Tutti quelli che: «Berlusconi va battuto politicamente»

Dal Pd a Sel, passando per il M5s

La sentenza Ruby riaccende il circo mediatico intorno al blackout politico-giudiziario che accompagna Silvio Berlusconi. Al netto del clima da tifoseria, nel centrosinistra crescono le voci di chi pensa che l’unico modo per superare l’impasse sia sconfiggere il Cav nelle aule del Parlamento e non in quelle dei tribunali. Più garantismo e meno forche. Un adagio ripetuto da Matteo Renzi durante la sua campagna per le primarie: «Berlusconi si batte con le idee e le proposte, non con l’antiberlusconismo».

Spulciando tra le dichiarazioni di leader ed esponenti della Rive Gauche si evince come la posizione del sindaco di Firenze sia oggi tutt’altro che minoritaria. Il pensiero corre al segretario del Pd Guglielmo Epifani che a fine maggio ha sottolineato: «L’abc della politica è che gli avversari vanno combattuti e sconfitti politicamente». Gli fa eco l’ex ministro Fabrizio Barca, altra figura in ascesa al Nazareno: «È un errore cercare di distruggere Berlusconi giudiziariamente e non politicamente».

Uno che da anni si esprime contro il corto circuito politico-giudiziario del Cav è Luciano Violante. Sulle pagine di Linkiesta l’ex magistrato ed ex presidente della Camera ribadisce: «Berlusconi non si abbatte per via giudiziaria». L’auspicio è un altro: «Bisogna depoliticizzare al massimo questo conflitto e lo si può fare solo se le parti politiche smettono di entrare nel merito dei singoli processi e smettono di utilizzarli come moneta politica».

Concetti simili vengono riproposti a metà giugno da un insospettaibile come il giovane turco Matteo Orfini, capofila dell’ala sinistra dei democratici. «A me piacerebbe battere Berlusconi alle elezioni e non squalificandolo», dichiara a Un Giorno da Pecora. Stessa linea declinata in tema ineleggibilità: «Credo che Silvio Berlusconi sia eleggibile, perché per vent’anni c’è stata una legge che è stata interpretata da tutti come tale da consentire la sua eleggibilità». Posizione confermata anche dal viceministro e compagno di corrente Stefano Fassina: «Dovremmo continuare a mantenere la stessa linea di questi ultimi anni, quindi dire no all’ineleggibilità».

Segnali contro l’abbattimento extraparlamentare del Cav giungono pure da lidi geneticamente antiberlusconiani. In area Cinque Stelle, dove la sentenza Ruby è stata accolta con esultanze da stadio, l’intellettuale grillino Paolo Becchi ha più volte esternato il suo fastidio. Appena qualche mese in un’intervista a Linkiesta si esprimeva così: «Non sono mai stato giustizialista, per me il nemico dev’essere combattuto politicamente. La lotta si fa in Parlamento, mentre Berlusconi è stato criminalizzato». E ancora: «Ho perplessità sull’idea dell’ineleggibilità di Berlusconi, uno che è stato votato per vent’anni».

A stretto giro di posta dalla sentenza si fanno sentire i renziani. Così Dario Nardella, ex vicesindaco di Firenze e oggi deputato Pd catapultato sui divanetti di Porta a Porta: «Berlusconi ha fatto più danni dal punto di vista politico che giudiziario. La sinistra non deve usare queste sentenze per sconfiggerlo». Sui tavoli delle agenzie transita pure una nota firmata dalle senatrici renziane Isabella De Monte e Laura Cantini: «Le sentenze, peraltro di primo grado, non devono influenzare il Parlamento, soprattutto in una fase così delicata per il paese. La strada migliore per sconfiggere Berlusconi resta quella del voto». Concetti simili a quelli espressi dai FutureDem, la corrente di giovani rottamatori al seguito di Renzi, che lanciano la sfida: «Il berlusconismo lo batteremo politicamente».

Sconfortato pure l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari: «Siamo sempre lì, con Berlusconi al centro della scena mediatica e la politica bloccata intorno alle sue vicende giudiziarie. Credo che un politico vada battuto politicamente e la mia idea non sarebbe cambiata nemmeno in caso di assoluzione». Non manca Nichi Vendola che, un po’ a sorpresa, si inserisce nel dibattito. Pur chiedendo un passo indietro a Berlusconi, il leader di Sel tiene a precisare: «Sono tra coloro che vogliono combattere la politica della destra e che non auspicano la rovina giudiziaria di un avversario».

Nel frattempo il capogruppo grillino Nicola Morra annuncia: «Il Movimento 5 Stelle al di là delle sentenze odierne e recenti, porrà il tema dell’ineleggibilità di Berlusconi dal prossimo 9 luglio nella Giunta per le elezioni del Senato». Quell’aula sarà tribunale o Parlamento?

Twitter: @MarcoFattorini

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