Francesco Matteuzzi Nato a Firenze nel 1978, è giornalista, sceneggiatore e autore di libri per ragazzi. Ha collaborato alle serie a fumetti L’Insonne e Jonathan Steele, creato il personaggio Maisha e sceneggiato Don Peppe Diana, per amore del mio popolo (Round Robin, 2009), con cui ha vinto il Premio Giancarlo Siani nel 2009.
Elisabetta Benfatto Nata a Camposampiero (Pd), si è diplomata in pittura e incisione all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ma la sua formazione ha coinvolto diverse discipline: dal teatro alla grafica, passando per l’illustrazione, il fumetto, il cinema d’animazione. In collaborazione con Fabrica (Benetton Group) ha prodotto il web comic Variazioni, ospite fuori concorso al Festival di Angoulême nel 2004. Ha esordito professionalmente nel 2009 sulle pagine di ANIMAls (Coniglio) ed è stata selezionata per l’edizione 2010 di Futuro Anteriore, la rassegna curata da Napoli Comicon e Centro Fumetto Andrea Pazienza. Insegna illustrazione presso la sede di Padova della Scuola Internazionale di Comics.
La casa editrice Becco Giallo è specializzata in storie reali, dal carattere sociale e storico. Ha sede a Padova.
Anna Stepanovna Politkovskaja (1958 – 2006) è stata una giornalista russa, molto conosciuta per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sua opposizione al Presidente Vladimir Putin. Nei suoi articoli per Novaja Gazeta, quotidiano russo di ispirazione liberale, condannava apertamente l’Esercito e il Governo russo per lo scarso rispetto dei diritti civili e dello stato di diritto, sia in Russia che in Cecenia. Il 7 ottobre 2006, viene assassinata nell’ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando.
Anna che vale una storia disegnata
di Ottavia Piccolo*
* Attrice, ha interpretato Donna non rieducabile, monologo teatrale dedicato ad Anna Politkovskaja scritto da Stefano Massini.
© BeccoGiallo editore
Non è giusto aver bisogno di eroi, ma è questo che Anna Politkovskaja è diventata: una figura eroica. Eppure faceva soltanto il suo lavoro, la giornalista. Ho un’immagine fissa davanti agli occhi: un sette di ottobre, il giorno dell’anniversario della morte di Anna, davanti a casa sua, a Mosca, alcune donne appendono un cartello in ricordo della giornalista. Arriva un militare, prende quel cartello, lo stacca, e una delle donne, un’anziana signora, minuta ma piena di coraggio, afferra anch’essa il cartello, non smette di discutere col militare e si fa trascinare via attaccata al cartello. Ecco, l’espressione determinata di quella donna è quella che mi piacerebbe regalare a chi viene a vedere l’omaggio che noi – autore, regista, attrice, musicista e tecnici – facciamo ad Anna Politkovskaja. È un testo teatrale che mi accompagna ormai da più di tre anni, da quando Stefano Massini, drammaturgo, me lo fece leggere. Si chiamava Donna non rieducabile, ed era un memorandum di ineguagliabile forza civile che nel giro di pochi giorni, grazie al contributo musicale di Floraleda Sacchi e con la regia di Silvano Piccardi, acquistò la dignità di un vero e proprio spettacolo. Tanto che ancora oggi lo portiamo in giro per l’Italia. Anna Politkovskaja non voleva essere un’eroina, ma era cosciente di essere viva per miracolo, perché qualcuno – forse lo stesso che ne chiese l’assassinio – aveva provvisoriamente deciso di lasciarla vivere. Forse non sapremo mai chi era questo qualcuno, ma certo le persone che in Russia, in Cecenia e in molte parti del mondo aspettano e lottano per sapere la verità sono una folla. In Italia sono nate molte associazioni nel nome di Anna, molti libri sono stati scritti e persino il nostro lavoro, che solitamente pare scritto sull’acqua, è diventato un dvd e un libro. Ora arriva anche una storia disegnata: che stupenda idea! Mi fa venire alla mente quando comparve il primo Persepolis di Marjane Satrapi, autobiografia disegnata, così intelligente e concreta, così “ferma” sulla carta che mi ritrovai a pensare che nulla più di Persepolis ci avrebbe fatto capire la condizione di chi viveva in Iran. Ecco, raccontare Anna Politkovskaja con un fumetto forse ci voleva proprio. Completa il ventaglio di accessi a una figura nobile e necessaria come la sua. E lo completa con l’urgenza di chi – sceneggiatore e disegnatrice – sono consapevoli che un’eroina coraggiosa e coerente, una donna dignitosa e altruista come la Politkovskaja ha tutto il diritto di muoversi e fermarsi nelle tavole del cantastorie.
