IL CAIRO – Linkiesta ha incontrato al Sofitel di Maadi, quartiere residenziale del Cairo, Nader Bakkar, politico del partito salafita El Nour (Luce). Bakkar, che ha iniziato la sua carriera politica nella roccaforte salafita di Alessandria d’Egitto, è co-fondatore del partito e membro del Comitato politico, ha fatto anche parte dell’Assemblea costituente. Il ruolo dei salafiti del Nour in questa fase politica è particolarmente delicato perché si sono schierati a favore dell’intervento militare che ha portato alla deposizione di Morsi, ma svolgono ora una funzione di mediazione tra esercito e islamisti. Mentre il partito radicale Al-Watan e le associazioni universitarie gamaat al islamya sono al fianco dei Fratelli musulmani, parte della così detta Coalizione nazionale per la legittimità.
Per avere credibilità nei confronti della Fratellanza, El Nour ha deciso di non prendere parte al nuovo governo liberale. In questa fase, sembra sempre più evidente quanto i salafiti non esistano politicamente ma siano una creazione dell’esercito e del vecchio regime: in caso di instabilità servono per innescare la necessità del ritorno all’ordine, attraverso l’attivazione di episodi di settarismo religioso; e in questo contesto di scontro, per mediare con gli islamisti messi all’angolo. Come per i giovani ribelli (Tamarrod) anche per i salafiti si sprecano le denunce di connivenza con Servizi segreti e la sicurezza di stato (Amn el Dawla). È difficile stabilire se con la nuova Costituzione potranno ancora partecipare in politica o meno.
L’intervista
Perché il partito El Nour ha tradito i Fratelli musulmani e ha abbandonato Morsi al suo destino?
Il nostro ruolo è mediare per includere gli islamisti, tentiamo di convincerli ad accettare la sconfitta ma i media agiscono in modo violento fomentando l’odio verso i Fratelli musulmani e la corrente islamista: questo genera una crescente umiliazione. Mentre tentiamo di fermare la polarizzazione, lo scontro si aggrava. I militari non dovrebbero usare due pesi e due misure, per esempio con la chiusura solo di canali televisivi islamisti, in questo modo danno l’impressione di voler punire tutti gli islamisti.
Eppure la base del movimento è in piazza con i Fratelli musulmani…
Della nostra base elettorale a Rabaa Al-Adaweya ci sono solo poche centinaia di persone. Non sono niente se confrontate ai milioni delle manifestazioni di Nahda e del 29 luglio 2011 (maggiore manifestazione salafita, ndr). L’80% dei nostri affiliati sta capendo la presa di posizione di El Nour e le nostre giustificazioni politiche. Chi non è d’accordo con la nostra linea politica ha le sue ragioni, siamo in una situazione catastrofica. I Fratelli musulmani dicono che i militari stanno combattendo contro l’Islam.
Quali sono gli errori commessi dai Fratelli musulmani?
L’errore fatale dei Fratelli musulmani è stato di escludere gli uomini del Partito nazionale democratico (Pnd) di Mubarak dalla gestione del potere: si tratta di uomini d’affari, senza ideologia. Un vero principio islamico è di non permettere punizioni generalizzate: invece i Fratelli musulmani hanno voluto isolare dalla vita politica la base del regime di Mubarak. Bisognava arrestare i criminali e costruire sulle esperienze precedenti: capire gli interessi economici di questa parte della società o quanto meno contenerla. Morsi avrebbe dovuto contenere lo «stato profondo». Invece, di sfidare il potere giudiziario, i servizi segreti. Insomma ha fatto come l’ex presidente degli Stati Uniti George Bush: chi non sta con noi è contro di noi. Ma in Egitto stiamo costruendo un Paese non facendo la guerra.
Come valuta il nuovo governo di Hesham Beblawi?
Abbiamo incontrato i militari avvertendoli che se nel nuovo governo ci fossero stati oppositori di Morsi, si sarebbe trattato di un colpo di stato militare a tutti gli effetti: una sostituzione del presidente eletto con la forza militare. Abbiamo quindi consigliato all’esercito di non usare nomi controversi. Di conferire benefici invece a chi ha partecipato alla manifestazione del 30 giugno: ci hanno offerto 4 ministeri, e il posto di vice primo ministro, ma non abbiamo accettato per non dare l’impressione che abbiamo avuto benefici dalle manifestazioni del 30 giugno. Abbiamo consigliato loro di fare alcune cose: prima di tutto di formare un governo senza politici, di soli tecnocrati. La crisi economica è il problema principale: quindi Beblawi ha il necessario background economico ma è troppo vecchio. Per questo avevamo proposto l’economista Ahmed Derwish, ex ministro all’epoca di Mubarak. Abbiamo chiesto poi che i ministri avessero esperienza governativa e burocratica. Infine, volevamo che non venissero scelte figure contrarie alla corrente islamica: Beblawi non si è mai mostrato in competizione con Morsi come invece Baradei.
Com’è avvenuta la spaccatura tra El Nour e Al Watan?
Sei mesi fa, uno dei leader del Nour, Emad Abdel Ghazour si è espresso in contrasto con la leadership del partito e ha chiesto elezioni del Comitato direttivo anticipate, i dirigenti hanno rifiutato. Questo ha prodotto uno scontro nel partito, il disaccordo tra i due leader è finito con una separazione civile, che ha portato alla formazione del partito Watan, che ora è con Morsi.
Parteciperete alla prossima Assemblea costituente?
Ci hanno chiesto di far parte della nuova Costituente, ma ora dobbiamo capire prima i meccanismi del Comitato dei 10 esperti che decidono come verrà riscritta la Costituzione. Siamo preoccupati per l’articolo 219 (sul posto della sharia nella legge ordinaria, ndr). Prima che la Costituzione passasse, abbiamo contribuito a scrivere articoli, firmati da rappresentanti delle chiese copte, liberali, Fratelli musulmani, giudici e moschea di Al Azhar. Se vogliono cambiare gli articoli sull’identità islamica allora si tratterà di un colpo di stato contro l’Islam: perché vogliono mettere ora l’Islam sotto la lente di ingrandimento? Dovrebbero parlare di democrazia e di errori di gestione.
Perché il leader salafita Hazem Abou Ismail è in prigione?
Non so perché Hazem sia in prigione, siamo contrari ad arresti sommari: le detenzioni devono avvenire solo nei casi previsti dalla legge. Tutti devono avere il diritto di difendersi, siamo contrari alle leggi di emergenza. Per esempio, (il leader dei Fratelli musulmani, ndr) Khairat Shater, è stato arrestato a casa sua e ci sono filmati mentre viene prelevato dal suo letto: sono metodi contrari ai diritti umani.
Twitter: @stradedellest