C’è un balletto in corso alla Camera dei deputati mentre il premier Enrico Letta chiede la fiducia a parlamentari e senatori. E che si incastra su chi sarà all’opposizione e chi no, in un governo di larghe intese “aperto a tutti” come ha detto lo stesso Letta. “È il valzer delle poltrone” come lo definisce Daniele Farina, deputato di Sinistra e Libertà, che oltre a parlare di “opposizione dura” paragona lo stallo (rinviato ancora una volta ndr) sulle nomine nelle commissioni parlamentari a quello delle “12” sedie. “Si tengono tutti in piedi, in attesa di occupare quella giusta”.
Non è infatti ancora chiaro, al momento, a chi spetteranno le due commissioni di garanzia, Copasir e Vigilanza Rai, con un’opposizione ancora fumosa e con una Lega Nord pronta all’estensione sulla fiducia al governo ma allo stesso tempo disposta a votare “alcuni provvedimenti” (copyright del tosiano Matteo Bragantini). E’ una sorta di opposizione a due velocità, la prima “morbida” contro il governo Letta, la seconda “più dura” contro il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.
“Perché non faremo la guerra al governo Letta , ma se in 18 mesi non ci dà il federalismo ce ne andiamo” dice Umberto Bossi, l’ex leader sprofondato nei divanetti della sala fumatori di Montecitorio. Ma proprio questo “fumo” che circola intorno a chi si oppone e chi no, a come si oppone e a quanto lo farà, rischia di avere importanti ricadute sulla scelta “delle poltrone” per le commissioni che avranno voce sui servizi segreti e sulla gestione della Tv di stato.
Non è un caso che il Popolo della Libertà e Scelta Civica abbiano chiesto un ulteriore slittamento al presidente della Camera Laura Boldrini. “Teniamo ancora bloccate le commissioni” urla il grillino Angelo Tofalo dagli scranni di Montecitorio. Del resto, bisogna limare ancora le richieste e gli incastri, ma soprattutto evitare che il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo occupi “istituzioni” strategiche “per la democrazia italiana” chiosa un democratico di rango. E quindi? Come se ne esce? Secondo la legge l’unica vera presidenza di una commissione di garanzia che deve andare all’opposizione è quella del Copasir. Lo dice una legge del 2007.
Non solo. Secondo un ultima riforma della Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, varata da Massimo D’Alema, è la vicepresidenza ad avere più poteri. Qui la battaglia è tra Sinistra e Libertà e Movimento Cinque Stelle, anche se alla porta c’è sempre il Carroccio, che però, con Giancarlo Giorgetti, capogruppo alla Camera, fa sapere nel suo discorso di non esserne interessato. Non solo. Nelle ultime ore si è aggiunto pure Fratelli d’Italia (ha votato contro ndr) di Ignazio La Russa, pronto “a dare una mano” e a rivendicare per il suo partito qualche “poltrona” di peso.
Meglio forse la Vigilanza Rai per la Lega, dove potrebbe schierare un esperto del settore come Davide Caparini. Ma il diretto interessato smentisce l’interessamento. Come peraltro lo stesso Giancarlo Giorgetti: «Non ci interessano le poltrone». La Lega in realtà avrebbe un’altra aspirazione: la commissione bilancio alla Camera. O forse ancora di più: la presidenza della Convenzione per le Riforme, dove però ha messo il naso niente di meno che Silvio Berlusconi: a quanto pare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci avrebbe visto bene proprio il saggio Giorgetti.
Il problema è che le commissioni permanenti devono andare alla maggioranza, quindi il Carroccio, astenendosi dalla fiducia, non ne avrebbe il diritto. “Ma in questa situazione chi può dire che sta all’opposizione e chi no?” rivela un maroniano di ferro in Transatlantico. Se ne saprà di più la prossima settimana, anche se c’è chi nel Partito Democratico conferma che alla fine ai grillini potrebbe andare la presidenza della Vigilanza Rai. Mentre alla commissione Bilancio ci andrà Francesco Boccia, del Partito Democratico e braccio destro del premier Enrico Letta.
Ma il balletto potrebbe continuare ancora a lungo. Del resto, il presidente della Camera, Laura Boldrini ha chiesto di avviare le procedure per la costituzione delle commissioni parlamentari già da domani pomeriggio. “All’appello, però – dice la capogruppo alla Camera del M5s Roberta Lombardi – mancano ancora i componenti delle commissioni in quota Pdl e Scelta civica. Per questo la presidente ha chiesto ai due partiti di presentare i nomi entro domattina, ulteriore sollecitazione di una serie che parte dal 9 aprile scorso”. E il valzer continua. Per far fuori Beppe Grillo.