«Invece di parlare con Alfonso Signorini e Roberto Cavalli, Matteo Renzi incominci a fare delle scelte. Abbia il coraggio, per esempio, di chiedere ad Enrico Letta di staccare la spina al governo». Peppino Caldarola, ex direttore de l’Unità, già deputato e autore di un libro a quattro mani con Massimo D’Alema, è tra gli esponenti di centrosinistra a non essere rimasto scosso dal videomessaggio di Silvio Berlusconi. «Leggo di un messaggio eversivo, di dichiarazioni di guerra, su il Fatto Quotidiano, da Rosi Bindi, da Epifani. A me sembra solo di aver visto un uomo che si sta avviando sul viale del tramonto e che chiede al suo popolo di difenderlo. Nulla di più. Come al solito il Pd si è ritrovato spiazzato, perché Berlusconi ha sì attaccato, ma non ha dato la mazzata finale».
Se Epifani ha attaccato, Letta ha dovuto smorzate i toni.
Il punto vero è che il Partito democratico non conosce più la sua base. Appena parla Berlusconi, quasi tutti – per timore o perché non sanno più che pesci pigliare – non hanno altro da fare che correre ad attaccare il Cavaliere. Lo fanno in previsione del congresso forse, ma pure perché non hanno costruito ancora una vera alternativa all’antiberlusconismo. E bisogna ammettere che Barbara Berlusconi ha colto nel segno.
In che senso?
Quando la figlia di Berlusconi dice “Se papà è un delinquente perché hanno fatto con lui gli ultimi due governi?”, dice la verità. È quello che si domanda la base del Partito democratico.
Oggi la Repubblica dedica sei pagine al videomessaggio di Berlusconi, anche il Fatto Quotidiano non scherza: il Cavaliere è vivo e vegeto, a quanto pare.
In questi anni Berlusconi ha dato da sfamare ad amici e sopratuttto nemici: senza di lui non so cosa scriveranno nel futuro. Eppure dovrebbero iniziare a pensarci.
Il centrosinistra è senza bussola, dopo il videomessaggio? Siamo ancora al 1994?
Direi di sì. È assurdo che il Pd che – ricordo – è rappresentato al governo dal presidente del Consiglio, non riesca mai a stare all’attacco. Non riesca mai a intestarsi un successo politico. È sempre il Pdl a dettare i tempi e questo alla lunga logorerà il centrosinistra.
Quindi?
Letta dovrebbe scegliere un paio di cose da portare avanti e farlo: rischia di finire schiacciato. Con il suo videomessaggio Berlusconi non ha dato il colpo finale, ha preso tempo, si è difeso. E adesso, paradossalmente, è il Pd a doversi difendere: rischia di friggere nei prossimi mesi.
Cosa deve fare il Pd?
Io credo che Renzi debba prendere in mano la situazione. Non può continuare a perdere tempo con Roberto Cavalli o con Alfonso Signorini: rischia di bruciarsi. Poi si sa, è fortunato, è un predestinato, ma deve iniziare a prendere posizione, a spiegare cosa vuole, insomma a fare politica. Rischia di commettere gli stessi errori delle primarie, con la base del Pd che gli preferirà Bersani. Se fossi in lui mi intesterei una battaglia, magari quella di far cadere il governo. Lo chieda a Letta.
E il congresso?
Sul congresso del Pd non ci sono certezze. Ci sarà un assemblea questo fine settimana, mi pare ci sia il rischio di un congresso all’antivigilia di Natale: e ho detto tutto.
C’è chi paragona Berlusconi a Grillo, in questi giorni che ci separano dalla decadenza da senatore: il Cavaliere potrebbe continuare a fare politica fuori dal parlamento.
Non c’entra assolutamente nulla. Berlusconi resta il Capo di un sistema di potere, economico e politico. Grillo fa il comico e non ha mai aspirato di diventare presidente del Consiglio.
Ovvero?
Grillo con i suoi ha un rapporto paritario, mentre nel Pdl c’è un sistema veriticistico. I fedeli di Berlusconi lo hanno voluto presidente del Consiglio e c’è chi sogna ancora che diventi presidente della Repubblica.
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