È una notizia choc per la città di Palermo. La libreria storica Flaccovio di via Ruggero Settimo chiude i battenti. Fondata nel 1938 da Salvatore Fausto Flaccovio, è stata per anni il centro nevralgico della cultura palermitana e siciliana. È stata la libreria frequentata da personaggi del calibro di Renato Guttuso, Leonardo Sciascia, Alba De Cespedes, Mara Abba, Giangiacomo Feltrinelli, Cesare Zavattini, Arnoldo Mondadori, Mario Soldati e Riccardo Bacchelli. Santo Piazzese, scrittore palermitano, raggiunto telefonicamente da Linkiesta, spiega che «per qualunque città la chiusura di una libreria storica rappresenta un disastro».
Piazzese nella sua città chiude la libreria storica Flaccovio. Ricorda aneddoti, suggestioni sulla libreria in questione?
Per il sottoscritto è la notizia del giorno. Io da frequentatore di librerie non ho un aneddoto da raccontarle sulla libreria Flaccovio. In genere io seguo i librai. Da Flaccovio ero arrivato perché aveva un libraio molto bravo con il quale mi piaceva parlare.
Per il capoluogo siciliano la libreria rappresentava un simbolo. Addirittura in un documentario di Mario Soldati veniva considerato l’epicentro culturale, un fulcro per le intelligenze e per gli intellettuali.
Per qualunque città la chiusura di una libreria storica è un disastro. È vero: in libreria ci sono fotografie dei più grandi scrittori ed editori italiani in compagnia di Sergio Flaccovio, il figlio, e con il padre Salvatore Fausto. Fra l’altro era anche un punto di incontro per lettori forti, lettori deboli, curiosi.
Insieme alla libreria di via Ruggero Settimo chiude anche l’altra di via Maqueda, la libreria Dante, acquistata dai Flaccovio negli anni ’70.
Le dirò, mi dispiace ancor più che chiude la libreria Dante perché è ancora più antica, risaliva al 1882. Libreria che si trova accanto allo storico negozio di abbigliamento Pustorino. Entrambi sono un pezzo di storia della città. Le racconto una cosa: il vecchio Pustolino lasciò la bottega ai commessi però con una clausola: che non potevano toccare nulla. Per me sono sempre stati una cosa quasi integrata la libreria Dante e Pustorino.
Sergio Flaccovio promette che proverà a rilanciare l’attività editoriale puntando sull’e-book. La crisi dell’azienda inizia nel 2008 quando gli incassi calano del 6 per cento. Nel 2010, un ulteriore contrazione delle vendite del 21 per cento, e l’anno successivo del 15 per cento.
È facile dare suggerimenti dall’esterno. Non conosco la situazione economica. Ma Flaccovio ha risentito più di altre librerie perché era a metà fra la libreria a gestione familiare indipendente e la libreria generalista come la Feltrinelli. Le faccio un esempio: due piccole librerie come la Modus vivendi, che si trova in via Quintino Sella, e la Broadway, non avendo da fare grande investimenti, stringono i denti. D’altronde pagano lo stipendio del libraio, al quale devono aggiungere i costi di gestione.
Probabilmente la libreria ha risentito la presenza a pochi metri di grandi colossi come la Feltrinelli e la Mondadori.
Verissimo. Feltrinelli è una libreria generalista, all’interno vendono anche oggetti. Addirittura alla Mondadori si trovano anche i computer. Però in queste grandi catene di librerie non esiste il rapporto libraio-lettore. A me piace il rapporto umano e personale con il libraio. Specialmente lì dove c’è un libraio vero, un libraio che conosce i libri, che li ha letti, che può darti consigli. Poi c’è un fatto che di libri se ne vendono sempre meno. La gente non rinuncia alla pizza del sabato, ma ai libri sì. Secondo me lo Stato dovrebbe fare la sua parte impedendo questi mega sconti.
Chi frequenta le libreria di Palermo?
Nelle librerie si incontrano sempre meno persone. Però nelle grandi librerie, generalmente, incontri di gente di qualsiasi tipo. Nelle piccole librerie si incontrano i lettori forti. Io, onestamente se devo dare un appuntamento a qualcuno lo dò in libreria. In questo modo se l’altro dovesse ritardare potrei leggere qualcosa. In genere in libreria ci si dà appuntamento tra affini.
@GiuseppeFalci