A poche settimane dal voto per il nuovo sindaco di Roma, la battaglia politica s’incrocia – come spesso avviene nella Capitale – con le prese di posizione e le preoccupazioni della Chiesa. E’ quanto è avvenuto domenica, quando l’iniziativa della “marcia per la vita” organizzata dai movimenti cattolici che chiedono fra le altre cose l’abrogazione della legge 194 (quella che consente l’aborto) e contestano l’introduzione della pillola ru 486, ha avuto forti ripercussione politiche. In particolare per la presenza alla marcia del sindaco di Roma Gianni Alemanno, candidato al Campidoglio. Per altro non è la prima volta che le posizioni ‘pro-life’ in Italia trovano il consenso e l’appoggio pubblico di esponenti politici cattolici legati al centrodestra, non a caso fra gli altri hanno preso parte alla marcia anche Eugenia Roccella, Carlo Giovanardi, Maurizio Gasparri, Giorgia Meloni e Maurizio Sacconi. Senza dimenticare che dal Vaticano e dalla Cei è arrivato un sostegno pubblico all’iniziativa, anche papa Francesco vi ha fatto un breve riferimento nel corso del Regina Coeli.
E però la partecipazione di Alemanno e il pronunciamento delle gerarchie ecclesiastiche nasconde un problema antico quando si tratta del governo di Roma e dintorni. Il timore più volte espresso dalla Chiesa è che la città del Papa sia governata da personalità che esprimono posizioni opposte a quelle del magistero su temi eticamente sensibili; in questo caso Marino è noto per essere stato l’alfiere delle proposte a favore del testamento biologico oltre che sostenitore per esempio del riconoscimento delle unioni civili. In tale contesto va considerato che “la marcia per la vita” è un’iniziativa che nasce sotto forma di movimento-lobby con una forte ricaduta internazionale, è insomma un modello che viene riproposto ormai in numerosi Paesi attraverso una rete di associazioni e movimenti. Non a caso anche alla sfilata di Roma – circa 30mila persone per gli organizzatori – hanno mandato un messaggio diverse organizzazioni del potente movimento pro-life statunitense, le stesse che hanno ingaggiato una battaglia durissima sugli stessi temi contro l’amministrazione di Barack Obama.
Da rilevare, inoltre, che la marcia aveva un precedente problematico nella sua edizione dello scorso anno, quando vi aderirono movimenti di estrema destra come Forza Nuova e Militia Christi, il che provocò non pochi imbarazzi anche nella presidenza della Cei. Quest’anno l’elenco delle adesioni è stato curato con maggiore attenzione dai promotori e i nomi delle organizzazioni più ‘problematiche’ erano assenti almeno in via ufficiale, tuttavia pure ieri Forza nuova si è fatta sentire con un comunicato nel quale si affermava: «Forza Nuova ha partecipato con attivisti e simpatizzanti all’imponente manifestazione Pro Vita di oggi, che ha visto scendere in piazza a Roma più di 30.000 persone». «Lo sviluppo naturale – ha dichiara Roberto Fiore, Segretario Nazionale di Forza Nuova – sarà la creazione di un movimento di pensiero che all’inizio dell’anno prossimo dovrà far partire la sfida referendaria per l’abrogazione della legge 194, mettendo fine, in questo modo, all’uccisione sistematica di milioni di bambini innocenti». Per altro va ricordato come pure lo scorso anno Alemanno prese parte al corteo, e del resto il sindaco di Roma non ha mai nascosto le proprie simpatie per una cattolicesimo di stampo tradizionalista.
In ogni caso il corteo di domenica ha avuto inevitabilmente a che fare anche con la campagna elettorale in corso, una parte delle gerarchie ecclesiastiche è infatti preoccupata per un’eventuale affermazione di Marino. Che tale ipotesi poi si realizzi nella realtà è tutto da verificare, la corsa per il Campidoglio è ancora molto aperta, e almeno quattro candidati (Marino per il centrosinistra, Alemanno per li centrodestra, il costruttore Alfio Marchini e il grillino Marcello De Vito) possono raggranellare voti consistenti tali da costringere quasi certamente i due più votati a un secondo turno. Questo lo stato dell’arte, almeno fino ad oggi. Ancora, va ricordato, che un anno fa diede la propria adesione alla manifestazione la Segreteria di Stato vaticana.
Resta come dato caratterizzante l’impostazione fortemente integralista dell’iniziativa; la “marcia per la vita” è infatti promossa da due organizzazioni – “Famiglia domani” e “Movimento europeo difesa vita” – che si collocano all’interno della galassia ultratradizionalista dei movimenti cattolici, vicini alla Fondazione Lepanto e al gruppo di ‘Corrispondenze romane’, sigle che su temi come l’aborto, l’omosessualità, il rapporto con l‘Islam, il Concilio Vaticano II, esprimono posizioni strettamente conservatrici. Non a caso fra le organizzazioni che hanno aderito all’evento anche la Fraternità di San Pio X, cioè i lefebvriani, il gruppo storicamente più rappresentativo di questa tendenza del cattolicesimo contemporaneo. Alla partecipazione di Alemanno alla manifestazione, sono seguite dichiarazioni polemiche e botta e risposta con gli altri candidati a sindaco della Capitale. Mentre fra gli alti prelati era presente al corteo un altro esponente ecclesiastico che già si era presentato a questo tipo di eventi, il cardinale americano di Curia Raymond Burke, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, nonché sostenitore della messa tridentina preconciliare.