Divisioni politiche, tra chi preferisce la sopravvivenza del governo di Enrico Letta piuttosto che la salvezza «politica» di Silvio Berlusconi. Divisioni editoriali tra quotidiani di area, come Il Sussidiario e Tempi, che affrontano la kermesse ciellina in modo diametralmente opposto. E divisioni persino ideologiche, tra chi propone una raccolta firme contro la legge sull’omofobia in discussione in Parlamento e chi invece ne prende le distanze.
Al Meeting di Rimini di Comunione e liberazione volano gli stracci tra le anime del movimento fondato da Don Luigi Giussani. Tra l’area più moderata e terzista – quella vicina al presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini – e quella più vicina ai falchi del berlusconismo, capitanata da Luigi Amicone e Antonio Intiglietta, con il primo arrivato in questi giorni a paragonare il Cavaliere a «Che Guevara».
Le prime avvisaglie di tensione si sono registrate dopo il comunicato che mercoledì 21 il Meeting ha diramato proprio contro l’iniziativa di raccolta firme promossa dal settimanale di Amicone. «È un’iniziativa di Tempi, non del Meeting», hanno scritto dalla sala macchine della comunicazione della Fiera di Rimini. Tensioni e veleni. Ma a rendere l’aria ancora più infuocata è l’intervista a Berlusconi che Tempi pubblicherà il 5 settembre, ma anticipata proprio nella giornata di giovedì con un lancio online. Parole, quelle del Cavaliere, che offuscano la presenza del protagonista della giornata: Angelino Alfano, segretario del Pdl.
Che la cosa non sia sta digerita dall’entourage di Alfano lo si è capito fin da subito. Anche perché la conferenza stampa dopo il dibattito sulle carceri è saltata. Motivo ufficiale: altri impegni e fretta di andare via. Motivo vero, ma non ufficiale: il rischio di polarizzare l’intera chiacchierata con i giornalisti sul destino Berlusconi dopo l’intervista.
Il Meeting di Rimini (Flickr Meeting Rimini)
Del resto, la giornata del ministro dell’Interno era stata preparata nei dettagli al Meeting di Rimini. Lo stesso Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, aveva deciso di non rilasciare dichiarazioni proprio per non levare spazio al prode «Angelino». Ci ha pensato l’intervista di Amicone a Berlusconi a portare il Meeting indietro di 7 anni, quando il Cavaliere fu accolto tra gli applausi proprio tra questi stand.
Il direttore di Tempi, intercettato in sala stampa, spiega di aver chiuso l’intervista ieri sera e «che era il momento giusto per farla uscire». Ma c’è chi sospetta possa essere stato uno sgarbo «istituzionale» voluto, uscito proprio dopo il comunicato che ha cassato la raccolta firme contro la legge sull’omofobia. D’altra parte, le divisioni politiche interne a Cl vanno avanti da diverso tempo.
Ci sono sempre state, ma dopo l’esperienza del governo di Mario Monti sono aumentate. E Mario Mauro, ministro della Difesa, è passato con Scelta Civica, quasi come una «vedetta» del movimento nell’area centrista. L’area berlusconiana c’è sempre stata. Sostenuta da Amicone, ma anche da Renato Farina, l’agente betulla, ex deputato pidiellino, anche lui in questi giorni in forze al Meeting.
Del resto, basta seguire i due quotidiani Il Sussidiario e Tempi – quest’ultimo settimanale ormai aggiornato sul sito costantemente – per capire che il modo di affrontare la politica di questi giorni è quasi agli antipodi. Sul giornale diretto da Luca Raimondi ci sono ogni giorno interviste ai protagonisti della kermesse, persino a Martin Schulz, quello che Berlusconi definì un kapo durante una storica seduta del parlamento Europeo.
Ma è stato soprattutto l’ex presidente di regione Lombardia, Roberto Formigoni, con il caso Daccò e tutto lo strascico delle inchieste sulla sanità lombarda, a dividere le due fazioni negli anni passati. Il Sussidiario ha sempre tenuto le distanze e le stesse considerazioni del presidente della Cdo Bernhard Scholz di quest anno («Formigoni veniva invitato al Meeting in quanto governatore») hanno confermato una certa presa di distanze dal Celeste.
L’anno scorso invece fu proprio Tempi a promuovere una battaglia mediatica a sostegno di Antonio Simone, ex assessore regionale Lombardo, ciellino, pure lui finito nella bufera delle indagini giudiziarie. Quest anno di polemiche sulle inchieste non ce ne sono. C’è però il solito Berlusconi a tenere banco. Oppure l’omosessualità. E Comunione e Liberazione si spacca.
RETTIFICA
Milano, 24 Agosto 2013
Gentile direttore,
con la presente richiedo cortesemente la pubblicazione della seguente precisazione in merito all’articolo dal titolo “Meeting, tra gay e Berlusconi Cl è sempre più divisa”, pubblicato da linkiesta.it in data 22 agosto 2013, a firma di Alessandro Da Rold.
In particolare, nel suddetto articolo si parla di una presunta area “più vicina ai falchi del berlusconismo, capitanata da Luigi Amicone e Antonio Intiglietta”.
Mi preme qui sottolineare di non appartenere ad alcuna “area vicina ai falchi del berlusconismo”, né, qualora esistesse, che abbia intenzione di capitanarla. Si tratta di una notizia priva di fondamento che non trova riscontro né nella mia appartenenza e partecipazione a Comunione e Liberazione, né nella mia attività imprenditoriale.
La prego di voler rettificare la notizia, ai sensi della legge sulla stampa n. 47 del 1948.
Cordiali saluti.
Antonio Intiglietta