Buon compleanno Twitter (in più di 140 caratteri)

Dal primo cinguettio alle nuove funzioni

È nato quasi per caso, e nessuno avrebbe mai immaginato la sua felice evoluzione. Il 15 luglio 2006 veniva lanciato Twitter, dopo essere stato concepito pochi mesi prima dall’informatico e imprenditore statunitense Jack Dorsey durante una merenda a base di cibo messicano.

Il servizio che ha subito terrorizzato i boss del colosso-Facebook ha saputo approfittare della propria semplicità di utilizzo per raggiungere un numero impressionante di utenti. I dati confermano questa crescita: una recente indagine riporta che dai 35 milioni di utenti attivi nel 2009 si è arrivati a più di 554 milioni (dati aggiornati al 5 luglio 2013). 

L’evoluzione del social network ha abbracciato in pochi anni diverse realtà, plasmandole dall’interno. Tra le altre, infatti, ha favorito la nascita di un nuovo tipo di giornalismo (considerato da alcuni come “partecipativo”) che può vantare una forte integrazione tra media tradizionali e popolo del web.

Ha modificato inoltre la comunicazione politica, obbligando gli uomini più potenti e rilevanti del mondo ad aprire un proprio profilo personale e ad interagire con i propri sostenitori. Da questo punto di vista, l’immediatezza del servizio ha permesso la possibilità di diffondere notizie in tempo reale: il caso italiano più eclatante riguarda la notizia della morte di Oscar Luigi Scalfaro, girata su twitter da un amico e collaboratore ben 45 minuti prima che comparisse sulle classiche agenzie di stampa. Con l’utilizzo del famoso cancelletto (#hashtag), poi, la diffusione di notizie è automaticamente filtrata a seconda dell’argomento d’interesse.

Si tratta quindi di un servizio che ancora oggi fa discutere teorici di tutto il mondo e che continua nella sua opera di continuo auto-aggiornamento. Le novità più importanti riguardano due grandi temi.

Il primo riesamina il miglioramento dei risultati di ricerca, velocizzata facendo riferimento anche ai termini utilizzati all’interno della descrizione di ogni profilo personale. Il tutto ricevendo suggerimenti automatici di account collegati, e simili a quelli cercati in precedenza, per permettere il maggior numero di interazioni, aumentando la quantità di dati e, quindi, la conoscenza all’interno della rete, come descrive David Weinberger ne La stanza intelligente:

“Quando la conoscenza entra a far parte di una rete, la persona più intelligente della stanza non è la persona che tiene la lezione davanti a noi, né la saggezza collettiva delle persone presenti. La persona più intelligente nella stanza è la stanza stessa: la rete che unisce persone e idee presenti, e le collega con quelle all’esterno”.

Altre funzioni riguardano infine la possibilità di sincronizzare i messaggi diretti tra diversi dispositivi e, solo per i Mac, di vedere nella sezione “Connect” non solamente le menzioni, ma anche i tweet preferiti e i retweet.

Una realtà in movimento, quindi. Sta a noi poterla usare al meglio.
 

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