L’M5s: «Così risolviamo l’emergenza carceri in 2 anni»

Intanto la Camera approva il decreto

«L’emergenza carceri può essere superata in due anni, con costi ben al di sotto di quelli sostenuti fin ora». Il Movimento 5 stelle presenta alla Camera un dossier sul sovraffollamento negli istituti di pena italiani. Mentre Montecitorio si appresta ad approvare il decreto “svuota carceri” – nella serata del 5 agosto è stato trasmesso al Senato – i deputati grillini della commissione Giustizia hanno incontrato la stampa. «Un’occasione per mostrare i veri dati sull’emergenza carceraria finora nascosti ai cittadini», racconta il deputato Andrea Colletti. Ma anche per presentare un piano alternativo, forse in grado di risolvere il problema entro breve termine.

Anzitutto il contesto. Il documento presentato dai deputati a Cinque stelle fotografa la situazione attuale. Nelle carceri italiane, si legge, mancano circa 25mila posti regolamentari. A fronte di 64.873 detenuti, infatti, i posti disponibili in cella sono solo 47.459. Di questi, però, «oltre 6mila non sono allo stato utilizzabili per necessità di manutenzione e ristrutturazione».

Al centro delle critiche dei parlamentari grillini finisce l’attuale gestione dell’emergenza. «Dal 2010 è stato nominato un commissario delegato per l’emergenza carceri, Franco Ionta, anche capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap)». Il giudizio del movimento di Beppe Grillo è tutt’altro che positivo. «Durante la sua amministrazione sono andati persi 228 milioni di euro di fondi Fas provenienti dal Cipe per mancata utilizzazione». Non solo. «Il commissario aveva una dotazione di 15 unità lavorative che ha portato al ricorso a risorse esterne attraverso consulenze onerose, spesso fiduciarie o affidate tramite bandi non adeguatamente pubblicizzati». Spese – così accusano – non del tutto giustificate. «Risorse che, molto probabilmente, si sarebbero potute trovare all’interno della stessa amministrazione pubblica». 

E il piano carceri studiato per risolvere l’emergenza? I grillini denunciano il progetto di riapertura del carcere di Pianosa «nonostante ne sia stata dichiarata la chiusura, insieme all’Asinara, con legge 23 dicembre 1996 n.652». Considerano inopportuna la decisione ricostruire un nuovo carcere a San Vito al Tagliamento, in Friuli. «L’unica regione italiana in cui non c’è bisogno di nuove strutture». Come se non bastasse, in una recente audizione alla Camera, l’attuale commissario straordinario Angelo Sinesio «ha affermato che a ottobre 2012 sarebbe iniziata la cantierizzazione di 17 nuovi padiglioni. Di questi, attualmente, non è stato ancora avviato nessuno (tranne il pre-cantiere di Siracusa) e per ogni consegna si stimano minimo 400 giorni lavorativi». 

I deputati del M5s propongono una strada alternativa. Secondo il dossier presentato alla Camera, per risolvere l’emergenza non serve costruire nuove strutture. «La ratio» spiega la deputata Giulia Sarti «sta nel recuperare la funzionalità delle carceri, nel recupero di sezioni chiuse, nella costruzione di nuovi padiglioni, e nella riallocazione di cubature». A conferma del progetto, ci sarebbe già un piano carceri alternativo, elaborato dal Dap «e mai preso in considerazione». Un piano che non prevede la nascita di nuovi istituti, ad eccezione di un carcere da 800 posti nel casertano (costo 40milioni di euro circa).

Per aumentare la capienza diventa necessaria una modifica dell’edilizia carceraria. «Ad esempio l’unificazione di celle portandole a triple/quadruple con un allargamento delle stesse così da rientrare nelle prescrizioni imposte» dalla corte europea dei diritti dell’uomo. Quanti nuovi posti si potrebbero ottenere? Il documento presenta alcuni esempi: «In provincia di Catania si potrebbe arrivare a una capienza regolamentare di 1.850 posti (contro i 744 attuali) in presenza di 1.081 detenuti». E ancora. «A Roma si potrebbe arrivare a una capienza regolamentare di 2.800 posti (contro i 1.979 attuali) in presenza di 2.834 detenuti.

Risultato: entro il 2015 le carceri italiane potrebbero avere 69.120 posti disponibili. Ben 22mila in più rispetto a quelli attuali. «Eliminando completamente la situazione di emergenza carceraria e generando inoltre un surplus di posti disponibili». Come se non bastasse – assicurano i Cinque stelle – il costo dell’operazione sarebbe molto più basso di quello attualmente previsto. «Basterebbero 355milioni di euro per uscire completamente dalla fase emergenziale entro due anni». Mentre «per il piano carceri del commissario Ionta erano stati stanziati ben 675 milioni di euro per soli 9mila posti detentivi».  

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