L‘assalto delle ultime ore al cantiere di Chiomonte polarizza il dibattito pubblico intorno alla Val di Susa. Il bollettino di guerra parla di molotov contro la polizia, un compressore incendiato e un mortaio artigianale. «È il momento che la politica prenda in mano la situazione». Marco Scibona, senatore del M5s e attivista No Tav della prima ora, condanna l‘attacco, ma allo stesso tempo rilancia la contrarietà alla Torino-Lione, «soprattutto ora che i cittadini subiscono tagli orizzontali ai servizi».
Scibona, oggi segretario della Commissione Lavori Pubblici e «in contatto quotidiano coi comitati No Tav», sa che il Movimento 5 Stelle è il principale referente politico dei valsusini. Raggiunto da Linkiesta, traccia la road map parlamentare della battaglia No Tav, tra interpellanze e commissione d’inchiesta. Intanto sul tema prosegue il dialogo con Sel e una parte del Pd che fa capo a Laura Puppato.
Come commenta i fatti delle ultime ore?
Sono la conseguenza di una non gestione politica della questione, che comunque non condivido perché la violenza, soprattutto contro le persone, non fa parte della filosofia del Movimento No Tav. D‘altra parte, quando le azioni giuridiche portate avanti da Movimento e amministratori restano senza risposta, segue lo scoramento. E può succedere che qualcuno prenda iniziative non consone.
Gianluca Pittavino, leader del centro sociale Askatasuna, sostiene che quell’attacco «fa parte delle pratiche legittime di lotta».
Se io sono in Parlamento è perché auspico altri mezzi di lotta. Ricordo comunque che Gandhi usava modalità pacifiche che però contemplavano anche atteggiamenti duri. A proposito di violenza, è stato messo in Rete un dossier con immagini tratte da video della polizia in cui si vedono agenti con manici di piccone branditi contro i manifestanti. Non mi sembra che lo Stato possa rispondere in quel modo a chi protesta.
Secondo la Digos di Torino «la lotta No Tav sta piegando verso l’eversione». Caselli parla di «un salto di qualità» e di «un‘azione militarmente organizzata».
Ma Caselli dice pure che bisogna decidere se fare o no quest’opera. Si continua a minimizzare l‘opposizione come fossero quattro gatti scalmanati, quando invece è maggioranza. La politica non ha mai preso sul serio la nostra lotta, nè ha risposto sul merito alle ragioni del no, che peraltro poggiano su dati oggettivi di organismi terzi. La politica ha molte colpe, deve prendere la situazione in mano e fermare il progetto.
Non c‘è il rischio che la protesta si radicalizzi ulteriormente?
Non penso. Ho sempre portato i miei figli alle manifestazioni, che sono iniziative per famiglie. D’altra parte c‘è bisogno di un‘inversione di tendenza da parte della politica, affinchè si cominci a dialogare nel merito. Nessuno ha mai risposto ai dati e alle denunce dei No Tav. Non sussistono neanche le precondizioni per l’avvio dei lavori: ci sono 131 prescrizioni del Cipe non rispettate, non esiste il progetto esecutivo del cantiere alla Maddalena, che è stato recintato per il doppio della superficie cantierabile. C‘è una confusione totale sulla vicenda, qui risiedono le vere problematiche.
Oggi il M5s è il principale referente politico dei no tav. Non sentite un peso maggiore in momenti di tensione come questo?
Io sono un rappresentante istituzionale e posso solo dare conto del mio operato. Come Movimento 5 Stelle ci stiamo muovendo in tutti i campi per portare avanti le nostre convinzioni.
Come procede la battaglia No Tav in Parlamento?
La scorsa settimana sono partite le commissioni e la nostra battaglia comincia ora. Abbiamo presentato un disegno di legge per la cancellazione degli accordi franco-italiani e nelle prossime ore avvieremo un’interpellanza in cui chiediamo al governo la liceità del cantiere della Maddalena. Poi presenteremo la richiesta per istituire una commissione d’inchiesta sulla Tav.
Sul tema ci sono convergenze con Sel e una parte del Pd?
Con Sel e Pd parliamo spesso. Penso ad Airaudo ma anche alla Puppato, che ha firmato l’interpellanza sul cantiere. Non abbiamo nessuna remora ideologica nel trovare compagni di strada per questa battaglia. Sono convinto che, quando le persone di buon senso vedono la verità e i dati oggettivi, non possono che convenire con me sull’insensatezza dell‘opera.