Portineria MilanoI No Tav come la ‘ndrangheta: pedinato un giornalista

Le tensioni in valle

Un giornalista pedinato durante un giorno di vacanza in Val Susa insieme con la sua famiglia. Il racconto di quello che ha fatto pubblicato su un sito No Tav con firma anonima, a mo’ di intimidazione, più che nello stile dell’antifascismo militante in quello mafioso della ‘ndrangheta. La storia vissuta dal cronista di Repubblica Paolo Griseri ha dell’incredibile e l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe come minimo intervenire. Non è la prima volta che capita in Val Susa o in manifestazione dove i No Tav se la sono presa spesso con i cronisti. 

Questa la vicenda. Come ogni anno, il 16 agosto, Griseri va in Val Susa insieme alla famiglia per la festa di San Rocco dove si ricordano i partigiani caduti del Col Thuras. La giornata scorre tranquilla. Peccato che pochi giorni dopo sul sito notav.eu compare la cronaca dettagliata – persino le telefonate fatte – della giornata di Griseri e dei suoi famigliari. Gli anonimi No Tav, però, non solo fanno sapere al giornalista di essere «pedinato» e «controllato», ma lo screditano raccontando che non era interessato alla celebrazione.

«Cosa peraltro non vera», spiega Griseri a Linkiesta. «Vado ogni anno lì e non ho ricevuto alcuna telefonata se non alla fine della cerimonia». Ma il punto non è tanto questo. Quanto la precisione con cui i presunti No Tav raccontano la giornata del giornalista. «È la madre» si legge, quasi come a dire sappiamo tutto di te «infatti, che vuole assolutamente salire fin lassù, in quella giornata del 16 agosto, con una sua carissima amica, sorella di uno dei ragazzi caduti in quel  lontano 1944. La madre del Sig. Griseri e la sua amica, la Sig.ra Maggiori, vogliono essere presenti».

E poi: «Intorno alle 16.00, mentre vanno in scena le nefandezze nazifasciste nella Valle di Susa (solo di allora?), il telefonino del Sig. Griseri suona implacabilmente. Ma certo! Non si può rifiutare la chiamata evitando di disturbare la rappresentazione, soprattutto se la chiamata è importante. «Pronto?”—“Sì, ciao…!” Chissà chi è questo … che chiama e rompe le scatole, in questo momento emozionante, a questo Signore seduto qui nel prato che, per la verità, non appare disturbato e non si accorge neppure di disturbare o, se se ne accorge, non se ne cura affatto? Nessuno di chi gli sta intorno lo conosce (a parte i familiari) o lo riconosce».

Ma il presunto No Tav lo riconosce eccome. Ricorda gli articoli scritti nelle ultime settimane su Repubblica proprio sulla tratta dell’Alta Velocità. E in particolare quello dove Griseri parla della spaccatura sulla tratta del Frejus, in una zona peraltro dove sono forti gli interessi della Ndrangheta come già denunciato anche dal leader Alberto Perino.

Si legge ancora «Quel signore al telefono, dotato di poca sensibilità per le motivazioni altrui, non ha solo il volto di qualcuno che non si cura di poter infastidire il prossimo. Adesso quel signore ha anche un nome: Griseri e, a chi lo ha contro la propria volontà dovuto sentire, appare chiaro quanto sia un giornalista libero e pensante». E conclude:

«Peccato davvero che il Sig. Griseri sia stato disturbato da quella telefonata su alle Grange Thuras, peccato davvero. Ha perso un’occasione per godersi un bello spettacolo e per vedere ancora una volta di cosa sia fatto il fascismo. Forse, neanche questa volta il Sig. Griseri avrebbe colto quest’occasione per capire che il fascismo non è solo quello del ventennio, ma che si annida in molte pratiche quotidiane, anche giornalistiche. O, forse, il Sig. Griseri lo ha capito, magari prestando la dovuta attenzione ai racconti della madre e della sua amica, ma è occupato al telefono».  

Repubblica Torino ha replicato alla vicenda con un box. «Chi scrive» si legge sul quotidiano di De Benedetti «,naturalmente in modo anonimo, si sciacqua la bocca con l’antifascismo ma pratica l’esatto contrario. È chiaro che l’obiettivo di quelle righe è far sapere che Griseri è tenuto sotto controllo, che cento occhi spiano il suo lavoro. Sono i metodi dell’Ovra e delle ‘ndrine». E Griseri fa sapere che lui in Valle «ci tornerà sempre». 

Twitter: @ARoldering

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