Portineria MilanoMediaset, addio prescrizione: ora Berlusconi rischia

I giudici verso il deposito delle motivazioni in 15 giorni: ricorso entro l’estate

Più della conferma di condanna contano i tempi per il deposito delle motivazioni. Che a quanto pare saranno strettissimi. Appena 15 giorni. Giusto per evitare la prescrizione nel luglio del 2014. E l’arrivo del processo in Corte di Cassazione entro la fine del 2013 dove Silvio Berlusconi spera di trovare il suo giudice «a Berlino». Sta tutto qui il nocciolo dei problemi giudiziari di cui si parlava ieri a palazzo Grazioli, residenza romana del Cavaliere, dopo che i giudici della Corte D’Appello di Milano hanno confermato la sentenza di primo grado sui diritti Mediaset : 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale.

Dopo l’indulto del 2006 gli anni si riducono di tre, ma dal momento che la legge Cirielli esclude il carcere per chi ha superato i 70 anni, l’unico problema rimasto all’ex presidente del Consiglio è quello dell’esclusione dalla vita politica. Per almeno due anni. Quasi come accadde per Cesare Previti, il suo storico avvocato già ministro della Difesa, condannato per il processo Imi-Sir e scomparso ormai dalla circolazione. La giunta per le autorizzazioni del Senato potrebbe esprimersi nel giro di sette mesi sull’incandidabilità di Berlusconi.

La sensazione che circolava tra gli addetti ai lavori era di una conferma della condanna, ma c’era fiducia per «il tempo» in cui sarebbero state depositate le motivazioni. Spesso i giudici lo indicano direttamente leggendo la sentenza. In sostanza, la speranza, a palazzo Grazioli, era di un termine di almeno 90 giorni. In questo modo sarebbe tutto slittato a dopo l’estate, con la richiesta di ricorso in Corte di Cassazione da parte dei legali del Cavaliere a cavallo praticamente tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014: la prescrizione sarebbe stata a un passo.

I togati milanesi, però, vogliono correre. Vanno di fretta. Nel dispositivo non hanno fissato date. Quindi, da prassi, come suggeriscono alcuni penalisti contattati da Linkiesta, le motivazioni saranno rese note entro due settimane. Poi a fine maggio Ghedini e Longo dovranno presentare il loro ricorso: il processo arriverà quindi in Cassazione entro l’anno. O almeno questa dovrebbe essere l’indicazione, a meno di qualche colpo di scena.

La prescrizione, quindi, al momento sembra scongiurata. L’ultimoappiglio, come hanno spiegato gli stessi Longo e Ghedini, è il conflitto di attribuzione che pende davanti alla Consulta: se dovesse essere riconosciuto, potrebbe essere messo in discussione tutto il procedimento: a questo punto la prescrizione potrebbe tornare in auge per i tempi più lunghi.

Ma se tutto dovesse andare secondo i tempi, senza intralci, i destini del Cavalierefiniranno presto nelle mani della Corte di Cassazione. Caso vuole, però, che proprio ieri Giorgio Santacroce, da cinque anni alla guida della Corte d’appello di Roma, sia diventato il nuovo primo presidente del Palazzaccio. La sua nomina è passata a maggioranza dividendo i consiglieri del Csm, ma alla fine l’ha spuntata contro il presidente della presidente della Seconda sezione civile della Cassazione Luigi Rovelli.

Santacroce è passato con 13 voti, espressi delle correnti moderate (Unicost e Magistratura Indipendente e da tutti i laici del centrodestra). Nato a La Spezia, 72 anni, Santacroce è di« fatto romano di adozione visto che la sua carriera si è svolta quasi tutta negli uffici giudiziari della capitale, dove è stato per 27 anni pm». Su di lui l’ombra, che è stata ricordata in aprile in un articolo su Repubblica, dopo che il Cavaliere, in un’intervista, aveva spiegato «Alla fine ci sono gli integerrimi giudici della Cassazione che mi hanno sempre assolto. Un giudice a Berlino l’ho sempre trovato».

Ebbene, il nome di Santacroce spunta proprio nel processo Imi-Sir a carico di Cesare Previti. Si legge nell’articolo di Repubblica: «Santacroce stesso, nell’aula del processo Sme, ha ammesso il 18 marzo del 2001, quando a interrogarlo, alle 15 e 15, fu il pm Ilda Boccassini. “Lei conosce Previti?”, chiede. Lui risponde: “Sì”. E precisa: “L’ho visto pochissime volte, è un avvocato e l’ho conosciuto in questa veste, ma non ho mai avuto cause in comune”».

Nel frattempo, però, il Partito democratico esprime il suo placet per la nomina del nuovo presidente di Cassazione. «Il presidente Santacroce è persona di esperienza, equilibrio e capacità organizzative. A lui auguriamo buon lavoro nella consapevolezza che saprà svolgere questo prestigioso incarico con equilibrio, in continuità con il presidente uscente Ernesto Lupo, che ringraziamo per l’impegno profuso in questi anni», ha detto il presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. 

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