Portineria MilanoLetta esige chiarezza da Alfano sulla vicenda kazaka

Il premier in Aula promette spiegazioni

Il momento di crisi del governo di Enrico Letta passa anche attraverso la vicenda di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako espulsa in tutta fretta alla fine di maggio. La Lega Nord ha presentato un’interrogazione parlamentare durante il question time. E la riposta del premier ha colto molti di sorpresa. Perché nella risposta, dove Letta insiste di voler scacciare le «ombre» sul caso, il presidente del Consiglio sembra lanciare una frecciata al ministro dell’Interno Angelino Alfano e anche alle Forze dell’ordine che hanno condotto l’operazione. Il punto è sempre lo stesso: cosa è succeso durante quei tre giorni d’inferno per la donna e la sua bambina. Linkiesta ha pubblicato il memoriale della donna. 

Il premier ha spiegato che sono state diverse «le ricostruzioni sull’accaduto», pubblicate «anche sui giornali», ma che alla fine nessuna collima con le altre. Qualcuno ha mentito sull’operazione del 29 maggio? Chi lo ha fatto e come mai? Perché la Procura di Roma ha confermato che il passaporto della Repubblica Centro Africana della Shalabayeva era vero, mentre dal Kazakistan si sostiene, come fatto dalle nostre forze dell’ordine, che è falso? E soprattutto: i nostri servizi segreti sono stati informati dell’operazione? A quanto pare no, come confermano a Linkiesta fonti del Copasir. Di segno opposto una ricostruzione pubblicata da Dagospia, dove la responsabilità dell’operazione viene fatta risalire proprio ai servizi.

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«I fatti a cui si riferisce l’interrogazione, avvenuti a fine maggio» sono state le parole di Letta alla Camera «sono stati oggetto di varie ricostruzioni giornalistiche e di accertamenti amministrativi e giudiziari, da questo emergono contrasti tra le diverse ricostruzioni che rendono ineludibili ulteriori approfondimenti». E ha aggiunto: «Gli interrogativi ci sono e appare legittimo che vengano poste domande e che esse trovino risposte. Soprattutto in un paese che rispetta i diritti. Il coinvolgimento di una minore rende tutto ciò ancor piu’ delicato. Ho disposto un’accurata indagine interna a cui tutte le amministrazioni dello Stato stanno collaborando. I risultati saranno resi noti al Parlamento e alla pubblica opinione perche’ non saranno tollerati ombre e dubbi». 

Non solo. Secondo non precisate fonti del ministero dell’Interno, già da un paio di giorni riportate da varie agenzie di stampa, la donna è stata espulsa perché «il passaporto era contraffatto». Ma la valutazione sulla veridicità del passaporto si è rivelata errata, come ha confermato la Procura di Roma nemmeno tre giorni fa. Se quindi questa è la versione ufficiale del Ministero dell’Interno, dall’altro lato alla Farnesina, sede del dicastero degli Esteri, dove si racconta di un ministro Emma Bonino più che mai infuriata, ci si domanda come mai a prelevare la donna sia arrivato un aereo privato. Troppe domande, troppi dubbi che proprio Angelino Alfano dovrà chiarire al presidente del Consiglio. 

Twitter: @ARoldering

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