Un referendum popolare aperto anche ai sedicenni per decidere come cambiare «la forma di governo e di Stato». Ma anche l’istituzione di consultazioni pubbliche propositive e consultive senza quorum e l’eliminazione «di ogni quorum funzionale per il referendum abrogativo». La mozione del Movimento Cinque Stelle che sarà votata oggi in Parlamento modifica profondamente il sistema rappresentativo in Italia. Nel progetto grillino le Camere rischiano di trasformarsi in un’appendice democratica, parallela alla diretta partecipazione popolare. Giusto o sbagliato? Ognuno si farà la sua idea. Di certo la proposta dei parlamentari pentastellati ha una portata rivoluzionaria.
D’altronde per il M5S la politica italiana non sembra in grado di svolgere i propri doveri. «La totale inefficienza del nostro sistema istituzionale – si legge nella mozione – trova origine nella caratterizzazione marcatamente castale del sistema partitocratico, segnato dalla sua assoluta autoreferenzialità, causa dell’enorme scollamento tra cittadini».
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. «Norme sulla regolazione dei conflitti di interessi, sull’incandidabilità dei condannati e sulla lotta alla corruzione avrebbero già da tempo potuto cambiare il volto morale e politico del Paese, a Costituzione vigente. Tali enormi questioni sono state invece – e dolorosamente – lasciate immutate dal sistema dei partiti che oggi, indegnamente, propone di modificare la Carta costituzionale». Il documento dice proprio così, “indegnamente”.
Intendiamoci, le Camere non sono ancora abolite. La revisione costituzionale resta materia di «appannaggio esclusivo del Parlamento e dei cittadini italiani». Eppure la mozione del M5S insiste sulla partecipazione diretta del popolo. Il coinvolgimento dei cittadini deve essere costante e, in alcuni casi, può persino sostituire alcune prerogative di deputati e senatori. È necessario «un deciso potenziamento degli istituti di democrazia diretta e di tutti gli strumenti di consultazione e di partecipazione popolare alle scelte afferenti alla vita pubblica».
Due gli obiettivi del documento grillino. Anzitutto l’indizione in tempi rapidi di un referendum popolare di indirizzo «nel quale i cittadini siano chiamati ad esprimersi sull’opportunità di modificare ed in quale modo la forma di governo e Stato». Una consultazione aperta anche ai sedicenni, successiva a un dibattito pubblico «approfondito» della durata di almeno sei mesi.
Più in generale, il movimento chiede di promuovere in tempi brevi alcune modifiche costituzionali. Si parla ancora di partecipazione popolare alla vita politica. I parlamentari grillini propongono «l’introduzione del referendum propositivo e consultivo senza quorum funzionale», «l’eliminazione di ogni quorum funzionale per il referendum abrogativo», l’istituzione di un termine perentorio entro cui il Parlamento debba obbligatoriamente esaminare i disegni di legge di iniziativa popolare. Modifiche costituzionali da portare avanti assieme alla riduzione dei parlamentari, alla soppressione delle province, alla fissazione a un limite massimo di due mandati elettorali per gli eletti.