Sembra passato un secolo, ma due anni fa, 23 luglio 2011, alla Villa Reale di Monza dove il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inaugurato oggi il lungo viaggio «Verso l’Expo 2015», c’era in cartello un altro evento ormai passato nel dimenticatoio della storia: l’inaugurazione leghista dei ministeri del Nord. A distanza di 720 giorni l’immagine è opposta, perché questo 7 luglio del 2013 celebra l’italianità dell’evento e l’unione di tutto il Paese (mentre per i ministeri il discorso fu molto differente). Anche se a dire il vero Roberto Maroni, governatore della Lombardia nonchè cerimoniere di questa kermesse Expo monzese – uno che ha un certo naso su dove andare e dove no – quella volta non c’era. Ricordate la mitica foto ricordo? Al suo posto c’erano Roberto Calderoli e Umberto Bossi, Michela Vittoria Brambilla e Giulio Tremonti, persino il Trota Renzo Bossi e la badante Rosi Mauro. A fare da cicerone, quel Marco Mariani, ex sindaco leghista di Monza, che alle elezioni comunali del 2012 si è fermato ad un misero 11%.
Come per le cene leghiste degli Ossi di Calalzo di Cadore (i cui protagonisti sono tutti o quasi finiti nel dimenticatoio), pure la vicendadei ministeri monzesi – quattro uffici con tanto di targa, busto bronzeo dell’Alberto da Giussano e persino le foto di un Bossi giovane al posto di Napolitano – non ha portato fortuna ai protagonisti. Basti pensare a Bossi che in queste settimane gira la Lombardia in cerca delle folle oceaniche che un tempo andavano ad ascoltarlo: purtroppo di gente ce n’è poca. A sua volta Calderoli, che fu pioniere dei ministeri, definiti a suo tempo «unsogno», è tornato alla ribalta delle cronache recentemente solo per un litigio con il Senatùr su un palco di una festa leghista della bergamasca. Tralasciando poi il Trota, ormai relegato in campagna con il trattore, si sono perse le tracce anche di Giulio Tremonti, che certi vogliono in riavvicinamento a Silvio Berlusconi altri proprio a Bossi.
Se questi sono i protagonisti “monzesi” di un tempo andato, che ne è stato invece di quei quattro uffici dove Calderoli invitava gli imprenditori a discutere sul male del nord? Dopo una diatriba con il precedente governo Monti che ne decretò la chiusura, sono diventati per un breve periodo di tempo un bookshop e una caffetteria. Il Senatùr dice sempre che «la casa di un uomo è dove c’è il suo bar», ma da queste parti l’unico leghista che si fa ancora vedere è appunto Maroni che quella volta non c’era nemmeno e che oggi, durante l’inno di Mameli, si è addirittura alzato in piedi come il Capo dello Stato e le altre autorità. Non basta. «Siamo stati forse il primo Comune a firmare il protocollo con la società di Expo, con la quale abbiamo subito avuto un’interlocuzione diretta – ha ricordato il sindaco del capoluogo brianteo Roberto Scanagatti -. Da lì abbiamo esteso il protocollo alle altre associazioni a partire dalla Camera di Commercio».
Più in generale gli invitati a «Verso l’Expo 2015» sono stati più di 400. E 120 milioni di euro sono le risorse che serviranno alla ristrutturazione della villa. Della somma complessiva, il Pirellone ne ha già stanziati 20 per finanziare un primo lotto di interventi iniziati nella primavera del 2011. I lavori sono ancora in corso e, in sintesi, il progetto prevede il recupero e la valorizzazione del corpo centrale, il recupero parziale delle ali Nord e Sud, la realizzazione dell’area tecnica esterna alla Villa nel lato Nord e la messa in sicurezza della corte d’ingresso. «Siamo un Paese che ha fiducia in se stesso, che deve averne anche più di quanta ne dimostri, percorso com’è ancora da nervosismi destabilizzanti e da tendenze al pessimismo» ha spiegato in serata il presidente Napolitano «L’Expo di Milano – ha proseguito – e più in generale quel che faremo e costruiremo da qui al 2015, in termini di crescita economica o di riforme istituzionali, proverà che possiamo avere in fiducia in noi stessi e suscitare rinnovata fiducia verso l’Italia da parte dell’Europa e del mondo». E chi se li ricordà più i ministeri di Monza voluti dalla Lega…