I 55 anni del Velcro, dai boschi svizzeri alla Nasa

Il 13 maggio 1958 il brevetto fu registrato in tutto il mondo

A vederla così, povera e malandata, nel cimitero della piccola Commugny, non si direbbe sia la tomba di un grande inventore. Eppure, George De Mestral era soprattutto questo, e lo era fin da bambino: aveva solo dodici anni quando depositò il suo primo brevetto, un aeroplanino di stoffa, all’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale di Berna. Era il 1919, e De Mestral aveva appena iniziato a giocare con la sua materia preferita. Crebbe e diventò ingegnere elettronico, laureandosi al Politecnico di Losanna, ma non perse mai quello spirito di sperimentazione e quella curiosità che ne avevano contraddistinto l’infanzia e la prima adolescenza.

Il 13 maggio del 1958, esattamente 55 anni fa, De Mestral registrava per il mercato globale il marchio della sua invenzione migliore: una chiusura a strappo composta da due pezzi di tessuto, uno contenente migliaia di piccolissimi fili, l’altro migliaia di minuscoli uncini. Quella del Velcro si rivelò l’intuizione più geniale della sua vita, ed è quella per cui ancora oggi il nome di De Mestral viene ricordato – in Svizzera e non solo. Tutto ebbe inizio durante una passeggiata con il cane, in un bosco: l’ingegnere, grande appassionato di caccia, vide che al pelo dell’animale erano rimaste attaccate delle piccole palline dalla forma particolare, e si accorse della difficoltà e dell’impegno necessari per staccarle una ad una.

Così, analizzandole al microscopio, scoprì che quelle palline – in realtà frutti di cardo alpino – avevano dei piccolissimi uncini elastici che si impigliavano ai peli del cane, creando un intreccio difficilmente districabile. Da lì ebbe l’intuizione e, con l’aiuto di un fabbricante di Nylon, creò quello che per decenni diventò amico insostituibile di mamme e bambini: il Velcro (il nome è una crasi delle parole francesi Velour, che significa asola e Crochet, che indica il gancio) è stato ed è ancora utilizzato per tute, borse, scarpe da ginnastica (le famose “scarpe con gli strappi”) e decine di altri prodotti di abbigliamento. Il VELCRO ®, che De Mestral mise a punto nel 1941 e registrò per la prima volta nel 1951, è diventato sempre più diffuso, finendo per essere applicato anche sulle divise militari dell’esercito americano e all’interno delle navicelle spaziali della Nasa.

Il marchio Velcro è riuscito ad imporsi in più campi grazie anche alla sua versatilità. Non soltanto nelle questioni quotidiane, ma anche in ambito industriale, dove ha fatto fortuna nel settore automotive – ogni anno, milioni di veicoli utilizzano il Velcro per facilitare le operazioni di assemblaggio -, in quello medico – per ortopedia, chirurgia e pneumologia – e in quello immobiliare, per tetti, piastrelle, pannelli solari e tappezzerie. Il sistema denominato Hook & Loop è diventato anche fonte d’imitazione, con altri marchi che ripropongono il sistema inventato dall’ingegnere svizzero appassionato di caccia. Un po’ come il suo ideatore, scomparso nel 1990, neanche il Velcro è immortale: dopo 200 o 300 utilizzi, la sua efficacia comincia a scemare. Per farlo tornare a funzionare, bisogna pulire gli uncini dai residui di tessuto. Un po’ come aveva fatto De Mestral con il cane, dopo una battuta di caccia dagli esiti inaspettati.

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