«Invece di spiegare i motivi del perché appoggiano il governo Monti e una nuova manovra economica lacrime e sangue, pensano bene di farmi fuori». Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera della Lega Nord, ce ne ha per tutti in questi giorni in cui il Carroccio è alle prese con la formazione di un nuovo esecutivo e con uno scontro interno al movimento senza precedenti. «Non è il momento di litigare, ma servono risposte da parte di Maroni, Salvini, Tosi e Giorgetti. Dopo le manovre di palazzo abbiamo lasciato un governo che doveva approvare il federalismo fiscale. Avevamo il 12% a livello nazionale. Poi dopo gli scandali siamo passati all’8%. Alle ultime elezioni siamo scesi al 4% e di questo passo arriveremo al 2%. La verità di tutta questa storia è che hanno paura di tornare al voto».
L’accusano di non aver fatto campagna elettorale alle ultime elezioni politiche e regionali
Allora si vede che conto qualcosa…Ma si figuri se è questo il problema. Stanno cercando di coprire i problemi interni al partito prendendo me e tanti altri come capro espiatorio. Qui servono risposte da dare ai militanti che non capiscono cosa sta succedendo. Lo ripeto: non ho ancora capito i motivi alla base dell’appoggio ai saggi del governo Monti. C’è stato un momento in cui la Lega doveva persino appoggiare il governo Bersani…
Anche Berlusconi, vostro alleato, però non sembra del tutto sicuro di attaccare il presidente della Repubblica, in questa fase di crisi economica.
Io ero rimasto a quando Maroni definiva Berlusconi come il diavolo…. L’alleanza è finita prima dell’arrivo del governo Monti. Ora è ricominciata e adesso si appoggia di nuovo un altro governo Monti, chè farà una nuova manovra economica lacrime e sangue. Qui c’è il rischio di fare la fine di Cipro. Ma di cosa stiamo parlando?
Lei dice che siete scesi al 4%, però avete conquistato la Lombardia, un grande sogno della Lega per la macroregione e la Padania.
Va benissimo, una grande conquista, ma qui il problema è la Lega, un partito che rischia di scomparire se si continua di questo passo. C’è un grande malessere nella base per come si stanno mettendo le cose.
Ci sono soluzioni? Lei ne ha?
Non sono io quello che deve trovarle. Io sono un semplice militante. Lavoro tutte le mattine e mi preoccupo come imprenditore di quello che sta succedendo a livello economico nel nostro Paese. Non sono più nel consiglio federale dopo 20 anni. Non sono stato ricandidato né alla camera né in regione. A parlare devono essere gli altri, da Sonia Viale a Flavio Tosi, da Roberto Maroni fino al “saggio” Giorgetti che ha le mani in pasta dappertutto.
C’è qualcuno che punta a spaccare il partito?
A Verona la Lega è al 7%, in Liguria siamo all’1%. Cosa c’è da spaccare ormai?
E Bossi? Si parla di una scissione in vista
Ma quale scissione?! Non è il momento di litigare, ma bisogna rimboccarsi le maniche. Tutti vogliamo il bene della Lega e non bisogna espellere i militanti solo se non si è d’accordo. In questo modo si coprono solo le difficoltà evidenti che ci sono dentro il movimento. Lo ripeto di nuovo: Maroni e Salvini devono darci risposte
Arriveranno forse il 7 aprile a Pontida. Le ci andrà? Si vocifera che Umberto Bossi potrebbe non esserci
Non mi risulta: Bossi ci sarà. E ci sarò anche io. Mi voglio sedere sul pratone e ascoltare, questa volta non sono protagonista, ma voglio vedere cosa diranno.
Maroni ha annunciato che domenica ci sarà da festeggiare la vittoria in regione
Non vedo proprio cosa ci sia da festeggiare
Contestazioni in vista?
Qui non è che è bianco o è nero. Pontida per noi è una festa storica, ci saranno gli applausi e poi chi vorrà fischiare, se se la sente, è libero di farlo.