La crisi della politica appesa a un cono gelato

La crisi della politica appesa a un cono gelato

La situazione è questa: a Milano da un paio di giorni ci si è scordati di tutti i problemi. L’unica fonte di dibattito ruota intorno ad un cono gelato. Un’ordinanza del comune scritta male e comunicata peggio vieta infatti, testualmente, «per dissuadere la formazione di assembramenti notturni sui marciapiedi di fronte ai locali la vendita di cibi e bevande per asporto» dopo la mezzanotte, «per bar, ristoranti e artigiani» compresi «gli artigiani del gelato». Apriti cielo!

Alla base dell’infelice provvedimento c’è la sempiterna lotta tra chi vuol dormire dopo una certa ora senza schiamazzi sotto casa e chi, invece, commercianti e movida, vuole godersi la notte ma anche solo, più semplicemente, un gelato sul marciapiede. Un impasse vecchio come il mondo, conosciuto in ogni città, che spesso produce mediazioni strampalate e sempre precarie, scontentando tutto e tutti. Ma fin qui siamo ancora nel regno del già visto. La cosa curiosa è l’atteggiamento che la politica cittadina e non solo sta assumendo davanti alla disfida del gelato.  Un misto di strumentalizzazione di bassa lega (a destra) e di retromarcia ma senza ammetterlo, la negazione della responsabilità della politica (a sinistra). A brandire la bandiera del “libero gelato in libero stato” e della “guerra al pistacchio” è infatti il centrodestra cittadino che ha subito organizzato un flash mob di protesta davanti alla gelateria Grom, smosso da un tweet di Silvio Berlusconi in persona, cinguettato ieri pomeriggio («Forza milanesi, avete ancora sei ore di tempo per gustarvi un gelato»). Battaglia sacrosanta ma un filo incoerente: non risulta che quando le giunte regionali e comunali a guida centrodestra, spinte dalla Lega, in passato vararono (o tentarono di varare) ordinanze simili anti kebab, si fosse scatenata una protesta del genere. Eppure il principio è lo stesso. Basta così? Nient’affatto. Le miserie della politica, appunto, non mancano nemmeno dall’altra sponda. Non contento della pessima ordinanza, travolto da tweet, ironie e proteste per tutto il weekend, ieri sera il sindaco Pisapia si rende conto dell’autogol e rompe il silenzio inserendo la retromarcia ma senza ammetterlo, sfoderando il più classico linguaggio da vecchia politica: «i milanesi possono continuare a gustare liberamente il loro gelato anche dopo le 24. Non c’è nessun coprifuoco e mai è stato previsto. Verrà chiarito ogni equivoco…». Strumentalizzazione da un lato, de-responsabilizzazione e non chiarezza nelle scelte dall’altro. Eccoti spiegato, in un piccolo cono gelato, la crisi della politica…

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