Cronistoria
a cura di Francesco Matteuzzi
© BeccoGiallo editore
30 agosto 1958 Anna nasce a New York. I genitori sono due diplomatici sovietici (ucraini) che lavorano all’Onu. 1980 Anna si laurea presso la facoltà di Giornalismo dell’Università di Mosca. 1982 Inizia la carriera giornalistica di Anna, sul quotidiano moscovita Izvestija. Dicembre 1991 Crolla l’Unione Sovietica. 1994 Anna inizia a lavorare per la Obscaja Gazeta. 1994-1996 Sono questi gli anni della Prima Guerra Cecena, terminata con la dichiarazione d’indipendenza della Cecenia dalla Russia. 1998 Anna si reca per la prima volta in Cecenia per conto della Obscaja Gazeta. Giugno 1999 Anna inizia a lavorare per la Novaja Gazeta. 8 agosto 1999 Vladimir Putin diventa Primo Ministro della Russia su nomina di Boris Eltsin. 26 agosto 1999 Ha inizio la Seconda Guerra Cecena. Obiettivo russo è quello di ribaltare gli esiti della Prima Guerra, riconquistando il territorio perduto. La guerra durerà per i successivi dieci anni. 31 dicembre 1999 Dopo le dimissioni di Eltsin, Putin assume il ruolo di Presidente della Federazione Russa come previsto dalla costituzione. 26 marzo 2000 Putin viene confermato Presidente della Federazione Russa. 2001 All’inizio dell’anno, Anna viene imprigionata dai militari in Cecenia. Durante la detenzione viene interrogata, torturata e minacciata di morte. Viene anche inscenata una finta esecuzione. Anna riceve il Global Award for Human Rights Journalism, assegnato dalla sezione britannica di Amnesty International, e il Golden Pen Award dell’Unione dei giornalisti russi. Dopo aver ricevuto ripetute minacce da parte di Sergei Lapin, per motivi di sicurezza Anna è costretta a fuggire a Vienna. Lapin è un ufficiale dell’Omon (le forze speciali del Ministero dell’Interno) che lei aveva accusato di crimini contro i civili ceceni. 23 ottobre 2002 42 terroristi fanno irruzione al teatro Dubrovka di Mosca durante lo svolgimento del musical Nord-Ost e prendono in ostaggio circa 850 persone. La loro richiesta è che il Cremlino ritiri le proprie truppe dalla Cecenia. 24 ottobre 2002 I terroristi rilasciano 39 ostaggi. 25 ottobre 2002 Anna Politkovskaja, chiamata dai terroristi per mediare, arriva al teatro Dubrovka. Dalla trattativa ottiene di far arrivare acqua e succhi di frutta agli ostaggi, ormai da due giorni privi di cibo e bevande. 26 ottobre 2002 Al mattino i servizi segreti russi entrano in azione pompando gas all’interno del teatro e facendo poi irruzione. L’azione porta alla morte di circa 130 persone e al ferimento di altre 700, molte delle quali riporteranno gravi danni, anche permanenti. L’agente chimico fatto respirare a terroristi e ostaggi non è mai stato identificato (l’indagine relativa sarà sospesa il primo giugno 2007 senza alcun esito). 28 ottobre 2002 Su la Novaja Gazeta Anna pubblica il suo primo articolo sulla tragedia del Nord-Ost: un racconto di come si sono svolti i fatti. 1 novembre 2002 A seguito degli eventi del Dubrovka, la Duma approva nuove restrizioni alla stampa per eventi legati al terrorismo. 2002 Anna riceve il prestigioso Courage in Journalism Award, assegnato da International Women’s Media Foundation. 2003 Con l’opera Cecenia: il disonore russo Anna conquista il Lettre Ulysses Award. 14 marzo 2004 Vladimir Putin viene eletto Presidente della Federazione Russa per la seconda volta. 1 settembre 2004 La scuola Numero Uno di Beslan viene presa in ostaggio da un gruppo di 32 terroristi. Sono le 9.30 del primo giorno di scuola, e all’interno vi sono circa 900 bambini, genitori e insegnanti. Anna decide subito di recarsi sul posto, ma durante il volo aereo viene avvelenata. Si riprenderà soltanto in ospedale quando sarà ormai troppo tardi. 