Una nemesi così non se la immaginava nemmeno il peggior detrattore del Carroccio. Succede che esattamente vent’anni dopo le monetine lanciate contro Bettino Craxi davanti all’hotel Raphael di Roma, simbolo imperituro della partitocrazia al tramonto e della rabbia popolare contro una politica immobile e arraffona, a finire nel mazzo della casta e degli scandali è quella stessa Lega che esplose elettoralmente grazie alla rivolta di Tangentopoli contro la prima repubblica, di cui il leader socialista fu l’espressione più verace. Vent’anni dopo i rivoluzionari di ieri sono diventati borghesi dalla pancia piena. Roma ladrona li ha sedotti e digeriti e mai come in questa vicenda i simboli e i ricorsi storici contano. Lo yacht da 25 metri di Riccardo Bossi, figlio del Senatur, scovato dal Corriere in un porticciolo tunisino, era infatti ormeggiato vicino a quella Hammamet che fu il rifugio finale dell’odiato Craxi. Da Roma ladrona alla Tunisia nello spazio di vent’anni. E poi ci si lamenta che al governo sono tornati i democristiani…
(Nella foto: La Lega porta il cappio in Parlamento con il canturino Luca Leoni Orsenigo, il 16 marzo 1993, durante gli scandali di Tangentopoli, alludendo alle forche per i politici corrotti)