Dagli Stati Uniti all’Italia. Nel mezzo ci sono l’oceano e i diritti civili, con la sentenza della Corte Suprema che fa discutere anche il Palazzo romano. «Siamo un popolo bigotto, ci piace fare grandi annunci e non arrivare al sodo» spiega Alberto Airola, senatore del M5s, membro della commissione Giustizia ed estensore della proposta di legge che chiede agevolazioni anagrafiche per i transgender. Insieme al suo testo, il pacchetto Cinque Stelle sui diritti civili comprende un ddl per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e una proposta di legge contro l’omofobia.
La commissione Giustizia è al lavoro sul tema e i pentastellati scattano in corsia di sorpasso “insieme” a Sel, lasciando al palo il Pd «che sconta incredibili resistenze al suo interno». «La maggioranza vuole arrivare ad un compromesso che non tocchi il matrimonio», spiega Airola a Linkiesta. Ai democratici rimprovera ipocrisia: «Propagandano azioni che poi non fanno. Non basta sfilare ai Pride e farsi fotografare come vip, bisogna essere coerenti».
Mentre la Corte Suprema si pronunciava, in commissione Giustizia avete iniziato la discussione sui diritti LGBT.
Quella americana è una sentenza storica e arriva da un paese che notoriamente vive fra due poli, dal puritanesimo della “Bible belt” al progressismo californiano. In Italia parliamo tanto ma i fatti non arrivano mai.
Ci si ferma agli annunci?
Esatto. Poche settimane fa l’ex ministra Josefa Idem e il presidente del Senato Pietro Grasso hanno partecipato ad una conferenza stampa sui diritti LGBT. Ho sentito dei bellissimi discorsi a favore di una legge contro l’omofobia, che poi sarebbe l’estensione della legge Mancino. Si tratterebbe di aggiungere i reati di genere all’elenco delle discriminazioni. Un automatismo di procedura nei confronti di chi commette atti violenti aggravati dall’omofobia.
E invece?
Siamo un popolo bigotto, ci piace fare grandi annunci e non arrivare al sodo. Altro esempio: si discute di leggi contro il femminicidio che necessitano di un giusto supporto sanitario e d’informazione culturale, ma dai costi insostenibili. Il governo potrebbe scrivere due righe contro l’omofobia e vidimarle, perché purtroppo funziona così la repubblica apparentemente parlamentare. Basterebbe quello per iniziare, ma non è successo.
Come procede il dibattito in commissione?
Ormai quasi tutte le forze politiche si sono rese conto che questi diritti sono riconosciuti ovunque. Le nostre proposte e quelle del Pd sono simili perché arrivano dalla rete Lenford, un gruppo di avvocati che si occupa di diritti Lgbt. Il problema è che nel testo Pd mancano garanzie per le famiglie arcobaleno.
Si spieghi meglio.
La proposta del Pd, al contrario delle nostre, non tocca il tema delle famiglie arcobaleno. Eppure la realtà conta già migliaia di persone che vivono in questo modo. Prendiamo il caso di coloro che vanno all’estero per l’inseminazione artificiale: quando muore il padre biologico i figli vengono affidati ad un istituto perché non viene riconosciuto il ruolo paterno o materno dell’altro partner. Si tratta di dare diritti a situazioni già in essere, prima ancora di parlare dell’adozione che è un tema su cui bisogna discutere. Ma le leggi dovrebbero adattarsi alla realtà.
In commissione ci sono margini per un accordo?
Stanno ritardando il tutto perché è in arrivo un ddl che propone la tutela dei diritti delle coppie di fatto omoaffettive, non di quelle eterosessuali. Così eliminano la discussione sul matrimonio e costruiscono un recinto legislativo senza scatenare dibattiti ideologici.
Cosa rimproverate al Pd?
Sono bugiardi e demagoghi, propagandano azioni che poi non fanno, ricordiamoci il caso dei Dico. Lo stesso senatore democratico Sergio Lo Giudice ha presentato la proposta di legge per il Pd, ma sconta resistenze incredibili tra le sue fila.
Su diritti civili e F-35 li state superando a sinistra.
Non siamo né di destra né di sinistra, così come quella dei diritti non è una tematica racchiudibile nel recinto di uno schieramento. Semplicemente noi siamo coerenti, il Pd no. Non vogliamo farci portavoce escludendo altri: se c’è un tema importante uniamoci con gli altri gruppi parlamentari senza mettere cappelli nè bandiere.
Come avete intenzione di muovervi?
Serve il dibattito in aula e il confronto con i cittadini, non vogliamo creare conflitti sociali come quelli scoppiati in Francia. È importante accompagnare l’avanzamento di queste leggi con iniziative culturali. Purchè si riconoscano i diritti.
Quali prospettive vede nel breve termine?
Immagino si arriverà ad un compromesso che non tocca il matrimonio, sebbene siano le coppie reali a metterlo in discussione. È un istituto eroso, lo testimonia l’alto numero di divorzi. Il legislatore dovrebbe prendere atto della fluidità della società anche nei suoi rapporti affettivi.
Twitter:@MarcoFattorini