anticipo con cui il Campionato del mondo è stato assegnato, tanto da far gridare a un “Qatargate”.
Coinvolti nelle vicenda – che gli interessati hanno ovviamente smentito – oltre all’ex presidente francese, il capo della Uefa Michel Platini e l’attuale proprietario del Paris Saint Germain, l’emiro del Qatar Hamad ben Khalifa Al Thani. L’ipotesi di France Football è di un accordo che avrebbe previsto l’acquisto della squadra parigina da parte dell’emiro (verificatosi un anno dopo), la nascita di un nuovo canale televisivo in Qatar (BeIn Sport, lanciato a metà 2012) e l’aumento del sostegno dell’azionariato qatariano nel gruppo Lagardère. In cambio Platini e la Francia avrebbero usato tutte le loro forze per sostenere la candidatura mundial (poi vincente) del Qatar. La prova regina su cui si basa l’inchiesta giornalistica è una email in cui il segretario generale della Fifa Jérôme Valcke scrive “hanno comprato il mondiale 2022”. Frase dallo stesso smentita, come parte di una conversazione scherzosa. E poi ci sono molti altri indizi e il pesante sostegno al Qatar dato da Mohammed Bin Hammam, a capo della federazione asiatica e radiato a vita nel dicembre scorso per corruzione, e dell’ex presidente della federazione brasiliana licenziato dalla Fifa per corruzione.
Costituito nel 2005, il fondo sovrano qatarino, il Qatar Investment Authority (QIA) dispone di circa 61 miliardi di dollari di attivi ed è diviso in due strutture: Qatari Diar (immobiliare) e Qatar Holdings. QIA, che solo nel 2011 ha investito 21,7 miliardi di dollari all’estero ha partecipazioni un po’ ovunque: da General Motors a Banco Santander, da Miramax a Porsche a Volkswagen. Secondo Nabil Ennasri, ricercatore e autore del libro L’Enigme du Qatar, citato da Le Monde, «esistono molti legami e connivenze tra Sarkozy e il Qatar legati a molti dossier diplomatici, a partire dalla liberazione delle infermiere condannate alcuni anni fa a morte in Libia. I 500 milioni di euro messi a disposizione rappresentano in proporzione un somma relativamente modesta per gli ordini di grandezza qatarini e il legame personale tra la coppia ex presidenziale e l’emiro si sono fatti sempre più stretti negli anni».