Portineria MilanoBerlusconi vuole votare. Ma Renzi è sopra di 10 punti

Governissimo o voto. Sondaggio della Ghisleri: in caso di urne a giugno rottamatore avanti

C’è un sondaggio di Alessandra Ghisleri che turba i sonni di Lega Nord e Pdl, in particolare quelli di Silvio Berlusconi, a ventiquattr’ore dall’inizio del lavoro dei dieci saggi scelti dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È una paginetta che sta circolando in queste ore tra le caselle mail degli esponenti di centrodestra. E che potrebbe far cambiare idea – insieme con il lavoro di mediazione di Gianni Letta – ai «falchi» del Pdl, che in queste ore sorvolano la villa di Arcore, minacciando il Capo dello Stato e i 10 saggi di far saltare il banco delle trattative. Non è un caso – fanno notare alcuni – che Berlusconi, al contrario del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, non abbia ancora fatto un commento ufficiale, delegando tutto al segretario Angelino Alfano.  

In quest’ultima rilevazione, effettuata della fidata sondaggista del Cavaliere, diversi deputati pidiellini e leghisti hanno letto che in caso di elezioni a giugno, Matteo Renzi, il sindaco di Firenze rottamatore del Pd, sarebbe come candidato premier davanti a Berlusconi e al centrodestra in una forbice tra i 6 e i 10 punti percentuale. Non solo. Nello stesso sondaggio Beppe Grillo sarebbe sceso al 15%. Bisogna partire da questa paginetta, quindi, che il Cavaliere si è ritrovato come “sgradito” regalo nell’uovo di Pasqua, per capire gli animi dei berlusconiani, alle prese con una guerra interna, tra falchi e colombe, dopo la mossa a sorpresa del Capo dello Stato di sabato scorso. E c’è chi, per stemperare gli animi, ricorda che la nomina del «saggio» Gaetano Quagliariello sarebbe stata presa di concerto da Letta e dallo stesso Berlusconi.

Al momento, però, a nulla sembra servito il comunicato del Colle dove Napolitano ha annunciato la durata «breve» della bicamerale economico politica. «Risulteranno evidenti sia il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell’iniziativa assunta dal Presidente della Repubblica sia i limiti temporali, d’altronde ovvi, dell’attività dei due gruppi», questa la nota del Quirinale. Alfano, infatti, a pochi minuti di distanza dall’uscita del comunicato ha parlato di “casa che brucia” e ha minacciato il voto in estate nel caso in cui dopo l’esperienza dei saggi non ne esca un governo di “larghe intese”. Di mezzo c’è la battaglia per il Quirinale e a quanto pare ognuno pare alzare ogni giorno la posta in palio.  

C’è chi, però, nel Pdl mantiene la calma e dispensa consigli. Come Maurizio Lupi, da più di un mese pompiere della trattativa con il Pd, che al Tg1, ha invitato Napolitano e i saggi a lavorare per il bene del Paese. «Bisognerebbe superare quel pregiudizio del Pd nei confronti di Pdl e Berlusconi. Se i saggi possono aiutarci a superare questo pregiudizio, per individuare i punti di un programma concreto, noi siamo contenti e li sosterremo». Certo, anche Lupi chiede di andare al voto in caso di fallimento della trattativa, ma è una colomba in questo cielo di falchi. Martedì, in via dell’Umiltà, sede del partito di Berlusconi, si promette una giornata di discussioni accese. Nel primo pomeriggio si metteranno sul tavolo le strategie politiche e si tireranno le somme sui prossimi lavori parlamentari.

C’è chi, consigliato dal gran ciambellano Letta, consiglia di mantenere la calma, aspettare l’apertura dei mercati e valutare con esattezza le proposte che i saggi effettueranno con Napolitano. Lo ha spiegato anche Roberto Formigoni, senatore del Pdl: ‘I ‘saggi’? Credo che, mettendo nero su bianco due o tre punti di provvedimenti importanti da prendere sul piano economico, potrebbero aprire la strada a un governo di larghe intese che potrebbe decollare con l’appoggio delle piu’ grandi forze. Questo è uno spiraglio stretto ma che dobbiamo cercare di allargare».

Non la vede così Micaela Biancofiore che parla di «ammutinamento» oppure molti altri che parlano, sulla falsariga del titolo del Giornale di domenica, di vero e proprio ‘golpe’. Alla agenzia Agi, c’è persino chi fa filtrare questo ragionamento di un deputato pidiellino: «Dobbiamo far saltare il tavolo subito, altrimenti in tre o quattro giorni Violante preparerà dei testi da dare a Monti e a quel punto sarà difficile spegnere il motore della macchina. Inoltre così si ridà ossigeno a Monti che ormai è delegittimato e ha perso credibilita». 

Ma sembra una voce dal sen fuggita. Dentro la Lega Nord a parlare è il segretario nazionale Matteo Salvini: «Se si vuole, un accordo in 10 giorni si trova; se invece si vuole perdere altro tempo, la Lega ringrazia, si alza e se ne va». Mentre il senatore Raffaele Volpi ricorda proprio agli esponenti del Pdl di leggere i sondaggi della Ghisleri. «I falchetti del Pdl dovrebbero mostrare a Berlusconi un sondaggio con Renzi e forse la fregola del voto passerebbe! Forzaghisleri». Quel sondaggio Berlusconi l’ha già visto. Sembra sia stato Gianni Letta in persona a portarglielo. 

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