«Grillo esca dal suo bunker, dal suo blog, e venga qui al Meeting di Rimini». Il messaggio arriva direttamente dalla Fiera di Rimini e porta la firma di Salvatore, 53 anni, napoletano, che ai microfoni di Linkiesta sceglie di parafrasare la citazione di Benedetto XVI ripresa dall’editorialista John Waters durante l’incontro di presentazione del Meeting. «Noi siamo pronti ad ascoltarlo, se ha qualcosa da dire», ripetono altri volontari a passeggio per i padiglioni della Fiera, molti ignari degli anatemi a cinque stelle partiti dal web. «Perchè parla di noi senza esser mai venuto qui? Serve un pò di umanità, basta web».
Le risposte arrivano da studenti e uomini in carriera, pensionati e signore col passeggino. Molte voci singole, ma si integrano meglio di un coro. Niente insulti, né facce corrucciate. Di fronte alle bordate dell’ex comico il popolo di Comunione e Liberazione ha scelto di porgere l’altra guancia invitandolo a varcare le soglie della Fiera. «Abbiamo accolto e applaudito molti personaggi, di tutti i tipi, anche Grillo sarebbe il benvenuto».
Anche Berlusconi: «Certo, anche Berlusconi, ma si cambia, non sai quante ne ho dette oggi io sul Cavaliere…», spiega Riccardo Ferrari, poco più di cinquant’anni, presidente di azienda e volontario da sette anni «Abbiamo ascoltato sempre tutti e si sa che i politici vengono qui a prendersi il voto, è la verità». Gli fa eco un altro seduto al tavolo con lui, Matteo: «Siamo qui da 14 ore a lavorare; siamo gente che lavora, che viene qui da tanti anni come volontario. Non abbiamo molto tempo di sentire cosa dice il signor Grillo che se ne sta in Sardegna con i suoi molti milioni». Ma una cosa allo stesso tempo la dice: «Se venisse, lo ascolteremo con interesse».
Di repliche “istituzionali” al Meeting non vogliono sentir parlare. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, non ha dedicato una parola al blog di Beppe Grillo. Neppure Emilia Guarnieri, presidente della kermesse di Comunione e Liberazione. Su Il Sussidiario, quotidiano online di area, l’unico pezzo è affidato alle repliche del ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi: «Alle stupidate di Grillo sparate dal lettino di una comoda beauty farm, dopo essersi rilassato al sole della Sardegna, preferisco non rispondere».
L’unico a pronunciarsi è stato il portavoce Stefano Picchi che si è limitato a dire «Per noi il bene comune è una cosa seria». Poco o nulla insomma, rispetto agli attacchi feroci che il leader del Movimento 5 Stelle ha riservato al Meeting. «Cos’è Comunione e Liberazione e cosa rappresenta per la politica italiana? Perchè ogni anno ministri e presidenti del Consiglio sentono la necessita’ di chiederne la benedizione andando in pellegrinaggio a Rimini come una volta i re con i papi?». E ancora «Un contenitore che ha accolto Andreotti, benedetto sia il suo nome, come una rockstar. Un movimento che ha protetto e riverito Forminchioni per decenni e che ora prende nel suo capace grembo gli ectoplasmi Letta e Lupi, due democristri dell’inciucio, oggi ribattezzato larga intesa, come chiamare escort una prostituta».
«Comunione e Fatturazione» attacca ancora Grillo «è un’ingerenza ecclesiale nella politica. Chi la protegge fa carriera, diventa un intoccabile e Cl ricambia sempre con affetto peloso. Rimini è una città martire. Invasa ogni anno dalle truppe cammellate di democristiani vecchi e nuovi. I suoi abitanti» conclude Grillo «ci lanciano un grido di dolore. Liberiamola e liberiamo l’Italia». Molti volontari non hanno neppure ascoltato le parole del comico genovese.
I giovani glissano, come Matteo Spreafico. «Grillo mi mette tristezza, ripete sempre le stesse cose, pensa di avere la verità in tasca, in realtà è molto noioso. Se ha qualcosa da dire venga qui a raccontarla». Altri non si sbilanciano: «Non ho letto ancora nulla, preferisco non dire niente». Pure Roberto Formigoni, ex presidente di regione Lombardia, è sulla stessa lunghezza d’onda dei popolo di Comunione e Liberazione: «Se Grillo venisse a vedere il Meeting, magari in incognito« ha scritto il senatore Pdl «ne capirebbe certamente di più. E forse cambierebbe idea. Se incontri capisci».
Già Formigoni. Ai militanti di Comunione e Liberazione se si domanda se sia stato anche il Celeste, con gli scandali piovuti in questi anni su regione Lombardia, a scatenare le critiche di Grillo la risposta è sempre la stessa. «Tutti sbagliamo, a noi di Grillo, alla fine, non ce ne frega un c….Ieri se ne stavano in ciabatte ad attaccarci alla Camera…Veda lei di cosa stiamo parlando». E rispetto agli inciuci di questi giorni per salvare Berlusconi c’è chi la mette sul ridere. «Inciucio? Io non ne ho visti, se ci fosse stato un inciucio mi sarebbe piaciuto partecipare».
Twitter: