Continuano a ripeterlo: «Noi ex Ds del Pd siamo stati maltrattati». Il brutto colpo subito in occasione della nascita del governo presieduto dal “centrista” Enrico Letta ha lasciato il segno, e non è stato ancora metabolizzato. «Riceviamo mail, telefonate, dai compagni sparsi in tutti i circoli d’Italia: vogliono lasciare il Pd e andare altrove. Hanno compreso che qui non c’è più spazio per loro».
Da Palermo a Torino i circoli democratici nati sotto il segno della tradizione “comunista” sono in ebollizione, e lamentano «un cambio di rotta che ha lasciato virare il Pd verso il centro». E ciò non è affatto digeribile. Perché la carta d’intenti di Italia Bene Comune, che tutti gli elettori delle primarie dello scorso 25 novembre hanno sottoscritto, risulta essere ormai carta straccia. «Lì c’era scritto a chiare lettere che non ci saremmo mai alleati con Silvio Berlusconi. Mentre adesso ci ritroviamo alleati proprio con Silvio Berlusconi». Uno scenario «insostenibile» per chi in questi anni ha combattuto con forza il Cavaliere. «Noi – tuona un dirigente democratico di Agrigento – non abbiamo più il coraggio di uscire in piazza a prendere un caffé. I nostri elettori ci insultano, e quelli del Pdl ci prendono in giro». E adesso «per ordini di scuderia siamo costretti a dover giustificare il governo Letta». Ma non sarà «semplice» perché gli ex elettori dei Ds ormai guardano al «compagno di Nichi».
Del resto, come ha spiegato a Repubblica l’ultimo segretario del Pci Achille Occhetto, «la domanda di sinistra nella nostra società è molto forte e presente», ma «ha bisogno di rappresentanza, e il Pd non ce la fa». E allora gli elettori di sinistra starebbero virando sul partito di Nichi Vendola. Il quale l’11 maggio prossimo – guarda un po’ lo stesso giorno dell’assemblea nazionale del Pd – avrebbe convocato a Piazza Ss. Apostoli a Roma gli stati generali della sinistra. Nichi sta pensando al nome da dare alla manifestazione programmatica. Inizialmente era tentato da “Fa’ la cosa giusta», ma poi gli hanno fatto notare che è già preso da una fiera.
L’idea del governatore della Puglia sarebbe quella «di riunire tutti i pezzi di sinistra», e di creare un nuovo contenitore che ricalchi le linee guida del Partito Socialista Europeo e che coinvolga la parte sinistra del Pd, per l’appunto i giovani turchi e gli ex Ds. E di fatto alcune personalità come il sindaco di Bari Michele Emiliano e il parlamentare europeo dei democratici Sergio Cofferati, avrebbero già strizzato l’occhio al nuovo progetto di Nichi Vendola. Infatti entrambi saranno presenti a Piazza Ss. Apostoli, ed entrambi affermano che «la sinistra trovi il coraggio di uscire dall’afasia». Del resto, spiega Cofferati, «il Pd è un partito che ha una serie di difficoltà evidenti, che ha commesso una serie di errori molto gravi, e dunque per questa ragione ha elementi di sofferenza visibili nel rapporto con i cittadini, sia gli iscritti che gli elettori, anche all’interno del suo gruppo dirigente».
Ma al Nazareno la fronda vendoliana cresce ora dopo ora. Ai sommovimenti vendoliani guarda anche con interesse anche una fetta di Pd siciliano. Mariella Maggio, ex segretario regionale della Cgil, e oggi parlamentare regionale Pd, insieme all’ex parlamentare nazionale Tonino Russo, avrebbe chiesto ai vertici regionali del Pd di convocare «urgentemente» l’assemblea per mettere in discussione la linea politica dei democratici a livello nazionale. E non è da escludere che proprio la Maggio possa prendere parte e addirittura intervenire alla manifestazione di piazza organizzata dal governatore pugliese.
Ma il dato significativo sembra essere un altro. Anche una delegazione di parlamentari di Largo del Nazareno di estrazione diessina, che in queste ore sarebbe in affanno perché pressata dalla “base”, starebbe lavorando in questa direzione. E avrebbe preso contatti con gli sherpa di Nichi Vendola. Oltre al dalemiano Gianni Cuperlo, uno dei nomi favoriti per la reggenza, ci sarebbe anche Nicola La Torre, dalemiano anche lui ma vicinissimo a “Nichi” per la comune origine pugliese, e in questa fase dialogante con SeL «perché – dicono – deluso da D’Alema che ha fatto nominare ministro Bray e non lui». Ma la fronda vendoliana, come dicevamo, potrebbe ancora crescere. Del resto, per dirla con Pippo Civati, «io ci parlo ogni giorno con quelli SeL». E non è il solo.
Twitter: @GiuseppeFalci