«Ho fatto una scelta di vita, per i prossimi quindici anni mi occuperò di politica con passione». Alfio Marchini ci ha preso gusto. Nello staff dell’imprenditore romano nessuno nasconde l’entusiasmo. Il risultato delle amministrative romane ha sorpreso quasi tutti. Il 10 per cento dei voti – oltre 110mila preferenze – supera le aspettative. «Soprattutto in questa città, dove gli apparati di partito sono fortissimi».
Adesso Marchini pensa in grande. Le Comunali sono solo l’inizio. Erede di una dinastia di costruttori romani di sinistra – negli anni Quaranta il nonno Alfio costruì e regalò al Pci la storica sede del Bottegone – l’imprenditore è pronto a scalare i palazzi della politica. Oggi il Campidoglio, tra un anno il Parlamento europeo. Più avanti si vedrà.
Non c’è nulla di improvvisato. A scanso di equivoci Marchini si è già liberato delle aziende a rischio conflitto di interessi. Prima tra tutte Astrim Energia, ceduta lo scorso febbraio alla tedesca Bosch. Si pianifica il futuro con uno sguardo al presente. Nel comitato elettorale dell’imprenditore amico di Francesco Gaetano Caltagirone tengono ancora banco le amministrative di Roma. Tra due settimane c’è il ballottaggio. Gli oltre 100mila elettori del primo turno sono un punto di partenza tutt’altro che trascurabile. Fanno gola a Ignazio Marino – non a caso il chirurgo Pd si è affrettato a complimentarsi per l’ottima campagna elettorale – ma anche al sindaco uscente Gianni Alemanno. Per ora Marchini respinge le avances. «Non sarò mai vice sindaco» ha chiarito. Chi sceglierà tra i due candidati ancora in corsa? «Valuteremo sui programmi e sul merito».
Del resto Alfio Marchini vuole rimanere lontano dai grandi partiti. Negli ultimi mesi sono arrivati endorsement inaspettati – anche da esponenti di Scelta Civica – ma l’imprenditore è stato attento a non legarsi a nessuno. «E al momento non sono in cantiere progetti di alleanze» ci tiene a specificare chi lo conosce bene. Marchini si è accreditato come un politico indipendente, nuovo. È questo il segreto del suo successo, raccontano.
Difficile non riconoscere la portata della sua affermazione elettorale. Creare dal nulla un movimento e nel giro di pochi mesi conquistare il 10 per cento dei voti a Roma non è cosa facile. «Soprattutto perché non abbiamo promesso poltrone né assunzioni», ricorda lui. Onore al merito. I detrattori di Marchini ironizzano sulla sua immagine. Un “piacione” come si dice in città. Un belloccio – i paragoni con il noto Ridge di Beautiful si sono sprecati – in grado di conquistare le simpatie di tante elettrici. Benestante e benvestito, già capitano della nazionale di Polo, Alemanno lo ha più volte accusato di essere poco vicino ai problemi della città. «Per me è un ufo». Qualcuno lo ha criticato per il legame con Caltagirone. In realtà la trama delle sue amicizie è rigorosamente trasversale. Un nome su tutti: Massimo D’Alema. Qualche anno fa l’ex premier ha fondato con Marchini la fondazione Italianieuropei.
«È stato abbastanza temerario quello che ho fatto» ammette oggi Marchini intervistato da Radio 24. «Grazie a Dio è andata bene. Poteva essere una roba disastrosa e invece è stata la dimostrazione che c’è una grandissima voglia di politica e partecipazione». L’ascesa dell’imprenditore non può lasciare indifferenti. Nella Capitale ha conquistato quasi gli stessi voti del Movimento Cinque Stelle (la differenza tra i due candidati sindaci è di circa 35mila preferenze). Eppure l’annuncio della sua discesa in campo risale solo allo scorso dicembre. Il caratteristico logo con il cuore rosso – a Roma si trovava un po’ ovunque – simbolo della campagna elettorale? È stato lanciato a febbraio. Il 14, in occasione di San Valentino. Frutto di un’idea dello stesso Marchini e del giovane consulente creativo Luca Lo Presti.
Difficile dire se il nuovo movimento di Marchini conserverà lo stesso logo. Per ora l’immagine dell’inconfondibile cuore rosso passerà a una fondazione. In attesa di strutturare il contenitore politico che nascerà, si parte da qui. Un’organizzazione che impegnerà gli oltre 1.500 volontari della campagna elettorale. Quasi tutti giovani, esponenti del mondo delle professioni. Molti di loro hanno scelto di non candidarsi alle Comunali. L’obiettivo è costruire in tempi brevi le basi del progetto politico. Un partito o un movimento, si vedrà. Parallelamente nasceranno in città le prime strutture territoriali. Roma è stata suddivisa in 111 quartieri. In ogni zona sarà nominato un comitato di tre persone – obbligatoriamente a maggioranza femminile – che si rapporterà direttamente ad Alfio Marchini.
«È importante iniziare a lavorare dal territorio per il territorio» spiegano dallo staff. Sembra uno slogan. Il prossimo banco di prova sono le elezioni Europee. Manca un anno. In questi giorni l’imprenditore sta incontrando i giovani volontari. Alcuni di loro saranno selezionati e otterranno un posto in lista. Marchini è già pronto a lasciare il Campidoglio? Il diretto interessato non ha ancora deciso. «Al momento l’ultima cosa che mi interessa è una poltrona».