D’Ambrosio, un grillino a capo della Giunta elezioni

Classe 1978, fisioterapista. A lui lo scranno più alto delle commissioni

Giuseppe D’Ambrosio, fisioterapista pugliese classe 1978 e deputato del M5s, è il nuovo presidente della Giunta elezioni della Camera. Dopo aver raggiunto lo scranno più alto nel valzer delle commissioni, D’Ambrosio sorride e ringrazia, sa che «è una bella responsabilità». Poche ore dopo la nomina ha pubblicato su Facebook la foto del nuovo ufficio: «qui ci siete tutti voi, amici miei, grazie per l’affetto». Raggiunto da Linkiesta, il neopresidente racconta la giornata parlamentare e rilancia la sfida per Copasir e Vigilanza Rai. Altro che poltronismo, «non abbiamo fatto strategie – rivendica D’Ambrosio – siamo andati al voto coi nostri numeri, si prendeva quello che si riusciva a prendere per avere una posizione di garanzia dell’opposizione e dei cittadini».

Presidente, impressioni dopo la sua elezione?
È un bel gesto da parte degli altri partiti dar fiducia a qualcuno del M5s per la presidenza di una giunta così importante. Ho già detto che, nel momento in cui mi siedo lì, tolgo la maglia del Movimento e divento presidente a garanzia di tutti e del funzionamento della giunta.

Giornata convulsa per assegnare le poltrone.
Nella mia giunta si è svolto tutto tranquillamente. Gli altri partiti sono venuti a chiederci se avessimo un nome per la presidenza e di loro spontanea volontà hanno deciso di votarmi. Altrove invece, correvano voci di accordi e spartizioni di poltrone da parte dei partiti.

Sinistra ecologia e libertà vi accusa di «poltronismo» per esservi accaparrati tutti i posti chiave.
L’accusa si commenta da sola, visto che non percepiremo indennità aggiuntive. Noi non abbiamo chiesto niente a nessuno, nè fatto accordi. Dove abbiamo preso vicepresidenze e segretari è perché gli altri hanno deciso di votare i nostri.

Dopo questa polemica, viene meno la convergenza trovata in più occasioni con Sel?
Credo di no. La convergenza sui contenuti avviene indipendentemente da questo episodio. Altrimenti significherebbe andare contro le proprie idee. Il risultato elettorale modesto di Sel, lo stesso per cui non poteva pretendere più di tanto in sede di commissioni, non cambia nulla nella considerazione da parte nostra di alcune loro personalità, che sono di riguardo e capaci.

Adesso Copasir e Vigilanza Rai. Traguardi impossibili?
Abbiamo chiesto le commissioni di garanzia perché riteniamo che spettino all’opposizione e, nello specifico, parliamo del nostro 25%. Poi stiamo a vedere, aspettiamo i fatti. Sono convinto che nel momento in cui faranno qualcosa che non devono, i cittadini sapranno giudicare.

Si è fatto un’idea delle sfide che attendono la sua giunta e di quel che vuol realizzare?
La stella polare è rappresentata dalle battaglie del Movimento, però adesso dobbiamo studiare le carte con lÈufficio di presidenza per avviare quanto prima i lavori su incompatibilità, ineleggibilità e casi particolari.

A tal proposito, su queste pagine il suo collega Airola ha detto che la giunta “gemella” al Senato avrebbe potuto affrontare il caso dell’ineleggibilità di Berlusconi.
Io sono nell’altra Camera dove Berlusconi non c’è. Il pensiero del M5s sulla sua ineleggibilità è stato spiegato più volte e la mia linea è quella. Nella veste di presidente, se avessi un caso Silvio Berlusconi o Giuseppe D’Ambrosio, qualora le carte dicessero che la persona è ineleggibile o incompatibile con tale carica, agirei di conseguenza riportando il caso al Parlamento.

Non si guarda alla persona, ma alle carte.
Esatto, per me Berlusconi è un cittadino come tutti gli altri, con i suoi diritti e doveri. Il nostro slogan «uno vale uno» vuol dire anche eguaglianza davanti alle istituzioni, da non confondere con «l’uno vale l’altro», perché noi siamo per la meritocrazia. Altrimenti, invece delle parlamentarie avremmo fatto un sorteggio.

@MarcoFattorini

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