“Sotto il vestito niente” era il titolo di un celebre film dei Vanzina negli anni ’80 sulla moda milanese. Ma sotto il vestito di Dolce & Gabbana, e le polemiche che in queste ore stanno rimbombando nel comune di Milano dopo le parole dell’assessore Franco D’Alfonso contro gli evasori “eccellenti”, sta iniziando a montare forse la prima vera battaglia in vista delle prossime elezioni comunali.
Perché in fin dei conti è questo il vero argomento che tiene banco tra i corridoi di palazzo Marino, dopo che Giuliano Pisapia ha annunciato ufficialmente che non si candiderà a sindaco, nemmeno della Città Metropolitana. L’uscita di D’Alfonso contro gli stilisti italiani – che hanno chiuso i negozi per tre giorni – secondo alcune fonti di piazza Scala è proprio il primo vero passo verso la corsa alla candidatura nel 2016. Il segnale che gli spintoni tra i pretendenti iniziano a esserci.
La lista è molto lunga, sia nel centrosinistra sia nel centrodestra. Ma è in particolare nella prima area, quella al momento al governo della città, che si concentrano le maggiori criticità. In pole position i bookmakers danno Ada Lucia De Cesaris, attuale vicesindaco e vero dominus dell’amministrazione pubblica meneghina. A spingere alle spalle, però, ci sarebbe proprio D’Alfonso che grazie all’uscita su Dolce & Gabbana ha conquistato pagine di giornali, in Italia e all’estero. D’Alfonso, ex socialista, frequentatore del circolo De Amicis di Milano, si è in questi mesi guadagnato la fiducia di Pisapia. Il duo è molto affiatato e nello scontro con Stefano Boeri alla fine è stato l’assessore al Commercio a spuntarla.
Del resto, D’Alfonso si è permesso in questi mesi di attaccare duramente il centrosinistra in un editoriale, senza ricevere contraccolpi nel suo ruolo di assessore. Sul Corriere scrivono che non ha peli sulla lingua e che non è uno che si tira indietro. D’altra parte, nel silenzio generale della politica milanese, l’unico a emergere negli ultimi mesi è stato proprio lui, tra critiche ma pure tra elogi nel centrosinistra.
Come molti altri aspiranti sindaci, però, anche D’Alfonso soffre di mancanza di visibilità. «E magari la vicenda di Dolce e Gabbana gli permetterà di emergere….» assicura uno che lo conosce bene. Del resto, oltre alla De Cesaris e D’Alfonso in pista per una candidatura c’è anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali. Molto attivo negli ultimi mesi con iniziative per la solidarietà sociale, l’ex segretario dei Ds di Milano vanta molto credito ad esempio nella comunità omosessuale e, proprio per questo, attacchi continui da parte di quotidiani di centrodestra come Libero e il Giornale. Ma un possibile concorrente a sindaco potrebbe essere pure Umberto Ambrosoli, ex candidato di regione Lombardia, sconfitto dall’attuale governatore lombardo Roberto Maroni alla fine di maggio.
C’è poi Stefano Boeri, ex assessore alla Cultura, vicino a quella corrente di Matteo Renzi nel Partito Democratico che tra tre anni potrebbe essere di sicuro più forte, sia a livello politico sia istituzionale. Nel centrodestra, invece, la situazione appare più tranquilla. Il nome sulla bocca di tutti, sia Pdl sia la Lega Nord, è quello di Maurizio Lupi, attuale ministro per le Infrastrutture. Ma anche qui c’è chi sgomita. Come Niccolò Mardegan, giovane pidiellino del comune di Milano, che si è distinto in diverse iniziative negli ultimi mesi: dagli attacchi a Pisapia sul divieto del gelato fino appunto alla lite Dolce & Gabbana con D’Alfonso. Tra l’altro Mardegan seguirà con il suo studio legale la causa che gli stilisti vogliono muovere per diffamazione contro palazzo Marino.
Di sicuro la Lega di Maroni, che vanta già la poltrona in regione, non dovrebbe spingere per un candidato a sindaco. Dipenderà da come saranno i rapporti nel centrodestra. C’è però un nome che potrebbe sparigliare le carte sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. E’ quello di Giuseppe Sala, il deus ex machina di Expo 2015. Stimato a destra e sinistra, ben voluto dall’attuale premier Enrico Letta che lo avrebbe visto bene come candidato in Lombardia, Sala potrebbe cavalcare il buon successo dell’Expo nel 2015. E’ ancora troppo presto per parlarne? Il nervosismo a palazzo Marino inizia a farsi sentire…