«Ho piena fiducia nella magistratura. Il processo mi darà la possibilità di fare chiarezza su alcuni punti e togliermi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di certa stampa e certi giornalisti. A cominciare da Il Sole24ore e Corriere della Sera per passare a MilanoFinanza e tutto il gruppo Class e continuare con Lettera43, Dagospia e tanti altri». Alessandro Proto, l’ex immobiliarista e intermediario finanziario milanese arrestato lo scorso 14 febbraio per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, commenta così, contattato da Linkiesta, il rigetto da parte del gip di Milano all’accordo di patteggiamento a 3 anni e 8 mesi di carcere.
Quattro mesi fa a Proto furono contestate comunicazioni al mercato atte a influirne l’andamento «reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza per avere omesso di comunicare alla Consob puntuali informazioni in ordine alle operazioni di compravendita aventi a oggetto titoli quotati su mercati regolamentati».
Proto fu arrestato nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche, dopo che aveva avanzato la sua candidatura alle primarie del Popolo della Libertà contro il segretario Angelino Alfano. «Mi candido anche se non servono a nulla, l’unico leader resta Berlusconi», spiegò nel novembre scorso. Dopo due mesi di carcere, tra San Vittore a Milano e a Pavia, sembrava ormai fatta per il patteggiamento.
Spiega Proto: «avevo deciso di non difendermi e scegliere il patteggiamento perché l’enorme esposizione mediatica cui sono stato sottoposto negli ultimi mesi avrebbe inevitabilmente ed ingiustamente influito sul buon esito del procedimento. Non mi è stato concesso e, dunque, mi vedo costretto a difendermi al processo, che affronterò con tutta la convinzione e serietà che possiedo»: il processo inizierà il prossimo 19 settembre, davanti alla prima sezione penale del tribunale di Milano. Il gip di Milano, Stefania Donadeo scrisse nell’ordinanza di custodia cautelare«Tutte le operazioni comunicate al mercato da Proto rimangono avvolte in un alone di mistero. La condotta di Proto appare evidentemente idonea a ostacolare le funzioni di vigilanza svolte dalla Consob».
Nello specifico le comunicazioni considerate dagli inquirenti non «attendibili sono quelle su Rcs e Tod’s». Per quanto riguarda Tod’s si riferiscono al 2011, quando Proto aveva comunicato di avere acquistato una partecipazione pari al 2,88% della società che fa capo a Diego Della Valle. Per quanto riguarda a Rcs, invece, le comunicazioni sono del 2012 In particolare, il finanziere italo-svizzero aveva comunicato di aver creato un patto parasociale all’interno dell’azionariato della società editrice del Corriere della Sera, di cui facevano parte quattro investitori esteri.
Ma Proto non demorde. E in particolare se la prende con i giornali che in questi mesi lo avrebbero attaccato: «Se infatti è vero come è vero che mi hanno attaccato vigliaccamente mentre ero in galera senza darmi la possibilità di difendermi e controbattere, approfittando di uno stato di detenzione di una persona, è altrettanto vero che gli stessi giornali e giornalisti vari, che poi indicherò facendo nomi e cognomi, hanno scritto in passato tanti articoli “marchetta” su di me che dovranno spiegare ai loro editori, direttori e lettori»