Silvio di lotta e Silvio di governo. Un giorno blinda l’esecutivo, quello successivo minaccia la crisi. Bastone e carota, dispensati a corrente alternata. Avanti e indietro, con cambi di marcia continui. Le giornate che hanno preceduto la sentenza della Cassazione sono state improntate alla responsabilità e al basso profilo? Improvviso è arrivato il cambio di passo. La sera della sentenza Silvio Berlusconi ha rilanciato Forza Italia con un videomessaggio che sapeva tanto di campagna elettorale. Il giorno dopo è spuntato fuori persino l’ultimatum a Palazzo Chigi. O riforma della giustizia o tutti al voto. Con ministri e parlamentari pidiellini ponti alle dimissioni.
A conferma del mutato clima, ecco arrivare il grande corteo di domenica… Peccato che ieri la manifestazione sia stata l’occasione per un altro dietrofront. «Fin dall’inizio abbiamo detto che il bene del Paese viene prima di tutto. Il governo deve vivere». Avanti, indietro, ancora avanti. Il risultato è evidente: la tensione sul governo resta altissima. Ma senza consumare strappi definitivi (dopotutto questa mattina i capigruppo del Pd saranno ricevuti al Quirinale per discutere delle ultime vicende giudiziarie del Cav.). Cambi di marcia continui, insomma. Ma nessuna improvvisazione.