Da Johann Gutenberg a Lawrence Tesler. Potrebbe essere questo il titolo di un racconto che ripercorre la creazione della funzione copia e incolla . Sì perché il nome dell’operazione che ha rivoluzionato il mondo del lavoro informatico, permettendo di ottimizzare i tempi di esecuzione, grazie anche all’utilizzo della tastiera, prende origine dalla pratica tradizionale adottata per i manoscritti – taglia e incolla – in cui gli editori fisicamente tagliavano pezzi di una pagina con le forbici per incollarli su un’altra pagina. Un’operazione che oggi è divenuta il paradigma fondamentale nell’utilizzo dei moderni software.
Ma come è nata l’idea del “Copy and Paste”? La risposta è legata a due nomi in particolare: il già citato Lawrence Tesler e Tim Mott, due informatici statunitensi considerati di fatto gli inventori di questo paradigma. La loro storia si intreccia intorno agli anni settanta quando Xerox acquisisce una società editoriale (Ginn and Company) con sede in Massachusetts. È qui che Tesler viene incaricato di realizzare un sistema di impaginazione per ottimizzare i processi editoriali su ALTO. Convinto del fatto che sarebbe stato un lavoro complesso, Tesler decide di assumere alcuni tecnici per il nuovo progetto. Tra questi c’era Tim Mott a cui viene affidato il compito di studiare sul campo il processo degli editori.
L’idea geniale di Mott – resosi conto che gli strumenti della Ginn erano talmente standardizzati e specifici che nessun’altro, a parte gli editori stessi, sarebbe stato in grado di utilizzarli – fu quella di chiedere proprio agli editori di spiegargli, passo dopo passo, i procedimenti alla base della loro pubblicazione. Tutto ciò mentre egli simulava questi passaggi con l’aiuto di una tastiera un mouse e un monitor. Lo stesso Mott definì questa tecnica “guided fantasy” proprio perché doveva far uso della fantasia per poter riprodurre le azioni degli editori su un monitor spento, vista l’assenza di un software dedicato.
Il desiderio degli editori era quello di poter utilizzare un mouse per selezionare lo spazio dove immettere il testo. I due informatici lavorarono incessantemente per parecchi mesi e alla fine arrivarono alla soluzione: grazie all’utilizzo di un nuovo editor di testo, in cui venne applicata una interfaccia grafica innovativa chiamata “Gipsy”, realizzarono la funzionalità “drag-trough” che consentiva agli editori di utilizzare il mouse per selezionare lo spazio di inserimento (con un click) e di selezionare il testo (spostandolo).
Fu successivamente che Tesler implementò in “Gipsy” altre due operazioni eseguibili con l’ausilio della tastiera: il cut and paste (taglia e incolla) in cui il testo selezionato, prima scompariva venendo copiato in un buffer temporaneo, e poi veniva incollato nella posizione corrente del cursore; e il copy and paste, che non cancellava il testo ma lo copiava semplicemente nel buffer.
Nel 1980 Tesler iniziò a lavorare per il progetto LISA per conto di Apple. Qui decise di implementare le funzionalità del taglia/copia e incolla con combinazioni sulla tastiera. Preferì allora utilizzare i tasti Z-X-C-V sia per la vicinanza sulla tastiera Qwerty, sia per memorizzare più velocemente le loro funzioni: X indica la croce che “annulla” il testo su un foglio; V come un puntatore che indica lo spazio in cui deve essere riposizionato il testo; C è la prima lettera di “copy”; Z per ricordare un percorso a ritroso.
Twitter: @FabrizioMarino_