Come i periodi artistici di Pablo Picasso, anche gli italiani si sono ormai abituati ai periodi e alle stagioni di Silvio Berlusconi. In questa fase così bipolare per il Cavaliere, un giorno falco e un giorno colomba con il governo Letta, non potevano mancare nuove sentenze della magistratura per «definire» l’ex presidente del Consiglio.
Per tutto agosto Berlusconi è stato «un evasore fiscale» (sentenza Mediaset in Cassazione ndr). A giugno era invece uno che andava con «prostitute minorenni» (sentenza Ruby ndr), mentre ora si potrebbe presto ritrovare la denominazione di «mafioso». E’ tutto scritto nelle motivazioni della sentenza che ha condannato l’ex senatore del Popolo della Libertà Marcello Dell’Utri. Una mazzata pesantissima che ha fatto tremare le mura di Arcore, deprimendo ancora di più un Cavaliere con l’umore sempre più sotto i tacchi.
Del resto, i giudici di Palermo lo scrivono chiaro e tondo nelle carte: «L’incontro avvenuto a maggio 1974, cui erano presenti Gaetano Cinà, Dell’Utri, Stefano Bontade, Mimmo Teresi e Berlusconi, ha ”siglato il patto di protezione di Berlusconi”». E poi: «L’incontro – è scritto – ha costituito la genesi del rapporto che ha legato l’imprenditore e la mafia con la mediazione di Dell’Utri». Non solo. Nel 1987 ci sarebbe stato l’incontro tra Marcello Dell’Utri e l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino alla Banca Popolare per chiedere un prestito «non garantito» di 20 miliardi di lire «per le aziende i Silvio Berlusconi». Ne sono convinti i giudici della terza sezione della Corte d’appello di Palermo che lo hanno scritto nelle motivazioni della sentenza di condanna a sette anni di carcere per il fondatore di Forza Italia.
Il periodo mafia va così ad aggiungersi al periodo «prostituzione» ed evasione fiscale. Sul processo Ruby non c’è ancora una sentenza definitiva, ma il quadro che emerge dalle carte dei magistrati è ormai sempre più devastante agli occhi degli italiani. Anche per questo motivo, Berlusconi, domenica dovrebbe intervenire in un videomessaggio dove teneterà di riscattare la sua persona «dopo gli attacchi degli ultimi giorni» lanciando la nuova Forza Italia. Lunedì poi Berlusconi sarà a Genova, alla festa organizzata dal Giornale di Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, compagno di Daniela Santanchè. Il Cavaliere, di casa tra i falchi pidiellini, prepara così il suo ritorno sulla scena politica in vista di una sempre più probabile crisi di governo.
Del resto, le avvisaglie dei giorni scorsi, con l’ipotesi dimissioni da parte dei ministri pidiellini nel caso in cui il Pd non si astenga dalla decadenza, sembrano più di una semplice minaccia. Non a caso, Giorgio Napolitano, nella serata di giovedì 5 settembre, a poche ore di distanza dagli ultimatum pidiellini, ha parlato tramite agenzie di stampa, lanciando alcune indiscrezioni sulla possibile crisi dell’esecutivo. In sostanza, il Capo dello Stato, non starebbe studiando o meditando il da farsi nel caso che venga aperta una crisi di governo. «Perché avendo già messo nella massima evidenza che l’insorgere di una crisi precipiterebbe il paese in gravissimi rischi, conserva fiducia nelle ripetute dichiarazioni dell’onorevole Berlusconi, in base alle quali il governo continua ad avere il sostegno della forza da lui da lui guidata».
Sta per iniziare un fine settimana di passione per il governo Letta. Che si chiuderà domenica con il videomessaggio di Berlusconi e forse con uno proprio di Napolitano. Al momento resta tutto sottotraccia, ma la tensione è ormai palpabile. Perché di fatto la crisi dell’esecutivo esiste. Serve solo accendere la miccia per farla esplodere.