3 settembre 2004 I terroristi aprono il fuoco, e dalla palestra in cui gli ostaggi sono prigionieri si sentono delle esplosioni. Parte di una parete viene fatta saltare provocando la morte di chi era seduto nelle vicinanze e permettendo ad altri di fuggire. Alla fine il bilancio sarà di 334 vittime tra gli ostaggi. Restano uccisi anche 11 agenti della polizia russa e 31 sequestratori. 6 settembre 2004 Il direttore della Novaja Gazeta Dmitri Mouratov e Sergei Sokolov pubblicano sul giornale un articolo che descrive ciò che è successo ad Anna nei giorni precedenti. Nelle settimane dopo Anna si occuperà personalmente di ciò che è accaduto a Beslan prima e dopo l’attentato. 2004 Ad Anna vengono assegnati la Hermann Kesten Medal e l’Olof Palme Prize. Dicembre 2005 A Vienna, in occasione di una conferenza organizzata da Medici Senza Frontiere, Anna dichiara: «A volte le persone pagano con la vita l’aver detto ciò che pensano. È anche possibile che qualcuno paghi con la propria vita il fatto di avermi fornito delle informazioni. Io non sono l’unica a essere in pericolo e potrei fare degli esempi che lo dimostrano». 2005 Sergei Lapin, l’ufficiale che aveva minacciato di morte Anna, viene condannato per violenze contro la popolazione civile cecena e per falsificazione di documenti. Anna riceve anche il Premio per la Libertà e il Futuro dei Media del Media City Leipzig. 5 ottobre 2006 Al programma L’ora della stampa di Radio Svoboda, Anna rilascia la sua ultima intervista, nella quale si augura di vedere Ramzan Kadyrov, il primo ministro ceceno, «seduto al banco degli imputati e con un’inchiesta e un processo rigorosi, con l’elenco di tutti i crimini che ha commesso». 7 ottobre 2006 Nel giorno del cinquantaquattresimo compleanno di Putin, Anna Politkovskaja viene uccisa all’ingresso del palazzo in cui vive. Gli arresti dei primi sospettati avverranno solo nell’agosto successivo, ben dieci mesi dopo. 10 ottobre 2006 Si svolgono i funerali di Anna. Non vi partecipa alcun rappresentante del governo. 19 ottobre 2006 Nel corso di un incontro pubblico, l’ex agente del Kgb Aleksandr Litvinenko, da tempo residente a Londra, afferma di sapere chi siano stati i mandanti dell’omicidio di Anna Politkovskaja. Dichiara: «Una giornalista del suo livello non può essere toccata senza l’assenso del vertice. Putin l’ha fatta uccidere». 23 novembre 2006 Aleksandr Litvinenko muore a seguito di un avvelenamento da Polonio 14. La sostanza radioattiva gli è stata somministrata da un ex collega del Kgb a seguito delle sue dichiarazioni relative ad Anna Politkovskaja. I tentacoli del Cremlino colpiscono anche in Europa. 2007 Al lavoro e alla figura di Anna vengono assegnati il Premio Tiziano Terzani, l’Unesco/Guillermo Cano World Press Freedom Prize, il National Press Club/John Aubuchon Freedom of the Press Award e il Democracy Award to Spotlight Press Freedom del National Endowment for Democracy. 7 maggio 2008 Impossibilitato per legge a ricoprire la carica di Presidente della Federazione Russa oltre il secondo mandato, Putin assume di nuovo la carica di Primo Ministro. A essere eletto Presidente è il suo braccio destro Dmitrij Medvedev. 2 ottobre 2008 Si apre il processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja. 19 febbraio 2009 La giuria assolve all’unanimità gli imputati del processo. I familiari di Anna (come anche molti attivisti per i diritti umani) condividono la decisione. 25 giugno 2009 La Corte Suprema accoglie il ricorso della pubblica accusa e annulla la sentenza precedente. La famiglia di Anna criticherà la decisione: le prove contro i quattro erano insufficienti, e nella sentenza non si faceva alcun riferimento al ruolo dei mandanti.
pubblicato originariamente il 7 aprile 2011