E per gli intenditori il bollito di Brescia è “charme”

La prestigiosa rivista arbitro del miglior lifestyle

Messaggio all’avanguardia gastronomica del Belpaese: trippa e polpette garantiscono un posto al sole – e che sole – più di sfericazioni e marinature di tuorli vari. Essere citati da Monocle, il magazine lifestyle più famoso del mondo – l’inventore è mr. Tyler Brulè, già deus ex machina del mitico Wallpaper – è un’impresa ai limiti dell’impossibile. Un sogno per chi ama sentirsi parte dell’élite. Beh, incredibile ma vero, l’onore è toccato di recente anche a un osteria di casa nostra, nella fattispecie l’Osteria della Villetta che sarà anche una delle migliori trattorie ma al di fuori del piccolo “circuito” dei gourmet italici e di chi frequenta abitualmente (chi?) o risiede a Palazzolo sull’Oglio è sconosciuta.

«Siamo rimasti a bocca aperta. Qui mangiano tanti stranieri che vengono in Franciacorta per le cantine ma non potevamo sapere che tra loro ci fosse un inviato di quella rivista. Un giorno arriva un nostro vecchio cliente con un ritaglio del Pais che riprendeva l’articolo di Monocle. Che sorpresa». Chi parla è il “Mauri”, al secolo Maurizio Rossi, titolare dell’osteria a due passi dalla stazione ferroviaria di questo paesotto sulla direttrice Bergamo-Brescia. Mostra con orgoglio l’articolo sullo charme, parola che secondo Monocle «sta ridisegnando il rapporto con il mondo» e si traduce in «eleganza, grazie e cura del dettaglio». Si può sorridere sul tema e il suo svolgimento ma sta di fatto che l’Osteria della Villetta è finita – unico ristorante al mondo – nella top ten dei luoghi di charme, che spaziano dal treno rosso con vagoni retrò che traversa l’Engadina alla via di Beirut che mischia vecchie architetture mediorientali a nuovissimi palazzi di archistar. I suoi antenati – il locale venne aperto dal bisnonno ai primi del ‘900 – probabilmente sarebbero basiti.

Di sicuro, in queste sale non manca l’atmosfera: liberty puro, il bancone in legno e la lavagnetta con il menu del giorno, le antiche stampe alle pareti, tavoli e sedie in legno, lingue e dialetti che si incrociano. L’oste sembra uscito dai Promessi Sposi, anche se ha cadenza bresciana e non meneghina. Qui si siedono – soprattutto a pranzo – spaesati turisti americani, imprenditori lombardi, famiglie in gita, padroncini del posto. «Se non riusciamo a fare i tavoli “giusti” li mischiamo tra loro e si divertono forse di più – spiega Grazia, solare moglie di Maurizio ed ex-insegnante – mai come in questo momento c’è bisogno di parlarsi, di tirarsi su davanti a polpette e Franciacorta». In effetti, al di là dell’innegabile colpo di fortuna (se invece che a due passi dalla Franciacorta, la Villetta fosse stata in Valtellina sarebbe stata impresa ben più dura) risulta facile capire l’innamoramento dell’inviato di Monocle. Questa è l’Osteria. Con la “O” maiuscola. Della stazione per i palazzolesi. Lombarda per gli italiani. Italiana per gli stranieri.

Ma cosa avranno mai fatto per conquistare gli esperti di cucina di Monocle? Il piatto forte è il pesce persico, quando c’è. Oppure il piatto della casa: polpetta di manzo, involtino di verza ripieno, guanciale bollito con salsa verde. All’osteria – raccontano – ci sarebbe venuto anche Alain Ducasse, il più ricco chef del pianeta – venti ristoranti all’attivo, accompagnato dal socio in affari Vittorio Moretti, il signor Bellavista e Contadi Castaldi. Ed è di casa Gualtiero Marchesi, cliente abituale e abitudinario. «Mi dice sempre che se aprisse un’osteria, la vorrebbe come la mia e allora io gli dico che io mollo questa e per lui faccio solo il servizio in sala. A parte, resta il solo unico maestro della cucina italiana e lo dice un oste».

Ma gli altri maestri, quelli di cui si parla tanto e sono sempre in televisione? «In tanti hanno studiato proprio da Marchesi. Sono bravi, però a volte mi sembra che vanno oltre il senso della buona cucina e non rispettano il territorio. Mi ricordo di un cuoco stellato – veniva dal Sud – che quando gli ho proposto di assaggiare il raro persico dell’Iseo, ha detto“io non mangio pesce di lago”. Ma come? Vuol dire non capire un accidenti di cibo”. Pazienza, Mauri. Lui pensa di essere figo e non dormirà per inseguire (o non perdere) le stelle Michelin, tu sei finito su Monocle con un locale di charme. A Palazzolo sull’Oglio.  

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