DossierCosa ne è dei Brics, la ex locomotiva del mondo

GEOECONOMIA

A distanza di sei anni dallo scoppio della bolla immobiliare statunitense, l’economia globale è ancora fragile. E per la prima volta in modo netto e deciso, il Fondo monetraio internazionale (Fmi) ha evidenziato che anche i Paesi emergenti potrebbero essere un problema. Nel suo aggiornamento al World economic outlook (Weo), l’Fmi ha tagliato le stime di crescita del Pil mondiale sia per il 2013 sia per il 2014. A pesare, oltre a un prolungamento della recessione dell’area euro, è l’incremento dei rischi al ribasso per le economie emergenti, che iniziano a sperimentare un rallentamento più significativo delle aspettative. Colpa della debolezza strutturale di Usa ed eurozona, ma non solo. 

Ma i Brics sono davvero un pericolo per l’economia globale? Ne parla Fabrizio Goria in questa analisi:

I Brics sono il nuovo rischio per l’economia globale?

IL PERCHÉ DEL RALLENTAMENTO

Ma se Cina, Russia, India e Brasile hanno riformato, esportato e aperto le economie, Perché ora rallentano? Stefano Casertano propone questa chiave:

I Brics hanno fallito nel creare la domanda interna

IL CASO BRASILE

Peculiare la situazione del Brasile, dove una crisi energetica endemica si accosta a una bolla finanziaria, e a una moneta che, guidata verso l’alto dal ministro dell’economia Guido Mantega (nato a Genova 64 anni fa), gran generale nella guerra delle valute, alimenta il rischio di recessione.

Brasile, il gigante di un futuro che non arriva mai

 

LA CINA NON SUPERERÀ L’AMERICA

Intanto l’Istituto di ricerca Prognos di Berlino, in un rapporto realizzato per conto del quotidiano tedesco «Die Welt», afferma che nel 2035 sarà ancora l’America la prima potenza economica, e il resto dei Brics batterà ancora il passo, Cina compresa. Ecco il percorso che hanno tracciato, dal 2005 al 2035: 

Scordatevi il sorpasso della Cina sugli Stati Uniti

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